La raccolta degli interventi del direttore nel quarto trimestre del nono anno di pubblicazione di “LucidaMente”
Dicembre 2014 (n. 108) – Roma rossonera e cooprofila
Capitale infetta = Paese marcio: l’ultimo (per ora) di una serie infinita di scandali e lo smascheramento dell’ipocrisia di chi aveva (?) le “mani pulite”
Il grande fustigatore degli italici vizi, Ennio Flaiano (1910-1972), scriveva: «In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti». Nessun aforisma si adatta meglio allo scandalo romano esploso in questi giorni, dal quale emerge facessero affari sporchi fianco a fianco, alleati, camicie nere ed ex comunisti.
In effetti, fascisti e comunisti avevano (e i loro nipotini oggi hanno) in comune la violenza, l’arroganza, l’intolleranza, lo zittire gli oppositori, isolarli. In più, gli aderenti al Partito democratico hanno la spocchia, il complesso di superiorità di sentirsi “migliori” e “onesti”. Erano quelli che ponevano la “questione morale” e che dicevano di avere le mani pulite. O, meglio, quelli che, forse, intorno al 1992, hanno usato “Mani pulite” per far fuori gli altri partiti (il Partito socialista di Bettino Craxi, al confronto di Mafia Capitale, era un esempio di onestà e virtù civili). Premesso che siamo garantisti fino all’estremo e che, secondo noi, ciascuno è innocente fino alla condanna definitiva emessa dalla giustizia penale terrena, non si può certo definire una bolla di sapone l’intreccio emerso a Roma tra politici di quasi tutti i partiti, affaristi, neofascisti malavitosi, criminali comuni, veri e propri mafiosi, cooperative di ogni colore. Si potrebbe aggiornare il celebre titolo del giornalista e scrittore Manlio Cancogni «Capitale corrotta = Nazione infetta», uscito su l’Espresso dell’11 dicembre 1955, con “Capitale infetta = Paese marcio”.
E, a proposito del tanto decantato modello cooperativistico, peraltro, agevolato dal regime fiscale e da molte altre normative, si potrebbe dire che la coopfilia, vale a dire l’entusiasmo acritico e irrazionale per le cooperative, proveniente essenzialmente dal Pd, si sia trasformata in cooprofilia. Tantissime (la stragrande maggioranza) le cooperative odierne che nulla hanno di “sociale” e “solidale”, create “ad hoc” per frodare soldi pubblici, nelle quali mangiano tutti (destra fascista e pidiellina, centro cattolico, sinistra affarista), magari anche sulle emergenze umane di migranti e rom, come dimostra lo scandalo romano e non solo. Insomma, coop coprofile… La coop sei tu? E, appunto, alla luce dei fatti romani (e non solo), la frase “gli immigrati sono una risorsa”, ripetuta ossessivamente e noiosamente come un mantra dai seguaci del “politicamente corretto”, assume ora un significato inquietante…
I due articoli di punta di Lucidamente di questo mese – e infatti stanno ottenendo un notevole numero di contatti in Rete – sono quello di Mariella Arcudi su Il possibile legame tra l’Alzheimer e le benzodiazepine (uno studio condotto dall’Università di Bordeaux avrebbe dimostrato il nesso esistente tra l’insorgenza della patologia neurodegenerativa e l’abuso di alcuni tipi di psicofarmaci) e la nostra recensione (Islamismo: tutte le verità nascoste) del saggio Guida (politicamente scorretta) all’Islam e alle crociate (edito da Lindau), nel quale Robert Spencer, studioso costretto a vivere (negli Usa) in una località segreta e sottoposto alla protezione della polizia, smonta punto per punto tanta cattiva informazione, nonché buonismi e pie illusioni. E se Esistono i “musulmani moderati”? Lo dimostrino!: dieci direttive che gli islamici dovrebbero enunciare subito pubblicamente per essere creduti.
