• HOME
  • CHI SIAMO
    • CHI SIAMO
    • SU DI NOI
    • STATUTO DELL’ASSOCIAZIONE
  • LA NOSTRA STORIA
    • LA NOSTRA STORIA
    • VECCHI ARTICOLI
      • ATTACCO FRONTALE
      • IL PIACERE DELLA CULTURA
      • INEDITION
      • LA CITAZIONE
      • RECENSIONI
      • SOTTO I RIFLETTORI
  • LA RIVISTA
  • LE NOSTRE RUBRICHE
  • DEDICHE
  • PER SOSTENERCI-PUBBLICITÀ
  • PRIVACY
No Result
View All Result
LucidaMente
  • Home
  • EDITORIALE DEL DIRETTORE
    • EDITORIALE DEL DIRETTORE
    • RACCOLTA EDITORIALI
    • SOTTO I RIFLETTORI
  • TEMATICHE CIVILI
    • TEMATICHE CIVILI
    • ATTACCO FRONTALE
    • DALL’ITALIA
    • DALL’EMILIA-ROMAGNA
    • CITAZIONI
    • INTERVISTE
    • INTERVENTI/RIFLESSIONI
    • GIURISPRUDENZA-DIRITTO DEL LAVORO-AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE (a cura di Alessandro Saggini)
    • DAI LETTORI
  • MONDO E GLOBALIZZAZIONE
    • MONDO E GLOBALIZZAZIONE
    • SCIENZA – AMBIENTE – ECOLOGIA – CAMBIAMENTI CLIMATICI -INQUINAMENTO
    • ECONOMIA – FINANZA – SPESA
    • SALUTE-MEDICINA
    • FAMIGLIA – EDUCAZIONE – SCUOLA
    • VIAGGI-TURISMO
    • ALIMENTAZIONE – CUCINA – RICETTE
  • WEB E NUOVE TECNOLOGIE
    • WEB E NUOVE TECNOLOGIE
    • IL LABORATORIO
    • VIDEO-CLIP
    • ON AIR / CONSIGLI AL VOLO / PUBBLIREDAZIONALI
  • CULTURA
    • RECENSIONI
    • ARTE
    • STORIA
    • RELIGIONI E SPIRITUALITÀ
    • IL PIACERE DELLA CULTURA
    • EVENTI CULTURALI
    • LIBRI
    • FILM-DISCHI
    • CINEMA-MUSICA
    • CITAZIONI
    • CULTURA SPORTIVA
    • CORSI E CONVEGNI
  • Home
  • EDITORIALE DEL DIRETTORE
    • EDITORIALE DEL DIRETTORE
    • RACCOLTA EDITORIALI
    • SOTTO I RIFLETTORI
  • TEMATICHE CIVILI
    • TEMATICHE CIVILI
    • ATTACCO FRONTALE
    • DALL’ITALIA
    • DALL’EMILIA-ROMAGNA
    • CITAZIONI
    • INTERVISTE
    • INTERVENTI/RIFLESSIONI
    • GIURISPRUDENZA-DIRITTO DEL LAVORO-AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE (a cura di Alessandro Saggini)
    • DAI LETTORI
  • MONDO E GLOBALIZZAZIONE
    • MONDO E GLOBALIZZAZIONE
    • SCIENZA – AMBIENTE – ECOLOGIA – CAMBIAMENTI CLIMATICI -INQUINAMENTO
    • ECONOMIA – FINANZA – SPESA
    • SALUTE-MEDICINA
    • FAMIGLIA – EDUCAZIONE – SCUOLA
    • VIAGGI-TURISMO
    • ALIMENTAZIONE – CUCINA – RICETTE
  • WEB E NUOVE TECNOLOGIE
    • WEB E NUOVE TECNOLOGIE
    • IL LABORATORIO
    • VIDEO-CLIP
    • ON AIR / CONSIGLI AL VOLO / PUBBLIREDAZIONALI
  • CULTURA
    • RECENSIONI
    • ARTE
    • STORIA
    • RELIGIONI E SPIRITUALITÀ
    • IL PIACERE DELLA CULTURA
    • EVENTI CULTURALI
    • LIBRI
    • FILM-DISCHI
    • CINEMA-MUSICA
    • CITAZIONI
    • CULTURA SPORTIVA
    • CORSI E CONVEGNI
No Result
View All Result
LucidaMente
No Result
View All Result
Home VECCHI ARTICOLI SOTTO I RIFLETTORI

