Secondo il nostro lettore, una delle cause del debito pubblico è la macchina clientelare che ha permesso l’assunzione nella pubblica amministrazione di falsi invalidi civili
Il mostruoso debito pubblico sta portandoci al fallimento con un lungo seguito di tragedie, suicidi e giovani frustrati, al limite della follia. C’è da saldare il debito, gli interessi su di esso e lo spread che s’accumula quanto più il debito persiste (o si aggrava).
Da una superficiale analisi, le sue radici risalgono agli anni Settanta del Novecento, quando migliaia di giovani contadini lasciarono le terre coltivate e con un semplice certificato d’invalidità civile vinsero concorsi e furono assunti nella pubblica amministrazione. Politici eletti con oltre centomila preferenze fecero largo uso dello scandaloso clientelismo. Dagli anni Settanta a oggi, le assunzioni nel pubblico e nel privato sono avvenute secondo logiche di spartizione perfino nella Sanità (primari) e nei tribunali.
Leggo su un quotidiano di oggi di una montagna di soldi, una montagna di debiti e un mare di dubbi sui meccanismi di controllo e di spesa: sono i conti delle regioni italiane. Si aggiungano le spese per tante province ed enti inutili non ancora soppressi e il tragico quadro comincia a definirsi. C’è da chiedersi: possibile che la folla dei direttori generali, manager pubblici e privati, rettori universitari, dirigenti di tribunali… abbiano potuto assumere tanta gente – spesso dei familiari – in ruoli parassitari senza il minimo controllo e responsabilità?
Giuseppe Costantino Budetta – Napoli
(LucidaMente, anno VII, n. 78, giugno 2012)
Mio nonno, che sapeva far di conto e compitare tanto da essere scanzonato anche di fronte alla morte, soleva ripetere, a me piccino, parlandomi dei signori senza l’animus d’offendere una qualsiasi categoria: “Arricordate che er nonno der nonno, der nonno, der… era sempre un mangiammerda come tutti l’artri. E che pe’ diventà siggnore c’occorrono sette generazioni. E’ questo er tempo per fa’ sparì la terra da sotto l’ugna”!
Ripeto, prima d’essere frainteso e che qualcuno definisca il nonno in maniera impropria, lui non offendeva mai nessuno, era un logico dissacratore dei costumi come l’assai più famosi Pasquino e Marforio, e per farvelo credere vi racconto:
“Nonno aveva un cameriere che poco ci mancava dormisse nel suo stesso letto, erano insieme dalla gioventù. Quella gioventù della seconda metà dell’ottocento. Nonno, quando il cameriere gli riferiva che qualcuno era morto rispondeva in siciliano, poiché siciliano trapiantato: “E vaffanculo cu’ more”. Poi stette male anche lui e giunse il tempo della sua morte. Allora, il cameriere/amico, anche lui spavaldo alla “Amici Miei”, gli riferì che aveva appreso dal dottore di famiglia che nonno stava morendo, al che lui, il vecchiaccio che solo la morte tacitò, rispose: “E vaffanculo chi resta!”.
Dal titolo mi aspettavo un articolo con connotazione fortemente politica rivolto al clientelismo politico DC, Socialista e Comunista, i veri gran mali dìItalia da cui ci giunge anche il sig Berlusconi e l’illegittimo e irregolare, nel suo ruolo politico, sig Monti, invece esso è tutto italiano, generico.
Il trapasso coatto in colonya ytalya ci fu da Paese agricolo con buona propensione e capacità a Paese industriale, ma con le pezze al culo perché senza materie prime. Nonostante ciò la Ferocia dei politicanti, di allora e di oggi, inurbò le città e furono fatte abbandonate le ottime campagne. Tutto fu devastato e saccheggiato, ed oggi esiste un esercito di povere persone meritevoli d’aiuto, dimenticate dalla politica e dalla sig Fornero, che devono razzolare tra i rifuti.
Maledetta politica a che servi, se servi solo l’oligarca!
Benvenuti nel Paese dei Soviet bancari in cui il Presidente della Repubblica ha spento, motu proprio, la parvenza di democrazia che timidamente ogni tanto faceva capolino,
kiriosomega
Condivido ogni parola e argomento di kiriosomega, mi aspettavo anch’io uno straccio di analisi con più nomi e cognomi dell’orrenda casta che ci ha depredato e portato qui e che ora ci riempie di chiacchiere e randellate dietro il loden di Monti…invece solo un sasso nello stagno melmoso, di cose generiche e risapute.
Cari Kiriosomega e Adam Vaccaro, siete stati un po’ distratti. Si tratta di un intervento da parte di un lettore (come è segnalato in alto: “DAI LETTORI”), non di un nostro articolo. Non possiamo certo né censurarlo, né integrarlo. No? Il direttore di “LucidaMente”