Uno scoop della nostra rivista è stato quello di riuscire a intervistare in esclusiva, grazie a Maria Daniela Zavaroni, uno dei maggiori scrittori italiani odierni (Per Carmine Abate è ancora La festa del ritorno). Sempre in ambito letterario, Emanuela Susmel ha analizzato il romanzo Il bambino segreto (Mondadori) di una delle scrittrici di punta (Camilla Läckberg e il suo baule straripante di mistero) di un genere che oggi riscuote ampi apprezzamenti: il giallo scandinavo.
Ci sia consentito di segnalare a livello personale un disco, un libro, un ristorante, perché lo meritano. Il disco – uscito a inizio dicembre – è Roca Básica (Liquido Records); ascoltandolo, potrete scoprire Il vortice vocale di Rocío Rico Romero. Il libro è di Lucilio Santoni; s’intitola Cristiani e anarchici ed è pubblicato da Infinito. Si tratta di Una riflessione su chi vive da “ultimo”: lo spirito anarchico e libertario insito nel cristianesimo, lo spirito cristiano insito nell’anarchia… Il ristorante (Quando cucina mediterranea ed emiliana si incontrano) si trova a Minerbio, alle porte di Bologna, ed è l’Accademia dei Sapori di Mimmo Ciliberto. Non solo ristorante, ma luogo immerso nel verde, dove si possono degustare e anche acquistare prodotti tipici caratterizzati dalla genuinità.
Un affettuoso congedo per Mango, morto sul palco il 7 dicembre scorso: un garbato e raffinato musicista che era riuscito, pur restando nell’ambito di una musica leggera, a essere originale, non banale, creando sonorità e atmosfere affascinanti e magiche. Addio, poeta di Lagonegro. Infine, pur in quest’atmosfera italica desolante e poco natalizia, auguriamo, come di consueto, buone festività a tutte le nostre lettrici e a tutti i nostri lettori.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno IX, n. 108, dicembre 2014)
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Novembre 2014 (n. 107) – Democrazia, addio?
Elezioni regionali del 23 novembre in Calabria e in Emilia-Romagna: ormai sono pochissimi i votanti. Il rischio di una tirannide soft. I due pesi e le due misure del Pd
Premessa. Sono nato a Reggio Calabria, da più di trent’anni vivo e lavoro a Bologna. Per uno strano caso, domenica 23 novembre 2014 si è votato per il rinnovo degli organi regionali (sotto inchiesta) proprio in Calabria e in Emilia-Romagna. Pertanto ho seguito (o avrei dovuto seguire) con curiosità, passione, interesse, l’andamento e l’esito della doppia consultazione elettorale.
Qualcuno dice che “la beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stata quella di far credere al mondo che lui non esiste”. Parafrasando, oggi si può dire che la miglior trovata dei poteri forti sia quella di far credere ai cittadini che la politica e la democrazia non servono. In Emilia-Romagna non ha votato il 63% dell’elettorato, percentuale di astensione altissima – dato impensabile nella “Regione rossa” –, addirittura superiore al 56% calabrese. Il Partito democratico, coi suoi 535.109 voti, ne ha persi quasi 700 mila rispetto alle recenti Europee (-55,9%) e oltre 300 mila rispetto alle Regionali del 2010 (-37,6%). Eppure, con un 18% circa di preferenze ottenute sull’insieme dell’elettorato (il 44,5% sul 37% dei votanti) conquista da solo oltre il 60% dei seggi (la bellezza di 29 su 48): in pratica, potrà votare ogni provvedimento con una schiacciante maggioranza, senza alcuna opposizione… Visti i probabili sistemi elettorali che si profilano all’orizzonte, lo stesso scenario si prospetta per ogni altra futura elezione politica. Non ci importa se ad avvantaggiarsene sarà il Pd o altri (seppure vi sia ancora una differenza tra le varie forze politiche). Prove tecniche di fine democrazia?
