“La scienza ha qualcosa in comune con la democrazia e con la laicità dello Stato: va continuamente difesa”. È quanto giustamente sostiene Telmo Pievani, filosofo della scienza e docente associato di Epistemologia presso la Facoltà di Scienze della formazione all’Università di Milano Bicocca, nel suo articolo Santi, navigatori, poeti: e oscurantisti, pubblicato su Micromega (n. 4, 2005).
Le secolari lotte per la libertà di pensiero, che sembrava ormai definitivamente acquisita, riprendono agli inizi del nuovo millennio con riacceso fervore. Lo scontro si è riaperto da quando, in molti programmi radiotelevisivi e su varie testate giornalistiche, si assiste a continue prese di posizione di prelati contro i diritti civili, la libertà di scelta delle donne, le teorie scientifiche (con un particolare accanimento verso l’evoluzionismo darwiniano) e la ricerca medica.
Lo scopo è di “bruciare sul rogo”, metaforicamente, il pensiero laico – come sta avvenendo in Spagna, dove la Chiesa ha rivolto aspre critiche all’illuminata proposta di legge animalista del governo Zapatero a tutela di tutti i primati – e, con esso, la libertà individuale, fondamento di una società realmente democratica.
I privilegi della Chiesa – La Costituzione italiana, nell’articolo 8, stabilisce che “tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”. E fin qui tutto bene. Ma c’è pure l’articolo 7, che ha permesso l’inserimento – caso quasi unico al mondo – in una carta costituzionale di un trattato con uno stato estero, i Patti lateranensi del 1929 e le relative concessioni elargite alla Chiesa cattolica. Nonostante il Concordato sia stato aggiornato nel 1984, sono ancora molti i privilegi che permangono: il riconoscimento degli effetti civili del matrimonio religioso; l’insegnamento nelle scuole pubbliche della religione cattolica e la relativa retribuzione degli insegnanti con soldi statali; il famoso, perverso, meccanismo della destinazione dell’8 per mille delle imposte sul reddito, secondo il quale anche chi non firma dà quasi tutta la sua quota alla Chiesa cattolica; l’approvvigionamento idrico completamente gratuito al Vaticano da parte del Comune di Roma. E ancora: i provvedimenti, approvati da varie giunte regionali tra il 2000 e il 2005, che prevedono l’assunzione a tempo indeterminato di “assistenti religiosi” negli ospedali pubblici e il soddisfacimento delle loro numerose necessità da parte dell’ente gestore (stipendi, alloggiamenti, cappelle e relativi paramenti, ecc.); il finanziamento pubblico alle scuole private, soprattutto cattoliche, e la recente immissione in ruolo degli insegnanti di religione cattolica, scelti per competenza dalla curia ma retribuiti dallo Stato (alla faccia della massa di precari che attendono da decenni!); gli stanziamenti di milioni di euro per le università private, guarda caso molte di stampo cattolico. Fino alla stoccata finale: l’esenzione del pagamento dell’Ici sugli immobili ecclesiastici ad uso commerciale, approvata con un decreto legge nell’agosto del 2005! (Per ulteriori approfondimenti su tali argomenti rimandiamo all’articolo di Emilio Carnevali e Cinzia Sciuto La chiesa all’incasso, pubblicato su Micromega, n. 7, 2005).
I due volti del cattolicesimo – Certo non spetta a noi dare giudizi sui “misteri della fede”. Ma, da attenti osservatori, non possiamo fare a meno di notare le differenze che esistono tra due figure di religiosi: chi “dà” e chi “chiede”. Al primo gruppo è appartenuto Pino Puglisi, parroco di una povera chiesa a Palermo, una vita semplice, dedicata alla lotta contro la mafia, morto solo per strada, ucciso da chi lo temeva. Come pure Oscar Romero, vescovo salvadoregno, tra i più amati rappresentanti della “teologia della liberazione”, ucciso da sicari, e Lorenzo Milani, parroco di Barbiana, nato tra i privilegi ma vissuto senza, che dedicò la sua vita all’insegnamento e all’educazione dei bambini più poveri. E oggi vi appartengono Luigi Ciotti, semplice parroco, fondatore del Gruppo Abele e presidente di Libera, l’associazione che utilizza i beni confiscati alla mafia per fini sociali, o Giulio Albanese, missionario in Africa, pacifista, impegnato nel recupero dei “bambini guerrieri”. Questi religiosi, insieme a tanti altri meno conosciuti, hanno “dato” senza nulla chiedere. I privilegi, al contrario, vanno a coloro che “esigono”, a quella parte del clero che si arricchisce e che sentenzia.