“Aperto di notte” (“Nattåpent”) del norvegese Rolf Jacobsen

Dalla redazione by Dalla redazione
12 Novembre 2006
in SOTTO I RIFLETTORI
0
0
SHARES
200
VIEWS
Share on FacebookShare on Twitter

Ottimo esordio per la collana Le costellazioni sonore delle nostre Edizioni di LucidaMente, con la raccolta Aperto di notte – titolo originale Nattåpent – (pp. 102, € 11,00) del grande poeta di Oslo Rolf Jacobsen. Le traduzioni, con testo originale a fronte, sono a cura di Randi Langen Moen e Christer Arkefors, dei quali riportiamo l’Introduzione.

La prima raccolta di poesie di Rolf Jacobsen, Jord og jern (Terra e ferro), uscì nel 1933. In essa il Poeta riflette sulla natura, sia quella agreste sia quella urbana (egli è cresciuto sia in città che in campagna), in un modo sorprendente.
Tralasciando la metrica tradizionale, Jacobsen riesce a trovare lirica nel bitume della città, nei binari della ferrovia. Sebbene scriva ciò che sente nel proprio intimo, riesce a rimanere distaccato – come se il fatto che sta parlando al lettore sia semplicemente un caso che si è presentato in modo occasionale. Il Poeta solitario, fuso col mondo di cui parla, immagina un orecchio pronto ad ascoltarlo – perciò parla.

Apparentemente canta l’evoluzione tecnologica, le costruzioni moderne, ma più che altro immette queste cose nuove nella sua immagine globale del mondo, visto che effettivamente esistono, e cerca in esse bellezze e poesia tutt’altro che evidenti. Non è un segno di compiacenza da parte del Poeta ma l’espressione di una profonda paura nel suo animo: dove ci sta portando la tecnologia? Si avverte un senso di tristezza nel Poeta, il quale vede il vecchio mondo scomparire per lasciare spazio a quello moderno, tecnologico. Insomma, ci vuole avvertire dei pericoli nascosti nella tecnologia moderna.

Jacobsen procede nella stessa direzione nella sua raccolta successiva, Vrimmel (Folla di gente), che vede la luce nel 1935. Qui il Poeta, ora più maturo, rafforza l’esplicazione dei suoi intenti esponendo forze maligne che porteranno a una catastrofe. Un certo pessimismo riempie non di rado lo spazio tra le righe, pessimismo spesso creato da forme ironiche e a volte macabre della poesia – Nu stirrer / … / gassmasken ut over verden / med sin snabel nysgjerrig spiss / som ett barn (Ora / … / la maschera antigas guarda fisso il mondo / con la sua curiosa proboscide pungente / come un bambino). Questi versi della poesia Arv og miljø (Eredità e ambiente) sono solo uno tra i tanti esempi.

La morte si è adesso radicata nella poesia jacobseniana (e non la lascerà più), ma senza soffocarla, senza rendere l’atmosfera eccessivamente pesante. Inoltre, Jacobsen mostra una notevole abilità nel cercare immagini suggestive e spesso irreali, ad esempio bambole animate in un negozio. Il Poeta cerca, come nella raccolta precedente, di identificare la civiltà moderna – una civiltà affascinante in quanto nuova, ma che allo stesso tempo suscita paura in quanto sconosciuta.
Nella sua terza raccolta, Fjerntog (Treni a lungo percorso), del 1951, Jacobsen amplia le sue visioni naturalistiche; nessun tipo di natura, galattica o microscopica che sia – ma sempre grandiosa a modo suo -, risulta estranea all’occhio esaminatore del Poeta. Frequenti sono anche i contrasti proposti da Jacobsen: la bellezza della primavera rispetto al freddo dell’inverno ecc.
La posizione del Poeta risulta adesso evidente, egli è nettamente contrario alla moderna cultura tecnologica. Questa rimarrà la sua posizione per il resto della sua vita. Caso mai si rafforzerà ulteriormente. C’è comunque benevolenza nei confronti del mondo che, però, rispetto a prima risulta un po’ meno affascinante – il suo mondo e la realtà coesistono in un equilibrio faticosamente raggiunto. Jacobsen ha ormai trovato la sua espressione, la sua impostazione, il suo naturale modo di poetare, le sue immagini preferite.