In sostanza, un numero ristrettissimo di aficionados o “interessati” (nel senso peggiore del termine) alla politica, decide per la stragrande maggioranza degli elettori che non si reca a votare, anche perché la scelta, tra soglie di sbarramento, discriminatorie “quote rosa” già predisposte e pochi scranni disponibili, è poca. C’è chi afferma che l’Italia sia il paese nel quale si sta sperimentando un futuro in cui, pur non essendoci un’aperta dittatura, neanche ci sarà democrazia, quella “vera”, fatta di partecipazione, passioni, idee, speranze. Ecco, davanti a noi, una stanca e vuota routine, all’interno della quale nulla cambia, qualunque esito elettorale è identico a se stesso. Una sorta di chiusa oligarchia, di “casta” lontanissima dalle persone, dagli italiani.
Mi tolgo anche qualche sassolino dalle scarpe. Poco più di un anno fa, domenica 26 maggio 2013, il Partito democratico felsineo “invalidò” il “laico” referendum comunale di Bologna sulla scuola pubblica, appoggiato anche da LucidaMente e perso dal Pd (circa il 60% di favorevoli, seppure con un 70% di astenuti; vedi VITTORIA! e Referendum Bologna: la vittoria della “A” è anche socialista), adducendo come motivo il forte astensionismo. Gli si potrebbe far notare che oggi, con una percentuale similmente bassa di elettori recatisi domenica 23 novembre al voto (67% di astenuti, per di più per una importante consultazione politica a livello regionale), canta vittoria? Per coerenza, perché non invalida anche questa consultazione? Due pesi, due misure…
Occorrerebbe, però, un po’ di onestà intellettuale e politica e pochi ce l’hanno. L’abbiamo (forse) noi di LucidaMente, che avevamo appoggiato la lista Emilia-Romagna civica che, con un misero 1,5%, non consegue neanche un seggio – peraltro sfiorato – nell’assemblea regionale. Non abbiamo peli sulla lingua: si tratta di una sconfitta, grave e dolorosa. Sembra che in Italia vi sia poco spazio per forze socialiste riformiste, laiche, ambientaliste… Anche questo rientra nella crisi della democrazia italiana. È l’unico paese occidentale, il nostro, nel quale in Parlamento sono presenti partiti che non hanno alcun riscontro nella lunga storia politica europea, né hanno parenti simili nelle altre assemblee legislative liberaldemocratiche. Partiti di carta, ibridi, mostruosità. Invece, non sono presenti, a Montecitorio, a Palazzo Madama, così come nella maggior parte degli organi locali, partiti socialisti o laburisti, o liberali, o di ispirazione cristiano-sociale.
Resta poco spazio per le segnalazioni di alcuni articoli comparsi a novembre sulla nostra rivista. Emanuela Susmel è “tornata” con due articoli di interesse generale: Sevizie su adolescenti: di chi è veramente la colpa? ed Ebola: a che punto siamo? Anche Giuseppe Licandro ha “raddoppiato” con due pezzi sulla Storia antica e recente: un breve “excursus” sulle vicende del popolo curdo sottoposto a continue discriminazioni negli ultimi secoli e ora coraggiosamente impegnato nella resistenza contro le truppe dell’Isis (I “peshmerga”, guerrieri della libertà) e la rievocazione di un’epica, tragica, protesta per l’annessione all’Italia, a lungo rimossa dalla memoria collettiva nazionale (Trieste: la rivolta dimenticata del novembre 1953). Antonella Colella ha sottilmente argomentato su Le “strane” letture delle Sentinelle in piedi. Maria Daniela Zavaroni ha riportato la scoperta scientifica che E in principio fu l’acqua, cioè sembra che il prezioso elemento, grazie alla polvere cosmica di comete e asteroidi, sia “approdato” sulla Terra già prima che nascesse il Sole. Il sottoscritto ha segnalato un’iniziativa editoriale de il Giornale: il libretto Non perdiamo la testa, che raccoglie alcune riflessioni di Magdi Cristiano Allam e di altri giornalisti sulla ventata – non nuova – di fanatismo religioso musulmano che minaccia la nostra civiltà (Quindici “pezzi” antislamici).
