Intervento di Paolo Sartori, segretario Psi della cittadina bolognese, su ambiente, lavoro, sicurezza e altro ancora
Abbiamo aperto, a seguito del rimpasto di Giunta avvenuto pochi mesi fa, e ancor prima sulla sofferta rielezione del sindaco di Bologna, una riflessione duplice: da una parte sull’esigenza di raccordare le piattaforme programmatiche metropolitana e casalecchiese, dall’altra sulla nostra partecipazione alla maggioranza di centrosinistra dal 2004 ad oggi per contribuire a far diventare Casalecchio un punto qualificato della città metropolitana e non semplicemente sua periferia di Sud Ovest.
In questi anni abbiamo servito la nostra comunità con un contributo di idee e proposte sicuramente più grande del nostro insediamento elettorale, volendo con ciò rinnovare il modo di fare politica. Se Casalecchio non ha visto il cemento che guida la politica o danni ambientalistici, come lo sfoltimento degli alberi lungo il Savena, è sicuramente grazie a tutta la coalizione e dunque anche a noi, in una linea tesa a migliorare, per quanto possibile, i servizi, rendendoli altresì più equi (tariffa unica trasporti urbani). Oggi siamo in grado di costruire risposte a diversi problemi (lavoro, ambiente, sicurezza) in forma nuova raccordando programma di coalizione di Casalecchio con Patto metropolitano per il lavoro e lo sviluppo economico e sociale di Bologna (aprile 2015) insieme alle linee guida della piattaforma politica definita come Psi casalecchiese nel 2014 e per alcuni aspetti ancor prima nel 2004 e 2009.
Su lavoro e ambiente tre proposte. La prima riguarda una sorta di “staffetta generazionale” progettata da nostri delegati di Coop Adriatica che prevede, con particolare riguardo al personale afflitto da forme di invalidità, di contrarre negli ultimi anni prima della pensione un part time con personale giovane, anche fruendo di compensazioni salariali, sia da accordi sindacali sia mutuando la logica del “Contratto di solidarietà”. In questo modo ne guadagna l’efficienza aziendale assai di più che con il provvedimento di abolizione del reato di somministrazione fraudolenta di manodopera, vero dumping sociale d’identica logica dell’appalto al massimo ribasso che il patto sopracitato intende contrastare.
La seconda riguarda l’avvio di esperienze di raccordo scuola-lavoro superando la limitatezza dei casi Ducati-Lamborghini, coinvolgendo il settore enogastronomico e istituti Itas come il Serpieri, attivando così il circuito della produzione di eccellenza made in BO in raccordo con la progettazione finanziata dall’Unione europea. La terza riguarda lo sviluppo di un’offerta culturale e turistica riqualificando il Parco della Chiusa, uno dei più belli d’Italia, con la creazione di servizi in raccordo al terzo settore e all’associazionismo di promozione sociale, sull’esempio di quanto fatto a Bologna con Villa Bernaroli, creando una rete integrata a livello metropolitano grazie alla quale, da luoghi in abbandono o in disuso, rinascono esperienze che uniscono la coesione sociale insieme a occasioni di crescita culturale con la creazione di lavoro con particolare riguardo a giovani e ai disoccupati, essendo oggi centrale, più che la ridistribuzione, la creazione di lavoro.
La stessa Casa della Conoscenza ne avrebbe beneficio come motore di questo sviluppo. Le idee emerse da iniziative quali “World Cafè” possono così intrecciarsi portando un beneficio integrale alla comunità casalecchiese. Poi l’esposizione o la vendita di opere in regime di solidarietà fra artisti e centro culturale potrebbe aprire spazi nuovi sia di finanziamento che di solidarietà e promozione artistica: a questo proposito ricordiamo che il progetto Armi di Pace, che aveva avuto il patrocinio della Regione Emilia-Romagna nel 2014 e che si proponeva di costruire un ponte con i paesi cent’anni fa in guerra con l’Italia, fu in seguito scartato dal Ministero dello Sviluppo economico presieduto da Federica Guidi in quanto non sufficientemente interessante.
Sulla sicurezza proponiamo da dodici anni di pervenire a un sistema pubblico-privato di controllo e conoscenza del territorio con la creazione di un servizio partecipato dalle forze di polizia, del volontariato e dell’associazionismo di cittadinanza attiva e promozione sociale a guida istituzionale. Sono modelli che emergono adesso, come per il Comune di Argenta, dopo il fallimento di due atteggiamenti: quello di non guardare in faccia alla realtà e il suo contrario, cioè far leva sulle paure della gente. Pur esistendo altri progetti ispirati e promossi dai socialisti casalecchiesi, come la creazione di un’esperienza di sussidiarietà alle Farmacie comunali, promuovendo la loro missione originaria di “calmierare i prezzi dei farmaci e degli onorari”, oggi di nuovo attuale con le diminuite protezioni sociali del Servizio sanitario nazionale, non aggiungiamo altro ma solo due considerazioni sullo stato della povertà in Italia e sull’esperienza dei voucher.
Sulla prima, il raddoppio dei poveri assoluti negli ultimi dieci anni da 2,3 a 4,6 milioni di italiani che non si possono permettere servizi essenziali dice, più di tanti discorsi, che si è allargata la forbice della diseguaglianza sociale. Sul secondo, i voucher, occorre prendere atto che questo strumento è funzionale non all’inserimento lavorativo stabile ma all’inserimento stabile nella precarietà. In un Paese dove la disoccupazione giovanile è al 40% e dove chi è costretto a emigrare “si toglie dai piedi”, occorre oggi schierarsi nei fatti dalla parte della rinascita nazionale contro chi perpetua una condizione umiliante di sudditanza dell’Italia a politiche inique e sbagliate. Abbiamo servito la nostra comunità senza nulla chiedere se non di partecipare a costruire decisioni utili a essa. Se non dovessero le nostre proposte essere ascoltate, con lo stesso spirito usciremmo dalla maggioranza, in coerenza con il principio di “prima i cittadini” che abbiamo sempre onorato.
Paolo Sartori – segretario del Partito socialista italiano di Casalecchio di Reno (Bologna)
(LucidaMente, anno XII, n. 133, gennaio 2017; editing e formattazione del testo a cura di Gabriele Bonfiglioli)
Congratulazioni per l’impegno! Ti chiedo uno sforzo, visto che Casalecchio è parte dell’area metropolitana di Bologna e che sul fronte culturale nella Casa della conoscenza e delle culture svolge esperienze significative, ti chiedo è possibile da Casalecchio o dalla sede del PSI provinciale occuparvi e preoccuparvi del malaugurato progetto bolognese di rompere la rete biblioteche pubbliche affidando a terzi (una cooperativa? quale?) la biblioteca del quartiere Lame posta in un territorio complesso e problematico e con diversi talenti?
grazie mt