Un simbolo d’amore e un rito ancestrale… e già gli antichi Romani avevano scelto l’anulare
Un mondo sconfinato fatto di storie, tradizioni, curiosità, folklore per un simbolo di amore che è rimasto intatto attraverso tutte le epoche. Stiamo parlando di anelli di fidanzamento, un concetto che tutti conoscono e che è ammantato da memorie che lo rendono un tema ammiccante. Un percorso che parte dalla decisione del futuro sposo di convolare a nozze con successiva proposta da fare alla propria amata: ebbene, sempre la tradizione impone che a corollario di questa richiesta vi sia il rito della consegna dell’anello di fidanzamento ufficiale, un modo per sancire in modo ineluttabile un legame. Un rito che esiste, secondo la leggenda, dai tempi degli antichi Romani e forse anche da prima, quando la consegna di un anello a una donna era un significativo gesto per dimostrarle fiducia con annessa volontà di creare un nucleo familiare.
Il rito dell’anello di fidanzamento nella storia
Ovviamente, gli anelli che venivano dati in quei tempi erano di tutt’altra foggia rispetto a quelli moderni. Si trattava di esemplari in ferro e in oro, materiale quest’ultimo già da allora tenuto in massima considerazione per il suo valore. Tutt’oggi gli anelli in oro rappresentano un qualcosa di prezioso anche se, soprattutto se si fa riferimento a proposte di matrimonio e fidanzamento, sono stati sostituiti da altri materiali: il caso più esplicativo è il solitario con diamante, un gioiello sempre speciale per chi lo riceve e che viene usato soprattutto proprio per le richieste di fidanzamento. Ovviamente, trattandosi di diamanti, si deve avere l’accortezza di verificare che il gioiello acquistato sia certificato, visto che, se non si acquistano presso realtà affidabili, si può anche incorrere in diamanti contraffatti.
Perché al dito anulare?
Quale che sia il modello che si va a scegliere, il rito dell’anello di fidanzamento prevede una serie di credenze e finanche superstizioni che hanno resistito al passare dei secoli. Per quanto riguarda la scelta del dito anulare, deputato a indossare l’anello di fidanzamento, si tende a pensare che questo dipenda dalla credenza che l’anulare contenesse la vena amoris, una vena collegata al cuore. Ipotesi che trovava fondamento nell’opera Noctes Atticae di Aulo Gellio (circa 125-180 d.C.). Una volta accettato, l’anello va a sancire il fidanzamento ufficiale diventando proprietà della sposa solo al momento delle nozze: è, quindi, una sorta di pegno. Che dovrebbe essere restituito se fosse la sposa stessa a rinunciare alle nozze. Sempre secondo tradizione di alcuni territori, il dono dell’anello di fidanzamento da parte dello sposo alla futura sposa dovrebbe essere ricambiato da quest’ultima con un orologio o un paio di gemelli da indossare il giorno delle nozze.
Arianna Mazzanti
(LucidaMente, anno XIV, n. 166, ottobre 2019)