Il suo fjerntog procede sostanzialmente su questo binario e, passando per dodici stazioni:
– Hemmelig liv (Vita segreta), 1954;
– Sommeren i gresset (L’estate in mezzo all’erba), 1956;
– Brev til lyset (Lettera alla luce), 1960;
– Stillheten etterpå (II silenzio che segue), 1965;
– Dikt i utvalg (Poesie scelte), 1967;
– Headlines (Titoli principali), 1969;
– Pass for dørene – dørene lukkes (Attenzione alle porte – le porte si chiudono), 1972;
– Samlede dikt (Lanterne) [Raccolta di poesie (Lanterna)], 1973;
– Pusteøvelse (Esercizio di respirazione), 1975;
– Samlede dikt (Ord. utg.) [Raccolta di poesie (Edizione ordinaria)], 1977;
– Tenk på noe annet (Pensa a qualcos’altro), 1979;
– Samlede dikt (Raccolta di poesie), 1982;
  arriva al capolinea con Nattåpent (Aperto di notte) nel 1985.

Rolf Jacobsen rappresenta il modernismo scandinavo, in cui una caratteristica fondamentale è la libera forma poetica dal punto di vista della metrica. Fin dalla sua prima raccolta egli sposa tale modo d’espressione, caratterizzato dalla scarsità di rime. D’altra parte sono frequenti le assonanze e le consonanze.
A seguire proponiamo brevi commenti su alcune delle poesie da noi tradotte. La scelta è stata fatta non perché esse siano più significative delle altre, bensì perché coniugano felicemente i due mondi che Jacobsen esplora – quello esterno del pianeta Terra e quello interiore dell’uomo.
In Zone ombrose troviamo l’esaltazione dell’alba e del crepuscolo in quanto Jacobsen li considera i due momenti che di più si prestano alle riflessioni personali. L’Autore arriva a sostenere che
“Nella penombra vi è la nostra vita”.
Il Poeta vede l’alba come una metafora dell’inizio dell’infanzia e della gioventù, ma sostiene anche che perfino
“le sere son grandiose”;
si intravede così la differenza tra giovani e anziani nella concezione della sera.
Già nelle prime due strofe troviamo il nocciolo del messaggio di questa poesia – allargherà poi la sua panoramica mediante le considerazioni poetiche nelle quattro strofe che seguono. Qui l’Autore posiziona, per così dire, geograficamente la Terra – chiamata “stella del Paradiso” – rispetto alla luce dell’alba che la inonda in primis “a est dell’est, alle Figi”. Il Poeta segue l’alba da est a ovest, fino alla “blu Aconcagua”, ricordandoci che il tramonto, rispetto all’alba, illumina in senso opposto i vari paesaggi del mondo:
“Con le sere è l’opposto”.
Egli vede nell’alba e nel crepuscolo i contorni di un viso nel quale spiccano “gli zigomi”, cioè i momenti decisivi della vita di ogni persona. Di particolare intensità è la metafora dell’amore espressa nel verso
“II giorno arriva con una rosa nella mano”.

Nella prima strofa di La bellezza dei ponti Jacobsen visualizza questo aspetto positivo dei ponti considerandoli legami fra due punti opposti e, in tale veste, anche presunti messaggeri di pace. Alla fine della seconda strofa il Poeta passa direttamente dalla descrizione dei ponti a una visione di carattere estetico in cui risalta la vita umana vista tramite le metafore di “gemme” lucenti e “corone di fiori” e in seguito personalizzata dalla più concreta constatazione di
“la mia mano nella tua.
Vien qui a veder”.
Nella terza strofa Jacobsen innalza lo sguardo oltre le persone e gli stessi ponti, verso l’arcobaleno, anch’esso dalla forma convessa di un ponte. Il Poeta, rivolgendosi agli esseri umani, formula l’imperativo “costruite”, esprimendo così il desiderio in lui sempre operante di mettere la sua poesia al servizio dei lettori – come se fosse un vademecum di carattere morale ed estetico.
Dai ponti e dall’arcobaleno lo sguardo di Jacobsen persegue “pilastri” e “torri” per poi concentrarsi sul suono degli spifferi provenienti da alcuni cavi. In tal modo, collegando l’udito al mondo visivo, percependo anche il soffio dell’aria quale ponte, il Poeta riesce a unire il visibile all’udibile.
La scena delle sue riflessioni risulta così ampliata dalle metalliche costruzioni alla terra e al sottoterra. L’universo poetico comprende ormai tutta la sfera vitale – dal cielo al fondo di una cava.
Nella parte finale della poesia avviene un incontro fra due persone – si vedono infiammarsi i loro visi. Con questa indicazione di calore umano la poesia si apre verso dimensioni religiose e filosofiche. Jacobsen allude alla pace in senso lato – quindi non solo alla pace fra persone e fra popoli, ma senza dubbio alla pace come stato d’animo individuale, sia in chiave psicologica che in chiave religiosa o filosofica.