Infine, ricordiamo di nuovo che vi sono ancora posti disponibili per le nostre iniziative didattiche, che quest’autunno si svolgono in parallelo: la Sesta edizione del Corso di scrittura creativa (Bologna, novembre 2014-febbraio 2015), con laboratori pratici di narrativa, poesia e sceneggiatura; docenti lo scrittore Roberto Pazzi, tradotto in 26 lingue, il narratore bolognese Gianluca Morozzi, la poetessa Cinzia Demi, l’attrice e autrice Alessandra Merico e lo scrivente, e il Seminario di scrittura giornalistica e comunicazione audiovisiva (Bologna, dicembre 2014-gennaio 2015): quinta edizione. Entrambi si svolgeranno nel capoluogo emiliano, presso Unci Formazione, in via Cincinnato Baruzzi 1/2.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno IX, n. 107, novembre 2014)
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Ottobre 2014 (n. 106) – Viva le libere donne curde di Kobane!
In certi frangenti la simbologia è importante almeno quanto i fatti: il caso dei combattenti contro la barbarie dell’Isis
Premessa. Ciò che sta accadendo in Medio Oriente e in Africa relativamente alle barbarie compiute dai jihadisti (e le annesse notizie) va preso con molta prudenza. Il lavoro dei servizi segreti punta non solo allo spionaggio e al controspionaggio, ma anche ad almeno altre due, meno “epiche”, azioni: la disinformazione e la propaganda.
Al di là delle scompaginate ammissioni statunitensi di avere in passato favorito militarmente le armate dello Stato islamico (Isis, o Is, o Isil) in funzione antipresidente siriano Bashar al-Assad, occorre dire che se l’Isis non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Esso, la sua ideologia e i suoi crimini, infatti, risultano talmente odiosi da essere in grado: di compattare l’Occidente e una vasta alleanza militare; di far dimenticare (o quasi) a Paesi come l’Italia la terribile crisi economica; di far riscoprire i valori di civiltà, patria, nazione, sano antislamismo (vedi manifestazione milanese di sabato 18 ottobre, paradossalmente pubblicizzata come avente l’obiettivo di evitare un’escalation di xenofobia e razzismo). E, soprattutto, di far arricchire a dismisura le industrie produttrici d’armi (che la rinata economia Usa e il costante, magico, calo dei disoccupati siano dovuti anche a questo)?
Tuttavia, oltre ogni lecita perplessità, esistono eventi nei quali la simbologia assume un ruolo fondamentale. Forse non tutti i patrioti del Risorgimento erano cristallini, forse tra coloro che combatterono per la Resistenza italiana vi erano anche dei mascalzoni… ciò non toglie che camicie rosse e partigiani restino simboli invincibilmente positivi di patriottismo, libertà, coraggio, eroismo.
