I punti deboli del sistema proposto e i pregi del proporzionale. Secondo Federica Gullotta, il rischio è quello di negare la rappresentanza a milioni di italiani
Lunedì 17 marzo, a Bologna, in piazza dell’Unità, si è tenuto un volantinaggio di alcuni militanti della Federazione giovanile socialista dell’Emilia-Romagna contro la legge elettorale proposta da Matteo Renzi. All’iniziativa hanno presenziato anche due rappresentanti della sezione Oreste Vancini del Psi bolognese.
Nel corso dell’evento i giovani socialisti hanno spiegato come questa legge elettorale, approvata sì in prima istanza alla Camera, ma passata poi al Senato, dove ancora dev’essere discussa, sia fortemente antidemocratica per almeno tre motivazioni. La prima è che manca il voto di preferenza e i parlamentari sono scelti dagli apparati dei partiti, incoraggiando così la già diffusa sfiducia dei cittadini nei partiti e nella stessa motivazione di voto. La seconda è che la maggioranza dei seggi non viene attribuita a chi ottiene la maggioranza dei voti, ma è assegnata alla coalizione che arriva al 35 per cento, che, però (anche senza calcolare astenuti e schede nulle) costituisce solo un terzo dei voti complessivi, penalizzando la rappresentatività elettorale dei partiti. La terza ragione è che, con lo sbarramento all’8 per cento per i partiti in una coalizione e al 4,5 per i partiti che si presentano da soli, si lasciano senza rappresentanza milioni di elettori. Infatti, nel caso in cui un piccolo partito contribuisse a far vincere una coalizione, potrebbe però rischiare di non ottenere alcun seggio.
Federica Gullotta, del direttivo regionale del Psi dell’Emilia-Romagna, ha sottolineato come occorra cambiare radicalmente questa legge in nome di una sistema proporzionale più adatto alla tradizione politica italiana rispetto alla forzatura di un bipolarismo perfetto all’americana che favorisce solo chi vota i due grandi partiti di Renzi e Berlusconi a discapito di chi sceglie di votare le altre formazioni. In questo secondo caso, infatti, non verrebbe tutelata la pluralità di opinione che comunque è una libertà fondamentale dell’individuo.
In particolare, la Gullotta ha chiarito come tale battaglia non nasca da interessi particolaristici: «In Senato ci sarà un’ulteriore mobilitazione dei nostri rappresentanti, i nostri senatori, fra cui anche il nostro segretario Riccardo Nencini, che sicuramente faranno sì che questa legge ottenga uno sbarramento più basso e che quindi ci sia una maggiore possibilità di rappresentanza non solo per noi, ma anche per tutti gli altri partiti piccoli. Noi, infatti, non parliamo solo per il Partito socialista, bensì per tutti gli altri partiti, sia di destra che di sinistra, che hanno una percentuale più bassa rispetto ai partiti dominanti, ma che hanno lo stesso diritto degli altri partiti maggioritari a essere rappresentati. Pertanto la nostra è una battaglia non solo per il nostro partito ma è di respiro molto più ampio. La nostra è una battaglia per la democrazia».
Le immagini: il tavolo del volantinaggio socialista e Federica Gullotta.
(n.m.)
(LucidaMente, anno IX, n. 99, marzo 2014)