Nella poesia Jam – Jam traspare la preoccupazione del Poeta riguardo al bisogno avvertito dai giovani e i meno giovani di farsi travolgere dall’alto volume della musica e da rumori di ogni genere – persino dei jet in partenza. Egli ricorda che tutto questo non è altro che una fuga dalla sensazione di angoscia dell’uomo moderno, avvertita in primo luogo dalle persone giovani. L’Autore ci propone un quadro di entità globale partendo, nel suo viaggio poetico, dalla “break-dance” statunitense e passando attraverso “juke-box” e “hard-rock”, ormai diffusi in buona parte del mondo.
Può sembrare che Jacobsen inviti i giovani a divertirsi in un modo tanto sonoro, ma il tono ci risulta prettamente ironico se non amaro. La voce dell’Autore ci appare ammirevolmente giovane – si dimostra, attraverso la sua poesia, di un’indole notevolmente flessibile e giovanile nonostante i suoi ottant’anni d’età.
Egli si lascia coinvolgere nell’atmosfera delle discoteche come se appartenesse alla generazione verde, ma le sue riflessioni in merito risultano quelle di una persona matura e preoccupata.

Nella poesia Pensieri sul lago di Sjodal il tema dell’ecologia contemporanea si colloca in primo piano e si collega esplicitamente a riferimenti sulle tradizioni bucoliche e musicali campestri della Norvegia nei secoli passati. Il Poeta si porta indietro fino a un altro inno che celebra la dignità dell’uomo, e cioè quello sul medievale Hàvamàl, una poesia ammonitrice del modo di comportarsi che l’allora ignoto Autore rivolse ai suoi contemporanei in lingua norrena. Il Poeta ricorda che
“In nessun paese che io conosca
si sono uditi così tanti corni e arpe”.
e che perfino l’acqua delle cascate canta e ci chiama inducendoci a sognare. Un collegamento alla musica dei compositori del Romanticismo norvegese, quali un Ole Bull o un Edvard Grieg, ci risulta evidente.
Inoltre, il “canta”, visto in senso lato, riporta anche all’atto del poetare, un’interpretazione nostra questa che viene ulteriormente sottolineata dal verbo “sognar”.

In II paese che è diverso Jacobsen traccia una mappa della Norvegia soffermandosi su alcune caratteristiche essenziali. Egli riflette sulla situazione odierna del paese, partendo dall’aspetto topografico, cogliendone i particolari preponderanti quali la sua lunghezza e il suo continuo protendersi verso nord:
“Verso nord, verso nord senza fine”.
– lo chiama anche “il Tibet d’Europa”.
In questa sua riflessione l’esistenza umana entra in perfetta sintonia con il profilo esterno del paese:
“Ci stringiamo laddove c’è terra e di che vivere,
tante case in valli strette”.
Con un tono fra l’orgoglio e il rassegnato il Poeta continua:
“Ma siamo nati per questo paese,
procreati da monti e mari nel grigiore dei tempi”.
Gli ultimi quattro versi contengono un riferimento alla storia della Norvegia, in particolare al periodo della seconda guerra mondiale durante la quale la resistenza norvegese contrastò il predominio dei tedeschi nella loro occupazione del paese (finché questi ultimi non furono definitivamente sconfitti dalle forze alleate nel maggio del 1945).
Il Poeta sembra voler far intendere, in parte però metaforicamente, che lo stesso paesaggio norvegese, da lui definito “ripido”, abbia influenzato il carattere dei norvegesi, un po’ più sulle sue rispetto ai “vicini” – gli svedesi e i danesi. E’ un pensiero, questo, che richiama le teorie darwiniane e positivistiche sull’importanza dell’ambiente nella formazione dell’uomo.
Che l’ultimo verso (“è troppo ripido qui”.) sia stato ideato anche un po’ a mo’ di scherzo o, addirittura, come una battuta, non vogliamo escludere. Comunque sia, la poesia risulta un’eloquente lezione, in pochi versi, di geografia e di storia.

