Sotto le spoglie de La Banda Blissett si rifanno vivi gli epigoni di Luther Blissett, nome multifunzione, inventato nel 1994, adottabile da chiunque volesse muovere critiche alla società.
Il libro recentemente pubblicato dalla “Banda” ha un titolo che vuole essere ironico e dissacrante: IN COSA C…O MI SONO L’AUREATO (Studio LT2, pp. 128, € 10,00). Il tomo, coerente con il titolo, si presenta con una copertina fumettosa e colorata. L’illustrazione è, infatti, della fumettista Elena Mirulla, una giovane artista dallo stile personale che si ispira ai manga giapponesi.
Una satira che aiuta a capire – La lettura, da subito veloce e piacevole, ci consente di incontrare un testo speciale, che magari può anche confondere, in quanto tocca diversi generi senza privilegiarne alcuno in particolare. Ci troviamo di fronte a una satira paradossale, paragonabile alle migliori pagine di Stefano Benni. I contenuti però non si limitano al lancio di efficaci strali ai paradossi del mondo universitario (e non solo) italiano. Emerge dalle pagine un importante valore aggiunto che si concretizza in termini di informazioni, di statistiche, di dati che aiutano la comprensione di un microcosmo particolare, ostico e dalle logiche spesso disorientanti. Precisiamo pure che il testo dedica poco più della prima metà al mondo universitario. Nella seconda metà, infatti, l’attenzione è rivolta agli aspetti e alle situazioni spesso spietate che si devono affrontare con una laurea in tasca. A questo punto oramai l’università è sotto il mirino. Sarebbe stato facile per gli autori sparare sulla Croce Rossa, per così dire, ovvero affrontare con una certa dose di pressapochismo i mali dell’università italiana. Ci troviamo invece di fronte a un’analisi che, per quanto divertente e paradossale, è mirata, dettagliata e per certi aspetti addirittura sobria.
Orientamento e informazione – In altri termini, non ci troviamo di fronte a uno dei tanti instant book con vocazione allo sciacallaggio, bensì a una denuncia critica e costruttiva che intende mettere il lettore nelle condizione di capire e di conseguenza di difendersi da determinate patologie degli atenei. Tutto questo senza risultare pesante o noioso, ma sempre con una vocazione alla narrazione leggera e ironica. I toni, più lievi, utilizzati per narrare le avventure dello studente tipico (e anche atipico) che percorre il mondo universitario, si volgono verso chiaroscuri tendenti al grigio quando affrontano gli aspetti collegati al mondo del lavoro. Il pessimismo, in questi casi, ricopre, come un velo, l’esuberanza anche vivace che contraddistingue la scrittura della “Banda” nella prima metà del libro. D’altra parte è il tipo di realtà che offre poco pretesto per il riso ma piuttosto lascia spazio alla satira più feroce e disperata. Il target di riferimento è evidentemente quello legato all’università, quindi studenti universitari, aspiranti tali e giovani laureati che stanno per entrare nel mondo del lavoro. L’utilità del testo è innegabile per tali figure, in termini di orientamento e di informazione, risulta tuttavia divertente e costruttivo a prescindere dall’età e dalla collocazione sociale/lavorativa. Coniugare riso e indignazione: è l’obiettivo della satira. Questo obiettivo IN COSA C…O MI SONO L’AUREATO lo coglie in pieno, aggiungendo però un sovrappiù di insegnamenti che lo rendono un manualetto sui generis veramente imperdibile.
L’immagine: la copertina del libro IN COSA C…O MI SONO L’AUREATO, edito da Studio LT2.
Erika Casali
(LM EXTRA n. 15, 15 giugno 2009, supplemento a LucidaMente, anno IV, n. 42, giugno 2009)