Il Psi felsineo interviene sull’esubero del personale degli uffici preposti e i relativi servizi ai cittadini del comprensorio
È di pochi giorni fa la notizia di un esubero di personale nei Centri per l’impiego del comprensorio metropolitano bolognese. Notizia modesta come problema sociale, riguardando “solo” una ventina di addetti. Ma rilevante sia sotto il profilo politico, configurando la scomparsa di fatto del servizio pubblico di collocamento, sia sotto quello umano per le ricadute su coloro, disoccupati ed esodati, che non potranno più disporre di un’assistenza pubblica.
Da un punto di vista amministrativo, a fronte di questa, ma anche di altre scelte riguardanti i servizi e le partecipate, da Tper ad Hera per finire alle Farmacie comunali di cui il Comune di Bologna è tuttora soggetto titolare, si pone un interrogativo: la nuova dimensione nascente della città metropolitana costituisce il superamento della Provincia, meno burocrazia e semplificazione gestionale oppure è una sua malacopia? Se ne mantiene anche in parte i costi senza erogare quei servizi che una società avanzata richiede (peraltro ben espressi nel patto metropolitano per lo sviluppo economico e sociale siglato nel 2015, e tuttavia rimasto più a livello di annuncio che di prassi concreta), evidentemente manca a un proprio dovere riformista.
E tutto ciò sia sotto il profilo del rinnovamento del welfare locale che di quel modello economico-sociale, capace di coniugare e non contrapporre equità ed efficienza, solidarietà e mercato, un tempo vanto di tutta la sinistra e delle sue amministrazioni dell’Emilia-Romagna.
A parte le questioni sociali, se ne pone un’altra, democratica: la nuova dimensione amministrativa sarà eletta o nominata, sarà espressione di tutti i cittadini “metropolitani” o solo di quelli bolognesi? Senza una vera eguaglianza di diritti e di doveri non nascerà una nuova comunità ma un pasticcio. Detto questo, ci interessa trovare, fra l’ideale, il reale e il possibile, una soluzione anche provvisoria ma concreta al problema dei centri per l’impiego. Per esempio, allocando un servizio di orientamento e incontro fra domanda ed offerta d’impiego presso i Comuni del comprensorio metropolitano, che sono e rimangono l’istituzione più vicina alla gente e alla società. Ci attendiamo dunque che i sindaci, gli enti locali, le forze politiche e sociali operino concretamente in tal senso.
Dipartimento Lavoro della Federazione del Psi di Bologna
(LucidaMente, anno XII, n. 141, settembre 2017)