Qualche curiosità: eccellenze, esagerazioni, sublimità e bassezze. Con alcuni dati oggettivi e documentabili e altri lasciati al gusto del cronista
Ecco una sorta di guinness dei primati dei fumetti. E cominciamo dall’inizio, dal numero uno.
Il primo personaggio a fumetti della storia – Il 16 febbraio 1896, il quotidiano di Joseph Pulitzer, New York World, pubblica il personaggio The Yellow Kid di Richard Felton Outcault, ritenuto il primo eroe dei comics. Anche se prima di Yellow Kid erano state forgiate forme artistiche che potrebbero rientrare nella definizione di fumetto (come l’Histoire de monsieur Jabot dello svizzero Rodolphe Töpffer, le storie di Max e Moritz di Wilhelm Busch, datate 1865, La Famille Fenouillard, di Christophe, 1833), è “il ragazzo giallo” a dare il via a una serie di “eroi” del fumetto collegati alle modalità di informazione e d’intrattenimento che nascono dallo sviluppo dell’industrializzazione e dall’influenza che questa ha sulla comunicazione di massa.
Il fumetto più venduto – L’albo più acquistato è stato X-Men n. 1 del 1991, che vendette 7 milioni di copie e, per questo, ricevette, al San Diego Comic-Con, il Guinness World Record per l’albo più venduto al mondo. In Italia il fumetto più diffuso è Tex, che ogni mese assicura alla Sergio Bonelli Editore la vendita di 220.000 copie. Ma Tex si assicura anche un altro primato e cioè quello di essere…
Il fumetto più longevo d’Italia – Il primo numero di Tex in formato a striscia, ideato da Sergio Bonelli con i disegni di Aurelio Galeppini (Galep), risale al 30 settembre 1948, oltre sessant’anni fa.
Il più costoso albo a fumetti – Per l’acquisto all’asta del numero 1 di Action Comics, dell’anno di grazia 1938, contenente la prima avventura di Superman, sono stati spesi 2.161.000 dollari. L’albo racchiude un altro record, dal momento che si tratta del primo comic book stampato negli Stati Uniti. In precedenza, infatti, i fumetti trovavano ospitalità esclusivamente presso i quotidiani. In Italia il record lo detiene in potenza (non siamo in possesso di informazioni ufficiali) il primo numero di Diabolik, uscito nel novembre del 1962. Il valore è dato dal fatto che di quel numero furono stampate solo poche copie che rimasero in edicola per qualche mese, prima di essere ritirate per finire chissà dove. Il personaggio, infatti, era passato quasi inosservato. Dovettero trascorrere tre mesi prima che fosse distribuito il secondo numero, ma il successo giunse solo qualche mese più tardi. Se esistesse, il primo numero di Diabolik, tenuto in condizioni “da edicola”, potrebbe essere valutato tranquillamente 8.000 euro. In buone condizioni è stato venduto all’asta per 5.000 euro.
Il fumetto più trash – Seppure il campo sia vasto, non si può non concedere la palma a Kill Killer, realizzato alla fine dello scorso millennio da Roberto Galati. Sono già sufficienti i credits in seconda di copertina a farne un cult: «Kill Killer, personaggio creato da Roberto Galati, a cura di Roberto Galati, copertina di Roberto Galati, soggetto, sceneggiatura, disegni, nome, storia, personaggi sono stati realizzati da Roberto Galati» (lo avreste mai detto?). Invece (delusione!) «direttore responsabile: Matteo Giordano». Ma, per fortuna, è «direttore editoriale: Roberto Galati; art director: Roberto Galati; distribuzione: R. Galati; distribuzione, casa editrice: Roberto Galati Editore 1999; trade mark ® ‘Kill Killer’ is trademark registered. All right riserved by © Roberto Galati Editore» (Alleluia!). L’onnipresenza dell’autore non si ferma qui, ma compare ancora in terza di copertina, dove l’editore (Galati) presenta il personaggio e il suo autore (Galati), con tanto di foto di Galati e ritratto di Galati realizzato (indovinate un po’?) da Galati stesso.
Il fumetto più brutto – Vedi sopra. Kill Killer, disegnato con pressapochismo dilettantesco, contiene storie veramente brutte, espressione di un qualunquismo autoritario misto a “filosofie” da bar sport.
Il fumetto simbolo del nostro paese – Sollecitati recentemente dalla trasmissione di Radio 24 L’Italia vista dallo spazio, condotta da Achille Corea, a individuare ventiquattro soggetti simbolo del nostro paese da portare nello spazio, i radioascoltatori, in buona parte, hanno segnalato Alan Ford e il Gruppo TNT come fumetto esemplificativo della nostra italietta. Chi conosce l’agente segreto e la più scalcagnata agenzia investigativa della storia del fumetto non si chiederà di certo il perché.
Per chi intendesse leggere altri articoli di LucidaMente su letteratura popolare e fumetti, consigliamo, tra gli altri: Quando in Italia impazzava il fumetto erotico Quei “superuomini” di Salgari Le antiche eroine di carta “Frigidaire” & C. e censura di Stato I nostri cari, vecchi, bellissimi fumettiAntonio Tripodi
(LM MAGAZINE n. 25, 15 settembre 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 81, settembre 2012)