La raccolta degli interventi del direttore nel terzo trimestre del tredicesimo anno di pubblicazione di “LucidaMente”
Agosto-Settembre 2018 (nn. 152-153) – Estate tragica…
Da Borgo Panigale al Pollino, e, in mezzo, l’inaccettabile tragedia di Genova. E in autunno il governo Conte sarà sotto assedio…
L’esplosione di Borgo Panigale, la tragedia del ponte Morandi a Genova, gli annegati nella piena del torrente Raganello nel Parco del Pollino, la brutta vicenda della nave Diciotti, terremoti qua e là per l’Italia, per fortuna non devastanti… Al di là dell’afa soffocante e insistente, davvero viene da sperare che quest’estate italiana, tragica e maledetta, finisca al più presto… Sebbene l’autunno non prometta nulla di buono.
Il governo Conte, pur coi limiti legati al fatto di essere una coalizione di due forze politiche per molti versi “parallele”, sta cercando nuove strategie per uscire dalle logiche di cinica austerity degli esecutivi precedenti. Siamo ancora più che altro a livello di segnali, anche simbolici: il “Decreto dignità”, la penalizzazione per chi delocalizza le aziende italiane all’estero, il taglio alle “pensioni d’oro”, un approccio più serio verso gli scafisti dell’immigrazione irregolare. Oltre ai cavalli di battaglia (flat tax, reddito di cittadinanza, abolizione della Legge Fornero), che tutti gli italiani ritengono misure giuste, anche se consapevoli delle difficoltà finanziarie. I cittadini apprezzano il cambio di rotta, il tentativo di far riacquistare l’onore alla nostra nazione. Purtroppo, gli attacchi vengono dai cosiddetti “mercati”, dalle non si sa quanto legittime e ricattatorie agenzie di rating, dalla speculazione finanziaria, dalla solita tirannica trojka Commissione europea-Banca centrale europea-Fondo monetario internazionale.
E non si tratta di critiche sul merito della politica del governo. È, piuttosto, un rigetto ideologico, a prescindere. L’unica via deve essere quella già tracciata da decenni: della globalizzazione, del multiculturalismo, della sostituzione etnica, dell’eterna precarietà economica, della perdita di radici, cultura, lingua, religione, dell’indistinto e dell’indifferenziazione, anche sessuale. E va imposta con le cattive. “Gli italiani hanno votato male… impareranno a loro spese”, no? E chi non la pensa come noi è fascista, razzista, xenofobo, islamofobo, maschilista, omofobo, ignorante reazionario…
Così, nel mondo postumano prossimo venturo, della dignità umana, schernita, non resterà neppure un ricordo. Anche in queste settimane LucidaMente ha analizzato fenomeni che solo in apparenza appartengono alla categoria di superficiali e quindi reversibili mode, “tendenze” e (s)costumi, ma che, in realtà, stanno mutando in peggio, antropologicamente, l’essere umano. A partire dalla sacralità della maternità: Chiara Cazzoli ha scritto su Utero in affitto, maternità surrogata, gestazione per altri: quando “conservatori” e “progressisti” si scambiano di posto. Tanto – ha analizzato Elena Giuntoli – per Incontri, amore, sesso… basta un clic. Ma… Sono sempre più utilizzate e in numero maggiore le app di incontri: ecco come la tecnologia sta rivoluzionando il corteggiamento. Il rischio, però, è quello di non sapersi più relazionare “normalmente”… L’imbecillità e l’idiozia ci seppelliranno?
Così pare, visto che, come ha scritto Alessia Ruggieri, siamo Pronti a tutto per un selfie perché documentare ciò che si fa è ormai un imperativo sociale per essere invidiati dagli altri. Ma quanto di quello che riportiamo è vissuto per davvero? E a quali derive può condurre l’ossessione a esporre ed esporsi? Roberta Antonaci ne ha analizzato alcuni aspetti in Chiara Ferragni nel regno dell’apparire (e dell’ipocrisia): un nuovo modo di vendere il proprio corpo? E il tattoo è trasgressione, cultura o, piuttosto, il massimo del pecorume conformista? Arianna Mazzanti ha sentito un’“artista” del settore (Professione tatuatrice). Il problema centrale è sempre lo stesso: La cieca crudeltà del conformismo, di cui ci ha parlato Chiara Ferrari. Intanto – ha denunciato Carmen Zedda, sulla nostra tavola sono presenti cibi tossici importati da paesi stranieri (Alimenti avvelenati). La salute prima di tutto, anche a tutela del made in Italy…
Qualche spiraglio di speranza ce lo hanno regalato ancora la Mazzanti col suo approfondimento Vegan: scelta eticamente doverosa per salvare la Terra?, la Giuntoli con Resilienza: affrontare il cambiamento e le nuove sfide e la Ferrari con “Ammappalitalia”, il progetto che traccia i cammini italiani; nonché Sara Spimpolo, che ci ha spiegato una tecnica terapeutica, conosciuta fin dall’antichità, che permette di entrare in contatto con il proprio inconscio immedesimandosi nei vissuti dei personaggi di un testo (Libroterapia: come perseguire il benessere psicologico con la lettura). Irene Sirigu ci ha raccontato della figura vestita di nero che in Sardegna si presentava di notte davanti al malato per liberarlo dalle sue sofferenze (S’accabadora: la donna sarda che mette fine alla vita). Chi è oggi giovane sa che è esistito Il Sessantotto tradito dell’Est Europa? Argomento tragico, analizzato da Ludovica Merletti attraverso la sua recensione di una raccolta di saggi curata da Guido Crainz ed edita da Donzelli Editore, che fa rivivere un movimento inascoltato del vecchio continente comunista.
