Il Belpaese sprofonda nel baratro di una grave crisi economico-sociale, ma in tv si continua a parlare delle (dis)avventure erotiche del Cavaliere
Giovedì scorso Servizio Pubblico ha mandato in onda le rivelazioni di Michelle Bonev sulla nuova fidanzata di Silvio Berlusconi, ma il programma di Michele Santoro non è parso votato alla denuncia del sistema che ruota attorno a Berlusconi, bensì a portare acqua al mulino dell’audience.
Che la Bonev all’improvviso si sia “redenta” non ci convince proprio. È bastato, infatti, un personaggio come Maurizio Belpietro per mettere in crisi la malcapitata. Santoro mostri le carte, non giri intorno ai fatti con la solita finzione dello scoop: dichiarazioni come quella della Bonev ormai annoiano, ha ragione Massimo Cacciari. Servizio Pubblico non è Novella 2000 e ha responsabilità etico-politiche maggiori. In un’Italia arrancante, piena di mille problemi, perdere tempo con la Bonev e Belpietro è un fenomeno che la dice lunga sulla qualità dei nostri media. E Santoro, forse, è il miglior conduttore italiano di talk show!
La legge dell’audience è responsabile della sufficienza etica con cui vengono trattati i vari problemi, perché spinge a calcare sulla volgarità e sull’arroganza, puntando sulla provocazione e la violenza verbale. Su questo ha costruito la sua fortuna Vittorio Sgarbi, per fortuna del buonsenso oggi in declino, ma solo perché la reiterazione ossessiva del suo personaggio ha stancato. Nel solco della volgarità vincente – segno di certa immaturità nell’ascolto – si va avanti con programmi che hanno ben poco rispetto della consistenza della realtà, preferendo svilire le questioni per attirare il pubblico attraverso i litigi e la retorica, mentre i problemi seri vengono emarginati oppure ridicolizzati.
Nell’errore è caduto anche Servizio Pubblico, che in genere è un programma ben allestito giornalisticamente, ma che proprio per questo avrebbe dovuto evitare cadute di stile. Santoro ha frugato fra le lenzuola di Berlusconi con un compiacimento quasi sadico, ribadendo ciò che già si sapeva dell’universo berlusconiano. Mancano, tuttavia, foto o filmati che inchiodino una volta per tutte il personaggio milanese alla sua mediocrità estrema di essere umano: sappiamo che le dichiarazioni non bastano più, anzi che stufano. Marco Travaglio, in trasmissione, ha detto una frase molto giusta: «Ciò che si dice su Berlusconi può essere recepito dal pubblico come vero o falso allo stesso tempo». Intanto, però, in tv si continua a parlare del Cavaliere e non dell’Italia che sta cadendo a pezzi.
L’immagine: foto di Michele Santoro (autore: Elena Torre; fonte: www.flickr.com) e di Marco Travaglio (autore: Jaqen; fonte: www.flickr.com).
Dario Lodi
(LucidaMente, anno VIII, n. 94, ottobre 2013)