Dura critica di un lettore al nostro numero su “Eros senza amore”
L’abitudine di LucidaMente è quella di non censurare mai. Pertanto, ecco, integralmente, la e-mail pervenutaci da un lettore piemontese. Abbiamo solo aggiunto di volta in volta (tra parentesi e in corsivo, con linkaggio) gli articoli cui egli fa riferimento. Questo, per comodità di consultazione degli altri lettori della rivista.
Gentilissimo direttore, avevo finora apprezzato la vostra posizione liberale, radicale, laica, libertaria. E, in particolare, lei e i suoi articoli.
Ma non le nascondo la mia delusione per il numero appena uscito. A cominciare dal suo articolo (Quelle ragazze coi pupazzi di peluche): è letteratura, non giornalismo, intrisa di buonismo e sdolcinatezze retoriche. E che dire dell’intervista alla prostituta brasiliana (Dal Brasile senza passione…): ma dove siete andati a pescare la puttana più triste del mondo? Lasciamo perdere i due articoli sul sesso telematico (…Fino alla “cybersexual addiction” e Il “sexting” contagia anche gli italiani. Minorenni compresi), freddi e sociologici (tra l’altro, se uno è messo tanto male da farsi le seghe al computer…).
Il fondo si tocca con il moralismo da vecchio grillo parlante di Escort, emblema del degrado sociale e, soprattutto, con quella porcheria dell’articolo della Volpi Kellermann (La prostituzione? Va rifiutata dalle stesse donne). Ma che roba è? Perché pubblicate certe cose? La povera signora argomenta da bigottona su tutto, a tal punto che le fa paura persino l’Illuminismo! Vorrebbe un controllo inquisitorio su ogni azione umana, possibilmente da parte di santa madre Chiesa. E torna al vecchio ritornello del corpo di Dio. Cazzo, se il corpo è un dono di dio, ne posso fare quello che voglio. No? Altrimenti, che dono è? Come se uno mi regalasse una Ferrari e poi mi dicesse che però devo tenerla sempre in garage.
E parla a sproposito pure delle scimmie bonobo. Questo animale vive in comunità estremamente pacifiche in cui maschi e femmine hanno pari diritti e dignità. Non sa cosa sia la competizione e condivide le risorse con tutti in maniera equa. Non conosce la guerra l’assassinio e la violenza. Pare quasi che ’sta scimmia sia l’evoluzione dell’uomo. Per il bonobo il sesso è alla base dei rapporti sociali; si accoppia sia con etero che con omosessuali. Tali scimmie prima fanno un’orgia e dopo mangiano senza mai litigare. Il bonobo, sessualmente appagato, non è aggressivo, non discrimina il diverso, non va al family day… È la prova che far sesso fa star bene e fa diminuire l’aggressività e l’intolleranza. Ci pensasse un po’, la Kellermann, prima di scrivere stronzate.
Si salvano l’articolo della Calamani (I fantasmi della strada), che appoggia la legalizzazione della prostituzione, e il videoclip (Le “Escort 25” cantate da Immanuel Casto), che perlomeno è ironico. E, paradossalmente, la ripresa del video con l’intervista alla troia (“Racchie? E di sinistra? Che se ne stiano a casa!”), che non fa la moralista e l’ipocrita. Del resto, non ci sono sempre state fasciste che si vendevano al potente di turno? Vogliamo raparle a zero?
Mi auguro che torniate a essere un po’ più libertari e trasgressivi, specie su argomenti come quello del sesso, che di tutto hanno bisogno, tranne che di moralismo.
Le immagini: fotografie di Betto (http://www.flickr.com/photos/bettofoto), per gentile concessione dell’artista.
Mario Galbusera – Biella
(Lucidamente, 27 gennaio 2012)
Gentilissimo lettore,
la nostra rivista è solita accettare articoli con opinioni di ogni genere e, a volte, anche non in consonanza con le idee della redazione. In particolare, la Volpi Kellermann non è una collaboratrice, né tanto meno una nostra redattrice. Non condividiamo quasi nulla delle sue argomentazioni – tranne, forse, il discorso della ricaduta sociale delle scelte individuali –, tuttavia, alla maniera di Voltaire, difendiamo il suo diritto a esprimersi. In un mondo migliore, non dovrebbero esistere la prostituzione o forme surrettizie della sessualità che non includano anche l’amore. Siccome il mondo è imperfetto e idealismi e utopie – la Storia lo insegna – producono orrori, riteniamo che la “riduzione del danno” sia la scelta migliore. Continui, comunque, a seguirci. Ci auguriamo di non deluderla mai sul piano della libertà e della tolleranza.
Sono il grillo parlante. E’ vecchia la domanda “ma siete anche voi moralisti sul sesoo?”. Ebbene, finchè si pensa con la pancia, e le escort anche con altro (e si sa sono organi non fatti per pensare) credo sia imevitabile ed anzi augurabile fare del moralismo. Persino quello di grana grossa. Meglio del qualunquismo di sicuro. Bisogna poi leggere anche fra le righe: in fondo si chiede di rispettare la dignità, di avere rispetto per se stessi. Si può, essendo meno superficiali.
Ottimo scambio di vedute. Confermando la libertà e la tolleranza di LucidaMente e ogni stima per l’ampiezza mentale dell’amico Rino Tripodi, questa volta sono d’accordo totalmente con il lettore Mario Galbusera. Un saluto a tutti.
Grazie comunque, Lucilio, per il tuo intervento. Quando vorrai, potrai scrivere un tuo contributo, che accoglieremo volentieri.
Egregio direttore, Voltaire aveva ragione nel difendere la libertà di espressione di chiunque ma non ha mai detto che si sarebbe messo a diffondere, come oggi avviene con questo giornale, quelle che lui riteneva sbagliate. Ma a parte queste considerazioni di responsabilità editoriale che lascio alla sua redazione l’intervento del lettore sembra indicare come via di sviluppo naturale della razza quella che porti ad un individuo costituito da un tubo digerente e da un organo sessuale. Il DNA dello scimpanzè Bonobo si differenzia da quello dell’essere umano solo per l’1,5%, tanto che nel 2005 è stato fatto un Congresso a San Francisco su questo argomento cercando di capire come lo scimpanzè Bonobo, che nella catena evolutiva sembra arrivare dopo l’essere umano, viva ancora nelle foreste mentre l’uomo è già andato sulla luna ! Ma qui dovrei portarle troppe argomentazioni scientifiche che forse ai suoi lettori non interessano, comunque ricordo una cosa sola, in Fisica la legge di accrescimento della entropia condanna per sempre tutto alla morte e questa legge, che è la legge della morte, è scolpita in termini matematici sulla tomba del suo scopritore Ludwig Boltzmann. Che senso avrebbe vivere sapendo di morire ? La consapevolezza della ineluttabilità della morte è l’unico strumento che può muovere in senso positivo le nostre scelte di vita.