Anche il Psi nazionale interviene duramente sul caso dello stabilimento di Gaggio Montano
A LucidaMente stanno particolarmente a cuore i lavoratori della Saeco (vedi: Saeco e dintorni/1: imprese finanziate da Stato e Regione, ma che delocalizzano all’estero; Saeco e dintorni/2: operai trattati come le capsule usa e getta del caffè; A Bologna il tango abbraccia la Saeco); pertanto ospitiamo molto volentieri il nuovo intervento del Partito socialista italiano, locale e nazionale, sulla ineffabile vicenda.
La vicenda Saeco pone un problema di dignità e rispetto del territorio oltre che del capitale lavoro, quel motore che fa funzionare l’economia reale in un mondo sempre più dominato dalla rendita e dalla speculazione, che approfitta della debolezza delle istituzioni e degli Stati nazionali per operare scelte di abbandono totale o parziale di insediamenti produttivi.
Al danno spesso si aggiunge anche la beffa: i benefici pubblici corrisposti a vario titolo a sostegno agli investimenti vengono annullati con un colpo di spugna: invece, chi manca alle promesse per le quali ha ricevuto finanziamenti, se viene meno la ragione per cui sono stati corrisposti, deve restituirli alla comunità. Chiediamo, pertanto, la restituzione dei benefici economici ricevuti da chi delocalizza imprese o rami d’impresa verso un fondo d’investimento del territorio che li rivolga a sostegno della produzione e del reimpiego; il diritto di prelazione dei lavoratori in caso di vendita, cessione marchio, trasferimento d’azienda; la realizzazione in Italia della partecipazione dei lavoratori sulla base del modello tedesco.
Occorre che la politica, dunque i partiti, traducano queste proposte in provvedimenti di legge non solo in ambito regionale e nazionale ma anche verso l’Unione europea, per evitare una sorta di gioco al massacro fra Stati membri, all’interno dei quali devono vigere le stesse regole, non la legge del più furbo. Infine è utile promuovere azioni anche nella dimensione della società civile e del mercato, che viene prima del modello capitalista ed è a fondamento dell’economia libera, di responsabilità civile d’impresa, cioè il potere che il consumatore prima di tutto ha di comperare o rifiutare l’acquisto di prodotti realizzati a spese di sfruttamento di minori, donne, lavoratori, distruzione di territori e d’ambiente.
Su questa vicenda si misura la capacità di tutti, governo in primis, di saper rispondere alle sfide del cambiamento contrastando le scelte che distruggono quel capitale lavoro e quel capitale impresa costruito in anni di sudore e di sacrifici e promuovere, non a chiacchiere o per finta, economia, impresa, occupazione. Per questo ci faremo interpreti di sostenere queste proposte in ogni sede politica ed istituzionale nella quale siamo presenti rivolgendoci al Partito socialista europeo di cui siamo membri oltre che al Partito del lavoro olandese, affinché si facciano interpreti di queste istanze volte a creare un’Italia e un Europa sociale, alternativa ad ogni deriva reazionaria che ci riporterebbe indietro di un secolo, quello in cui l’Europa si è distrutta in una guerra fratricida di cui ricorre il centenario.
Bologna, 22 gennaio 2016
Dipartimento Lavoro del Psi nazionale (Marco Andreini) e della Federazione di Bologna (Paolo Sartori)
(a cura di Nicola Marzo)
(LucidaMente, anno XI, n. 121, gennaio 2016)