Così la città di Kobane, al confine tra Siria e Turchia, e le donne curde combattenti per la sua difesa, che rischiano il massacro o la schiavitù, che resistono agli attacchi delle orde islamiste al di là di ogni previsione, diventano dei simboli. In particolare se raffrontati alla viltà degli europei (imbelli, presi dal solito tran tran, mentre il mondo sanguina per gli innumerevoli conflitti, per lo sfruttamento globale, per i bimbi morti di fame, per l’epidemia di ebola) e della Turchia (che solo da poche ore sembra voler uscire dalla propria inerzia oggettivamente anticurda e pro Isis). Kobane e le donne curde (senza velo, dai bei volti orgogliosi e puliti e con le armi in pugno) sono i nostri eroi. Gli eroi di una civiltà che crede ancora nei principi della libertà, della tolleranza, della pace, della ragione, della laicità, contro oscurantismo, violenza, fanatismo, discriminazione…
Di tali temi civili mondiali (e nazionali), com’è nella propria tradizione, LucidaMente si è occupata anche questo mese con la descrizione dello straordinario impegno umano dei volontari di una città calabrese – già gravata da povertà e problemi sociali – nuovo porto d’arrivo dei disperati che pervengono dal Nord Africa (Reggio Calabria: la generosità verso i migranti, al cui interno si consiglia la visione del bel documentario Sbarchi a Reggio Calabria, umanizzare l’accoglienza del giornalista freelance Pietro Barabino). Lo sfruttamento globale degli esseri umani da parte dei “potenti della Terra” è stato denunciato da Giuseppe Licandro, che ci ha informato sulla mobilitazione contro il Ttip, l’accordo commerciale di libero scambio tra gli Stati Uniti e l’Unione europea dai contenuti molto controversi (Un nuovo liberismo selvaggio imposto dagli Usa).
Mentre il 17 ottobre, a Roma, decine di organizzazioni, da sempre impegnate su temi comuni, si sono radunate per operare congiuntamente (Sboccia la Coalizione italiana per le Libertà e i Diritti civili), il giornalista e saggista Fulvio Mazza ha scritto per raccontarci uno sconcertante e sgradevole episodio capitatogli sempre nella Capitale (Tra un tentativo di linciaggio razzista e i carabinieri cattivi… anzi buoni). Restando tra i “mali italiani”, le nostre Antonella Colella e Maria Daniela Zavaroni hanno denunciato, una volta di più, la crisi del sistema scolastico del Belpaese e il malessere di chi vi opera: Renzi annuncia “la Buona Scuola”… ma chi sono i cattivi?; Quel male chiamato “supplentite”.
Nell’ambito più specificamente culturale, chi scrive questo editoriale ha cercato di indagare sul’aggressività umana della quale oggi, come sempre, siamo testimoni, rileggendo Il cosiddetto male di Konrad Lorenz e gli antidoti proposti dall’etologo austriaco (Violenza: una risata salverà il mondo?), nonché ha riguardato quattro opere cinematografiche che denunciano il rischio della barbarie, dell’omologazione a un pensiero unico, della passività (Film non politically correct). Abbiamo ospitato anche uno scritto di Carmelo La Torre su uno storico e scrittore tedesco “fustigatore” del cristianesimo: “Dio cammina nelle scarpe del diavolo”: un ricordo di Karlheinz Deschner. Intanto Vince Matera: è la capitale europea della cultura 2019. La città lucana, già considerata patrimonio mondiale dell’umanità, si è aggiudicata pure il nuovo prestigioso riconoscimento, insieme alla bulgara Plovdid. E la nostra rivista si è dimostrata anche un portafortuna, visto che in agosto la nostra redattrice Dora Anna Rocca aveva scritto il servizio – che riproponiamo – sulle possibilità che la Città dei Sassi si aggiudicasse appunto la sfida.
Infine, ricordiamo che vi sono ancora posti disponibili per le nostre iniziative didattiche, che quest’autunno si svolgono in parallelo: la Sesta edizione del Corso di scrittura creativa (Bologna, novembre 2014-febbraio 2015), coi laboratori pratici di narrativa, poesia e sceneggiatura; docenti lo scrittore Roberto Pazzi, tradotto in 26 lingue, il narratore bolognese Gianluca Morozzi, la poetessa Cinzia Demi, l’attrice e autrice Alessandra Merico e il sottoscritto, e il Seminario di scrittura giornalistica e comunicazione audiovisiva (Bologna, dicembre 2014-gennaio 2015): quinta edizione. Entrambi si svolgeranno nel capoluogo emiliano, presso Unci Formazione, in via Cincinnato Baruzzi 1/2.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno IX, n. 106, ottobre 2014)