E anche oggi vi è, alle porte dell’Europa, un conflitto dimenticato che rivela il difficile rapporto della Georgia con la potenza russa. Ce ne ha parlato Miriam Mazzoni in Sud Ossezia, la guerra silenziosa, intervistando anche una donna che ha vissuto l’instabilità regionale sulla propria pelle. Infine, in Kafka “xenofobo”?, abbiamo riportato Un vecchio foglio, uno dei racconti meno noti dello scrittore di Praga. È impressionante come il testo possa essere interpretato quale prefigurazione dei disastri prossimi venturi dell’immigrazione selvaggia.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XIII, n. 153, settembre 2018)
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Giugno-Luglio 2018 (nn. 150-151) – Francia-Croazia 4-2: vittoria del multiculturalismo e della multietnicità?
Mondiali di calcio (e la censura delle belle tifose…), Universiadi e don Ciotti: l’intolleranza del pensiero unico e il razzismo degli antirazzisti
Mondiali di calcio. In una bella finale, la Francia ha sconfitto la Croazia 4-2, con un risultato che va al di là dei meriti (e della fortuna) transalpina. Allora, trionfo delle squadre “multietniche”, vittoria dell’ideologia multiculturalista? Tre nazionali (Belgio, Francia, Inghilterra) su quattro (Croazia) arrivate alle semifinali del torneo russo erano infarcite di colored. C’è chi lo ha preso a pretesto per parlare di “trionfo della multietnicità e del multiculturalismo”. Ma discriminare le persone in base al colore della pelle non è “razzismo”?
In semifinale sono giunti semplicemente bravi calciatori belgi, francesi e inglesi. E il campionato del mondo, pur senza riservare un grande spettacolo tecnico di calcio, avendo prevalso tatticismi e fisicità, è stato bello. Bravi gli organizzatori russi! Inoltre, i benpensanti dovrebbero spiegarci come mai Germania, Danimarca e altre squadre “multietniche” o, semplicemente, all black (le africane), si son fermate ben presto (e disastrose sono state le prestazioni dei paesi arabo-islamici). Ancora: la Spagna senza un nero, che, fino a oggi, aveva vinto tutto, come avrebbe fatto a trionfare? E la “patriottica” prestazione della stessa Russia a questi mondiali? Per favore, evitiamo discriminazioni, sia negative, sia positive. Come quella di don Luigi Ciotti (associazione Libera), che, nel corso della manifestazione dello scorso sabato 7 luglio “Una maglietta rossa per fermare l’emorragia di umanità”, tenutasi a Roma in solidarietà dei migranti, ha affermato: «In nome di tanti italiani onesti io vi chiedo perdono».
Avete capito: gli italiani (circa l’80%) che appoggiano le politiche migratorie dell’attuale governo e che ritengono che, pur senza mollare di un centimetro in termini di umanità e solidarietà, si debba gestire meglio l’invasione dei presunti “profughi” e combattere la criminalità che la sfrutta, sono disonesti. Nessun rispetto per il presidente del Consiglio e per i suoi ministri. Alla faccia della tolleranza e del rispetto per le idee altrui! Ecco il razzismo dei presunti antirazzisti! Ecco don Ciotti, uno dei grandi inquisitori della sinistra, quelli che si sentono moralmente, anzi ontologicamente, superiori agli altri: Boldrini, De Gregorio, Fazio-Littizzetto, Lerner, Saviano, Serra, Strada, e compagni(a) cantanti/e…
Viva, invece, la gioventù, la bellezza, i cittadini per bene di qualsiasi patria e colore. Persino la vittoria nella staffetta dell’Italia nella 4×400 femminile di atletica leggera ai Giochi del Mediterraneo di Terragona in Spagna (30 giugno), ottenuta da un quartetto di ragazze italiane di colore, è stata “usata”. Come emblema di “antirazzismo” (sic!) e per dare addosso la ministro dell’Interno Matteo Salvini, che, peraltro, si è congratulato con le atlete. Viva le italiane Maria Benedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Raphaela Lukudo e Libania Grenot! Chi le discrimina e le strumentalizza, è lui, il vero razzista. E guardate che guai provoca il politically correct. La Fifa-imam ha invitato duramente gli operatori televisivi a non riprendere le belle tifose presenti negli stadi russi del Mondiale: il rischio è… il sessismo!
