“La soddisfazione più grande che ho avuto in questa edizione è stata la memorabile presenza degli ospiti che hanno portato un’ondata di energia alla città”. Queste sono state le parole di Andrea Romeo, direttore artistico del Biografilm Festival 2009, durante il suo intervento nella conferenza stampa concessa ai media lo scorso 15 giugno.
Il luogo scelto per fare un bilancio del festival è stato il cosiddetto Woodstock Village, lo stesso spazio in cui nei sei giorni precedenti si erano radunate circa 22mila persone. Verso le 13, sotto un sole cocente, ci siamo riuniti con gli organizzatori, i membri della giuria e gli ospiti del festival, tutti intenti a consumare un frugale e disordinato pranzo.
Per un bilancio dell’evento
L’ambiente era disteso, come durante tutto il festival. Una conferenza stampa dal tono “familiare”.
Una giornalista, poi, azzardava una domanda più maliziosa: “Ventiduemila spettatori, con una crescita delle presenze agli eventi collaterali del 200% e una buona affermazione del concorso che vede un aumento del pubblico del 30% non sono le stesse cifre delle passate edizioni?”. Romeo replicava che l’importanza dei numeri “risiedeva nello sviluppo e non nella crescita”.
Anche la direttrice operativa Emanuela Ceddia si scherniva di fronte alle critiche sui problemi tecnici verificatisi nei giorni precedenti, quando durante alcune proiezioni i sottotitoli erano stati sfasati o addirittura assenti. “Anche nei grandi festival come Cannes e Venezia, che noi prendiamo come modello, ci sono dei problemi” affermava la Ceddia, facendo poi ricadere l’attenzione sul fatto che “L’aiuto dello staff, per la precisione il “guerriglia staff”, era stato essenziale”.
Le faceva eco il direttore artistico, spiegandoci come, “durante una delle proiezioni, con l’aria condizionata fuori uso, avevano distribuito bottiglie d’acqua a tutti i presenti”.
A impreziosire il tutto c’erano stati ospiti “ineguagliabili” che avevano fatto in modo che il festival, dal punto di vista di Romeo, “fosse stato un successo senza pari”. Tra questi Michael Wadleigh, regista di Woodstock: 3 Days of Peace and Music. The director’s Cut, oltre che fotografo d’eccezione del festival, e protagonista di un duetto rock improvvisato per i presenti. Poi, ancora l’ex sacerdote belga Franz Wuytack, che ha conversato per delle ore col pubblico incuriosito dalla sua incredibile vita.
Dentro al festival
Il festival era iniziato mercoledì 10 giugno con una madrina di eccezione, Cass Warner.
Woodstock è stato il pezzo grosso di una rassegna dedicata alle biografie ma che ha presentato molti altri spunti interessanti. Tra questi, un percorso sui fratelli Warner, uno spazio dedicato ai quattro secoli del cannocchiale di Galileo, un omaggio a Julien Temple, una panoramica su Klaus Kinski, uno sguardo al cinema di Groucho Marx e un ricordo di Andrea Pazienza.
A mezzanotte del primo giorno erano stati promessi bomboloni a go go, finiti nelle pance dei primi arrivati al Woodstock Village. Un Woodstock Village che accoglieva un bar, uno spazio relax, una schermata che incessantemente ci ricordava il nome del patrocinatore principale, avvolto da un neon folgorante. C’erano pure dei trentenni membri di Coach surfing che promuovevano il club d’intercambio d’ospitalità.
Si potevano poi trovare uno spazio dedicato a registrare due minuti di verità personale, un piccolo palco per rappresentazioni all’aperto, un infopoint dove, compilando un quiz, potevi vincere un vasetto di spezie a scelta, e infine un prato artificiale con margherite giganti.
Un film non fa un festival… ma aiuta
Senza dubbio uno dei film che ha richiamato il maggior numero di spettatori è stato il già citato Woodstock: 3 Days of Peace and Music. The director’s Cut. E Back to Woodstock: 40 anni di Pace, Amore e Musica stato il titolo dell’omaggio, prodotto e finanziato dall’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna
Per la presentazione erano presenti in sala Wadleigh, Artie Kornfeld, il montatore Stan Warnow e il fotografo di scena Barry Z Levine. A vivacizzare il momento e in linea con l’occasione anche la tenuta di Andrea Romeo, con tanto di camicia a fiori e collana rossa, il quale, dopo la presentazione e gli applausi, ci ha lasciato con tre ore e mezza di musica e immagini. Fantastici i primissimi piani delle mani di Jimi Hendrix e dei piedi di Richie Havens a tempo di musica.
L’atmosfera dopo la prima mezz’ora si scaldava e gli applausi si sprecavano, scoppiando in un vero e proprio boato quando un giovanissimo Joe Cocker intonava With a little help of my friends.
I vincitori
Molte anteprime: The Brothers Warner di Cass Warner, Run for your life di Judd Ehrlich, Taking Woodstock di Ang Lee e Protagonist di Jessica Yu, vincitrice del 5° premio Biografilm Festival International Celebration of Lives. Molti i film premiati. Il grande vincitore è stato Jeremiah Zagar, onorato con il Lancia Award Biografilm Festival 2009 per In a dream. Il migliore racconto biografico per Francisco Wuytack. Una menzione speciale per In search of Memory di Petra Seeger, il Lancia Celebration of Lives è stato ottenuto da Eliot Tiber, mentre Garbage Warrior di Oliver Hodge si è assicurato l’Audience Award Biografilm Festival 2009.
Michela Gallio, Roberta Ronconi, Stan Warnow e Spiros Stathoupoulos, che ci aveva già sorpreso con il suoi ottantacinque minuti di piano sequenza, componevano una giuria che si è trovata molte volte in situazione di assoluta parità, soprattutto per l’assenza imprevista di Stan Warnow.
Il festival è finito lunedì 15 con una grande festa. Lo stesso Romeo concludeva il suo intervento nella conferenza stampa compiacendosi: “Un evento in programma non fa il festival, ma Woodstock ha reso questa edizione clamorosa”.
l’immagine: la locandina della manifestazione.
Sara Diaz Gonzalez
(LM BO n. 4, 15 luglio 2009, supplemento a LucidaMente, anno IV, n. 43, 1 luglio 2009)