Attacco a Darwin… – La parte più conservatrice della Chiesa mira ad assoggettare il pensiero laico a quello cattolico, come testimoniano le ingerenze insistenti di molti porporati, a tutti i livelli. Attacco alla scienza. Si registrano feroci dichiarazioni contro le teorie evoluzionistiche darwiniane – si veda anche, in questo stesso numero di LucidaMente, La lucidità di Darwin di Giuseppe Licandro -, da parte, per esempio, del cardinale Christoph Schönborn, che riescono a far breccia non solo nei cuori delle persone che semplicemente credono in Cristo, ma persino nelle menti di scienziati e di filosofi, oltre che, puntualmente, di politici. Tra i primi, notiamo il matematico Giorgio Israel, il fisico Antonio Zichichi, il pedagogista Giuseppe Bertagna, il filosofo Evandro Agazzi. Tra i secondi, Rocco Buttiglione e Letizia Moratti. Buttiglione, in particolare, ha espresso la preoccupazione che l’insegnamento delle teorie di Darwin possa procurare gravi turbamenti alle giovani menti, spiegazione che legittima la “riforma Moratti”, in cui è stata prevista la cancellazione dello studio della teoria darwiniana dai programmi ministeriali della scuola primaria. La comunità scientifica, tuttavia, si è mobilitata ed è passata al contrattacco: si è istituita la “Commissione Darwin”, che, con il documento del 23 febbraio 2005, ha richiesto il reinserimento dello studio del darwinismo. Ma l’escamotage era già pronto. Infatti, nelle modifiche ai programmi di Scienze della scuola media approvate nello scorso ottobre, si fa accenno alla teoria dell’evoluzione, ma solo in terza media, con la contorta formula: “Interazioni reciproche tra geosfera e biosfera, loro coevoluzione. Darwin”.
…alla ricerca medica… – Intanto, anche negli Stati Uniti d’America è partita l’offensiva dei “teoconservatori” che, in sintonia con il cardinale Schonborn, affermano che la teoria dell’evoluzione di Darwin altro non é che una pericolosa ideologia, atta ad intaccare la fede nel sovrannaturale “disegno intelligente”, cioè nel primus movens della creazione. Alla crociata antidarwinista, tuttavia, non ha aderito la parte più illuminata del cattolicesimo, come dimostra la presa di posizione del cardinale Poul Poupard, presidente del Pontificio consiglio della cultura, che il 3 novembre 2005, in una conferenza stampa, ha dichiarato di non considerare il darwinismo una minaccia per la fede. Ultimamente tutto questo accanimento si è rivolto anche contro la ricerca medica. Nel giugno 2005 si sono tenuti in Italia i quattro referendum per l’abrogazione di alcune parti della legge sulla procreazione assistita che, tra l’altro, impedisce di far ricorso all’uso di cellule staminali per la cura di malattie a tutt’oggi incurabili. L’attacco clericale contro i referendum è stato martellante, incessante e soffocante: il referendum è fallito, travolto dall’astensionismo.
…e ai diritti civili – Non vengono risparmiati neanche coloro che chiedono il riconoscimento legale dei propri diritti, altrove pienamente riconosciuti. Attacco alle donne. Si susseguono continuamente da parte del Vaticano critiche spietate alla legge 104 e contro la sperimentazione della pillola abortiva Ru486. Qualche esponente della destra sostiene e fa suoi questi giudizi negativi, promettendo di rivedere il tutto. Attacco alle coppie di fatto e omosessuali. La Chiesa e i politici dell’area conservatrice dichiarano di non voler ammettere e legalizzare i Pacs (Patti civili di solidarietà), sostenendo anche che le unioni omosessuali non hanno ragione d’esistere, perché non sono finalizzate alla procreazione, ma solo a “perversi piaceri” personali. Ricordiamo che la ricerca, sia scientifica, sia medica, ha già da tempo un proprio codice deontologico che la regola. In più, il diritto alla salute di tutti i cittadini è sancito dall’articolo 32 della Costituzione: la legge 104, confermata dalla maggioranza dei cittadini tramite referendum, rispetta in primo luogo la salute, ma anche la privacy, delle donne. Infine, riguardo alle coppie di fatto e omosessuali, sarebbe ora che tutti capissero l’importanza di queste unioni, che devono essere garantite da apposite leggi. È soprattutto necessario che non passi la confusione tra reato e “peccato”: il primo è determinato da precise norme civili e giuridiche e tiene conto dell’evoluzione dei costumi e della società; il secondo, secondo la morale cattolica, spesso bigotta, è lasciato in balia degli anatemi intolleranti e ipocriti delle massime gerarchie religiose e pretende di essere definito una volta per tutte sub specie aeternitatis.
Difendere la democrazia – Gustavo Zagrebelsky, giudice della Corte costituzionale, spiega in Questa Repubblica (Le Monnier) che la democrazia, quando è minacciata dall’intolleranza e dal razzismo – soprattutto se sostenuti da organismi forti, come partiti politici e vertici religiosi -, ha il dovere di lottare e di tutelarsi. Ma la democrazia non può essere difesa se non rafforzandola, applicandone i principi e trasformandoli in leggi, diffondendo le sue ragioni e favorendo lo spirito di tolleranza. E una società democratica, per Zagrebelsky, non degenera solo “se tiene nel massimo onore la diversità e l’originalità degli individui e se promuove modi di vita sociale e culturale che valorizzino […] ciò che di specifico e personale c’è in ognuno di noi”. Le tante generazioni di studenti, che hanno conosciuto le teorie evoluzionistiche di Charles Robert Darwin in giovane età senza subire turbamenti, si domandano se non sia la mistificazione della realtà a confondere le menti, anziché una corretta e approfondita informazione scientifica.
Mariella Arcudi
(LucidaMente, anno I, n. 4, maggio 2006)