Nell’ultima parte della raccolta Jacobsen ripercorre strade e momenti della sua vita con Petra, sua moglie per tanti anni. Aperto di notte fu composto come un’immediata conseguenza della perdita della moglie; l’ultima parte della raccolta ci risulta infatti uno sfogo pacato di un uomo anziano che si ritrova a esaltare sì i giorni felici, ma anche a commiserare quelli tristi – comunque mai senza la velata saggezza di chi, come un poeta, vede i fatti reali della vita come punto di partenza per un savoir faire che unisca gli uomini portando a una dimensione di comprensione e accettazione del destino di ognuno di noi.

L’immagine: in quarta di copertina del volumetto, una veduta di Storsjøen a Nord-Odal, nella regione di Hedmark, territorio dove Rolf Jacobsen visse.

Randi Langen Moen e Christer Arkefors

(LucidaMente, anno II, n. 3 EXTRA, supplemento al n. 13, 15 gennaio 2007)

Print Friendly, PDF & Email
Tags: Aperto di notteArv og miljøAttenzione alle porte le porte si chiudonoBrev til lysetChrister ArkeforsDikt i utvalgEredità e ambiente)Esercizio di respirazioneFjerntogFolla di genteHeadlinesHedmarkHemmelig livII silenzio che segueIl paese diversoineditionJam - JamJord og jernL'estate in mezzo all'erbaLa bellezza dei pontilanternaLanterneLettera alla luceLezione di geografia 1 e 2lirica norvegeselucidamentenaturanordNord-OdalNorvegiaOrd. utg.osloPass for dørene dørene lukkesPensa a qualcos'altroPensieri sul lago di Sjodalpoesia norvegesePoesie sceltePusteøvelseRaccolta di poesieRandi Langen MoenRolf JacobsenSamlede diktscandinaviaSommeren i gressetStillheten etterpåStorsjøenTenk på noe annetTerra e ferroTitoli principaliTreni a lungo percorsoVita segretaVrimmelZone ombrose
Previous Post

“Improvvisarono un concerto…”

Next Post

“La coscienza non subirà un graffio”

Dalla redazione

Dalla redazione

Next Post

"La coscienza non subirà un graffio"

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I agree to the Terms & Conditions and Privacy Policy.

Consigliati

La religione ecologista

La religione ecologista

1 giorno ago
A 90 anni dal New deal

A 90 anni dal New deal

1 giorno ago
Province e Città metropolitane, qualcosa si muove

Province e Città metropolitane, qualcosa si muove

1 giorno ago
Come gli alieni conquistarono la Terra…

Come gli alieni conquistarono la Terra…

1 giorno ago

Newsletters

    CASELLA DI VERIFICA:

    * Accetto i termini sulla privacy che ho letto Qui

    Articoli archiviati

    Trend principali

    Eccellenza Donna 2023 a Nicoletta Piccininno

    Eccellenza Donna 2023 a Nicoletta Piccininno

    1 giorno ago
    Segreti e delitti fra le mura del Castello Estense

    Segreti e delitti fra le mura del Castello Estense

    1 giorno ago
    “The Big Brother is watching you”

    “The Big Brother is watching you”

    13 anni ago

    I più letti

    Come provocare una guerra facendo la vittima

    Come provocare una guerra facendo la vittima

    4 settimane ago
    Il bellicismo che rende ardua la pace in Ucraina

    Il bellicismo che rende ardua la pace in Ucraina

    4 settimane ago
    Enzo Jannacci, dieci anni dopo

    Enzo Jannacci, dieci anni dopo

    4 settimane ago
    “Il bambino delle capre” di Thomas Zettera

    “Il bambino delle capre” di Thomas Zettera

    3 settimane ago
    La schizofrenia del Potere

    La schizofrenia del Potere

    4 settimane ago
    LucidaMente

    Ideata e fondata da Rino Tripodi e regolarmente on line dal 2006, rinnovata nel 2011 da un’idea di Francesco Fravolini, LucidaMente è una «Libera rivista telematica mensile di cultura ed etica civile, per un’Italia più bella, più libera e più giusta», che, ad oggi, conta oltre 3.000 articoli on line. Forse la parola che meglio può descrivere la sua anima è libertà. Chi scrive per LucidaMente sa che può esprimere in piena autonomia le proprie idee. Unici criteri: il corretto italiano, la cultura, la bellezza, il buon gusto, l’intelligenza, la sensibilità e l’originalità…