Ammirare delle belle donne, compiacersi del dono che ci ha regalato la natura attraverso di loro, amare la vita, la gioia, il piacere, è proibito. Così come il sogno, certo utopistico, di un mondo di felicità atemporale, senza dolore e realtà contingenti. Avete capito? Ciò che non sono riusciti a fare religioni e bigotti vari, ci sta riuscendo un’ideologia “progressista”. Eppure sono le donne le prime a essere felici di essere contemplate e venerate. Ma questi nuovi inquisitori hanno mai letto La locandiera di Carlo Goldoni e il monologo di Mirandolina?: «Tutto il mio piacere consiste nel vedermi servita, vagheggiata, adorata. Questa è la mia debolezza, e questa è la debolezza di quasi tutte le donne. […] Voglio […] abbattere e conquassare questi cuori barbari e duri, che son nemici di noi, che siamo la miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella madre natura».
E cominciamo con la segnalazione di alcuni degli articoli più interessanti comparsi nei numeri di giugno e luglio di LucidaMente. Sempre più spazio è stato dedicato al “nuovo mondo” che avanza, alle sue tecnologie e alla rete. Elena Giuntoli ha approfondito L’hashtag: uso e abuso del cancelletto protagonista della comunicazione online e ha analizzato il significato degli autoscatti nell’epoca dei social e dell’autocompiacimento a tutti i costi («L’esercito del selfie»). Segnaliamo pure L’amore a portata di app: come le applicazioni di dating stanno cambiando la società. Chiara Ferrari si è chiesta Che fine ha fatto il Don’t be evil di Google?, sostituito da un’altra formula: perché si è arrivati al «Do the right thing»?; e ci ha anticipato la prima struttura a energia positiva sopra il Circolo polare artico (Svart Hotel, sostenibilità sul fiordo) che nel 2021 sorgerà nell’estremo nord della Norvegia.
Emanuela Susmel ci ha parlato di Automobili elettriche: i vantaggi ne giustificano il prezzo? L’analisi costi-benefici conferma la convenienza di questi mezzi soltanto nelle città. La carenza di colonnine per la ricarica è il primo nodo da sciogliere. Roberta Antonaci ci ha fatto conoscere Hannes: ecco la mano bionica tutta italiana. E con un prezzo quasi accessibile; nato al Rehab Technologies Lab, il prototipo poliarticolato è stato presentato il 18 aprile scorso alla fiera Exposanità di Bologna. Sempre sullo stesso argomento, Ugo Petroni ha recensito il saggio I Robot e noi (il Mulino), che ci ricorda che la quarta rivoluzione industriale è già partita: le macchine escono dalle fabbriche, entrano negli ospedali e nella società… approdando infine nel nostro cervello (Il futuro della robotica secondo Maria Chiara Carrozza).
Più critici verso la “nuova civiltà globalizzata” e la tirannide tecnologica sono altri libri che abbiamo letto per voi. «Un mondo finisce e un altro non inizia» è il sottotitolo di Tramonti (Giubilei Regnani editore) del saggista Marcello Veneziani, e fornisce di per sé il messaggio essenziale dell’opera. Vita selvatica (Lindau) è un dialogo tra Claudio Risé e Francesco Borgonovo sui principali nodi della società attuale, condannata a un’irreparabile decadenza (La natura come risposta alla globalizzazione postumana). Nel suo Hanno ucciso «Charlie Hebdo» (Lindau) il giornalista Giulio Meotti, attraverso cinque emblematici episodi, ci racconta la nostra autocensura nei confronti del fanatismo e dell’intolleranza islamici (Come l’Occidente ha perso la libertà d’espressione). E Sara Spimpolo ha analizzato un fenomeno sociopolitico dilagante, legato proprio alla globalizzazione: Il populismo da Aristotele a Gramsci.
Dato che le vacanze si avvicinano, ecco alcuni articoli dedicati ai viaggi: Il turismo “mordi e fuggi”, un’arma a doppio taglio della globalizzazione (Alessia Ruggieri); Vacanze: italiani turisti… in Italia (di nuovo la Antonaci); mentre ancora la Giuntoli ci ha condotti vicino Pisa, in Valdera: tra borghi abbandonati, pievi romaniche e storiche osterie. Sempre la Ruggieri ci ha raccontato Come l’uso di psicofarmaci ha influenzato la musica (e viceversa).
Infine, abbiamo cominciato la pubblicazione degli articoli delle partecipanti al nostro XI Seminario di scrittura giornalistica. Ancora sui nuovi fenomeni sociopolitici si è soffermata Sara Stradiotti in Difesa della razza e populismi. La lunga strada verso la legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza è stata ripercorsa da Lorenza Cianci in Aborto, storytelling di una legge. Isa Evangelisti si è soffermata sulle possibili risposte sociosanitarie alle demenze senili, che colpiscono sempre più persone: Alzheimer: non posso curarti, ma posso prendermi cura di te. Ilaria Izzi ci ha introdotti in un autentico tunnel dell’orrore: Il krokodil, la droga mangia-carne. Una testimonianza terribile del disagio giovanile russo. Dal 25 maggio 2018 vige il Regolamento Ue 2016/679: Serena Solmi ne ha esposto gli aspetti più importanti (Privacy, le nuove regole europee). E, adesso, davvero buone vacanze a tutte/i.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XIII, n. 151, luglio 2018)