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Home ARTE

Antonio Calderara, dal divisionismo all’astrattismo (Lugano, fino al 22 gennaio 2017)

Gabriele Bonfiglioli by Gabriele Bonfiglioli
2 Gennaio 2017
in ARTE, EVENTI CULTURALI, IL PIACERE DELLA CULTURA, ON AIR / CONSIGLI AL VOLO / PUBBLIREDAZIONALI, VIAGGI-TURISMO
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Il Museo d’arte della Svizzera italiana dedica al pittore lombardo la mostra “Una luce senza ombre”: la celebrazione di un maestro attraverso i decenni salienti della sua attività 

Fino a domenica 22 gennaio 2017 un grande del patrimonio culturale italiano troverà casa Oltralpe. Infatti, il Museo d’arte della Svizzera italiana (Masi), in piazza Bernardino Luini 6, a Lugano, ospita la mostra Antonio Calderara. Una luce senza ombre, curata da Elio Schenini e dedicata, per l’appunto, al pittore milanese Antonio Calderara (Abbiategrasso, 1903 – Vacciago, 1978), con quasi duecento opere provenienti da musei e collezioni private europee.

19-antonio calderara La rassegna, inaugurata lo scorso 1° ottobre, innesta un forte dialogo attorno al tema della luce con un’altra esposizione presente al Masi, quella dedicata all’artista francese Paul Signac (Riflessi sull’acqua, visitabile fino a domenica 8 gennaio 2017), massimo esponente della tecnica del divisionismo in pittura. Il Museo d’arte della Svizzera italiana rappresenta il risultato di una profonda revisione delle politiche culturali che ha portato all’unificazione del Museo cantonale d’arte e del Museo d’arte di Lugano e ha due sedi: il Lac (Lugano arte e cultura, in piazza Luini 6), dove vengono allestite diverse esposizioni contemporanee, e palazzo Reali (in via Canova 10), dove il lavoro è concentrato soprattutto nella valorizzazione della storia artistica del territorio.

Calderara, figura tanto chiave quanto appartata del recente panorama figurativo italiano, si avvicina alla pittura da autodidatta. Durante questo periodo aurorale, il suo lavoro si contraddistingue per paesaggi e scene domestiche, muovendosi tra il divisionismo e l’esperienza milanese del Novecento. Attorno alla metà degli anni Trenta, Calderara dimostra di aver ormai raggiunto una piena maturità pittorica, espressa attraverso pennellate libere e vibrazioni luminose. Nei decenni successivi, egli sperimenta sempre più il disfacimento delle forme e predilige formati molto piccoli, fino a sfiorare la miniatura.

19, calderara, dipintoL’anno della svolta è il 1959, quando orienta il proprio lavoro verso l’astrazione e la non oggettività assoluta. Nella Milano degli anni Cinquanta, accanto ad artisti del calibro di Enrico Castellani, Gianni Colombo, Dadamaino, Lucio Fontana e Piero Manzoni, Calderara trova un ambiente culturale fervido per la sua crescita professionale. Caratteristica cardine delle sue tavole degli anni Sessanta e Settanta è la presenza di una luce-colore che traduce la sua aspirazione a «dipingere il nulla, il vuoto, che è tutto, il silenzio, la luce, l’ordine, l’armonia. L’infinito». La sua rigorosa astrazione lo ha portato a essere apprezzato anche dal pubblico internazionale, soprattutto in Germania.

L’evento di Luganoè la seconda esposizione in Svizzera del pittore milanese, dopo quella del Kunstmuseum di Lucerna del 1969. La mostra è composta da tre sezioni principali, divise secondo un ordine cronologico. La prima comprende le opere degli anni Venti e Trenta, legate strettamente al Novecento italiano, mentre la seconda si focalizza sul progressivo passaggio all’astrazione degli anni Quaranta e Cinquanta. La sezione più ampia è però quella dedicata alla ricca produzione astratta degli anni Sessanta e Settanta che lo ha reso celebre.

19, calderara, astrattismoUn’ulteriore parte è formata da una selezione di opere provenienti dalla collezione personale di Calderara, raccolte attraverso scambi con altri colleghi. Intitolata La storia di Antonio Calderara e una scelta di artisti contemporanei suoi amici, venne completata nel 1976 e comprende 271 lavori di 133 pittori differenti (incluse 50 opere dello stesso Calderara). Qui i suoi quadri dialogano con gli altri, testimoniando sia le affinità che le discordanze del suo percorso creativo rispetto al panorama d’avanguardia degli anni Sessanta e Settanta. L’intera collezione è affidata alla Fondazione Antonio e Carmela Calderara ed è sempre visitabile, da maggio a ottobre, presso la casa–museo di Vacciago, dove egli stesso la collocò. La rassegna è poi accompagnata dall’omonimo catalogo Antonio Calderara. Una luce senza ombre (bilingue italiano–inglese), edito da Skira e, assieme alle immagini a colori delle opere esposte, con i testi critici di Paola Bacuzzi, Eraldo Misserini, Hans Rudolf Reust ed Elio Schenini, nonché la prefazione di Marco Franciolli, direttore del Masi.

La mostra Antonio Calderara. Una luce senza ombre è visitabile fino a domenica 22 gennaio 2017, dal martedì alla domenica (ore 10-18, eccetto giovedì, quando il museo rimane aperto fino alle ore 20), presso il Lac Lugano arte e cultura (piazza Bernardino Luini 6). Il costo è di € 15,00 per il biglietto intero, mentre è di € 10,00 per il ridotto. L’ingresso è gratuito per gli under 16 e ogni prima domenica del mese. L’acquisto del biglietto dà accesso anche alla mostra Paul Signac. Riflessi sull’acqua. Per informazioni, si può scrivere una mail all’indirizzo di posta elettronica info@masilugano.ch o consultare il sito www.masilugano.ch.

Le immagini: una foto del pittore Antonio Calderara (Abbiategrasso, 1903 – Vacciago, 1978) e due fra i suoi dipinti in mostra a Lugano: Peso ottico giallo e grigio in rettangoli sovrapposti, 1960, olio su tavola, 38×46 cm, Fondazione Antonio e Carmela Calderara, casa-museo di Vacciago; Attrazione quadrata e tensione verticale, 1966, olio su tavola, 27×27 cm, collezione privata.

Gabriele Bonfiglioli

(LucidaMente, anno XI, n. 131, novembre 2016)

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Tags: antonio calderaraarteastrattismofondazione calderara casa-museo vacciagolacLuganoMasipittura
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