    [leggi tutto]

    Articoli più letti

    • Gli effetti devastanti delle benzodiazepine

      Gli effetti devastanti delle benzodiazepine

      124 shares
      Share 124 Tweet 0
    • “The Big Brother is watching you”

      7 shares
      Share 7 Tweet 0
    • Animaletti vivi schiacciati sotto tacchi a spillo

      31 shares
      Share 31 Tweet 0

    Ultimi articoli inseriti

    La religione ecologista

    La religione ecologista

    26 Marzo 2023
    A 90 anni dal New deal

    A 90 anni dal New deal

    26 Marzo 2023
    Province e Città metropolitane, qualcosa si muove

    Province e Città metropolitane, qualcosa si muove

    26 Marzo 2023
    Neocapitalismo, erotomania e pornocrazia

    Neocapitalismo, erotomania e pornocrazia

    26 Marzo 2023
    Come gli alieni conquistarono la Terra…

    Come gli alieni conquistarono la Terra…

    26 Marzo 2023

    © Copyright 2020 — LucidaMente. C.F. 91333500378
    LucidaMente è registrata presso il Tribunale di Bologna, n. 7651 del 23 marzo 2006. Il codice Cnr-Ispri è ISSN 1828-1699. Iscritta al Roc n. 21193.
    Editore: Associazione culturale LucidaMente
    Fondatore e direttore responsabile: Rino Tripodi

    No Result
    View All Result
    • Home
    • EDITORIALE DEL DIRETTORE
      • EDITORIALE DEL DIRETTORE
      • RACCOLTA EDITORIALI
      • SOTTO I RIFLETTORI
    • TEMATICHE CIVILI
      • TEMATICHE CIVILI
      • ATTACCO FRONTALE
      • DALL’ITALIA
      • DALL’EMILIA-ROMAGNA
      • CITAZIONI
      • INTERVISTE
      • INTERVENTI/RIFLESSIONI
      • GIURISPRUDENZA-DIRITTO DEL LAVORO-AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE (a cura di Alessandro Saggini)
      • DAI LETTORI
    • MONDO E GLOBALIZZAZIONE
      • MONDO E GLOBALIZZAZIONE
      • SCIENZA – AMBIENTE – ECOLOGIA – CAMBIAMENTI CLIMATICI -INQUINAMENTO
      • ECONOMIA – FINANZA – SPESA
      • SALUTE-MEDICINA
      • FAMIGLIA – EDUCAZIONE – SCUOLA
      • VIAGGI-TURISMO
      • ALIMENTAZIONE – CUCINA – RICETTE
    • WEB E NUOVE TECNOLOGIE
      • WEB E NUOVE TECNOLOGIE
      • IL LABORATORIO
      • VIDEO-CLIP
      • ON AIR / CONSIGLI AL VOLO / PUBBLIREDAZIONALI
    • CULTURA
      • RECENSIONI
      • ARTE
      • STORIA
      • RELIGIONI E SPIRITUALITÀ
      • IL PIACERE DELLA CULTURA
      • EVENTI CULTURALI
      • LIBRI
      • FILM-DISCHI
      • CINEMA-MUSICA
      • CITAZIONI
      • CULTURA SPORTIVA
      • CORSI E CONVEGNI

    © Copyright 2020 — LucidaMente. C.F. 91333500378
    LucidaMente è registrata presso il Tribunale di Bologna, n. 7651 del 23 marzo 2006. Il codice Cnr-Ispri è ISSN 1828-1699. Iscritta al Roc n. 21193.
    Editore: Associazione culturale LucidaMente
    Fondatore e direttore responsabile: Rino Tripodi

    Per migliorare l'esperienza di navigazione, il sito utilizza i cookie. Per maggiore informazioni leggi la nostra Privacy and Cookie Policy.