La raccolta degli interventi del direttore nel terzo trimestre del dodicesimo anno di pubblicazione di “LucidaMente”
Settembre-Ottobre 2017 (nn. 141-142) – Catalogna, quando le ragioni della Storia non sono razionali
Due numeri della nostra rivista dedicati in larga parte alla denuncia dell’atroce inganno della globalizzazione e del nuovo ordine mondiale
Mentre stiamo scrivendo queste brevi note, non possiamo conoscere l’esito finale della vicenda Catalogna-Spagna. Ipotizziamo un lungo tira e molla per poi giungere a una soluzione di compromesso che salvi la faccia a entrambi i contendenti.
Al di là di tutto, però, il fatto più interessante della vicenda è che, come (quasi) sempre nella Storia, sentimenti, passioni, identitarismo, spirito di appartenenza, occupano un posto importante, che travalica i meri calcoli (pratici, economici, realistici) e le ragioni della ragione. Di recente è successo con il Brexit, con l’elezione di Donald Trump, con lo stesso no al referendum sulla cosiddetta riforma Boschi-Renzi. I cittadini, il tanto vituperato “popolo”, hanno ancora dentro di sé delle energie ataviche e pure. I catalani, i gallesi, gli scozzesi, i bretoni, i russi di Crimea, i fiamminghi, i valloni… In Italia, persino cittadine limitrofe e i diversi quartieri della stessa città. Il cristianesimo, le classi sociali, i mestieri, le tradizioni, il cibo locale, l’arte, la musica… Resistono nonostante il potente piano globale di indifferenziare popoli, culture, religioni, lingue, persone, prodotti alimentari, sessi.
La gente comune avverte, sente, percepisce, a volte anche senza “comprendere”, l’avanzata dell’orrendo Moloch, costituito dal capitalismo finanziario, dai poteri sovranazionali come l’Onu e i suoi addentellati, dall’Unione europea, dai potentati dei petrodollari islamici, dal pensiero unico politicamente corretto postsessantottino e dalla connessa macchina dei mass media, dai guru della telematica postumana, da un Vaticano terzomondista. E, appena può, reagisce. Così, si arriva al paradosso (che non è affatto tale, se non per le “anime belle”) che i populisti e i sovranisti, brutti, sporchi e cattivi, appena escono fuori dal coro amorfo, subiscono la violenza del potere “democratico”, buonista e solidale. Manganellate e anche peggio. E, allora, chi sono i cattivi?
Nei due numeri di settembre e ottobre di LucidaMente, abbiamo difatti segnalato una serie di libri che denunciano l’atroce inganno della globalizzazione e del nuovo ordine mondiale: I padroni del caos (Liberilibri) nel quale il docente universitario triestino Renato Cristin spiega la grande macchina globalista; Pensare altrimenti (Einaudi), con Diego Fusaro: la rivolta contro l’ordine economico mondiale; Un quinquennio per nulla (Enrico Damiani Editore), con La Francia di Hollande sotto la lente di Éric Zemmour. Né, nell’anniversario della sua morte, potevamo dimenticare la prima persona che ha denunciato quello che si stava progettando: così, abbiamo letto Io e Oriana, di Magdi Cristiano Allam, edito da il Giornale (Oriana Fallaci, che brutto carattere!). In parte collegato alla tematica trattata è un pamphlet che denuncia che il mondo contemporaneo non ricerca più la bellezza, ma lo scandaloso e il “messaggio”: 100 anni di arte immonda di Angelo Crespi, edito sempre da il Giornale… (Arte di merda: le sette opere più schifose dal Novecento a oggi).
Tuttavia, nell’ambito della grande ipocrisia che accompagna la menzogna globalista, un vero articolo-denuncia è quello del nostro Orazio Francesco Lella, che si è infiltrato nell’ingranaggio della raccolta fondi delle “benefiche” Ong. E ha scoperto la verità sul lavoro e sul dramma sociale ed esistenziale dei procacciatori di donazioni “appaltati” a società a scopo di lucro: Ong, cosa si nasconde dietro la pettorina dei “dialogatori”. E, volendo, anche l’articolo “Food porn”: da dove nasce la mania di fotografare il cibo di Alessia Giorgi, sul “piacere” di mangiare secondo la pubblicità e le strategie per farci comprare, rientra negli smascheramenti delle trappole della contemporaneità.
La Giorgi ha prodotto altri due interessanti articoli, di argomento scientifico: Fukushima sei anni dopo. La lenta ripresa dopo il disastro nucleare (ancora altissimi i livelli di radioattività; in progettazione una squadra di robot che metterà in sicurezza la centrale) e La sonda Cassini ha concluso la propria missione (l’orbiter si è tuffato nei cieli di Saturno, il pianeta che studiava da tredici anni; rivoluzionarie le sue scoperte sui satelliti Encelado e Titano). Sara Spimpolo in Dislessia: un disturbo ancora incompreso, ci ha parlato dei pregiudizi sbagliati da abbattere e dei disagi dei pazienti da capire, col sito Dsxiyela che fa provare in prima persona cosa significhi essere dislessici. Per ultima, ma non per importanza, evidenziamo la bella intervista di Dora Anna Rocca a uno dei più famosi gruppi musicali italiani: I Ricchi e Poveri compiono cinquant’anni. Buone letture.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XII, n. 142, ottobre 2017)
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Agosto 2017 (n. 140) – Nulla di nuovo sotto il sole… pardon, sotto la mezzaluna!
Stragi del Burkina Faso, di Barcellona, Cambrils, Finlandia… E ce ne saranno altre. Abbiamo ormai accettato che il nostro futuro sarà questo. Per favore, però, niente “Je suis”, fiorellini, letterine, pupazzetti e concerti per la pace… E, soprattutto, che i politici europei tacciano!
Ancora stragi, ancora sangue innocente, anche italiano. L’ideologia politico-religiosa “di pace e amore” è giunta in Burkina Faso (Ouagadougou), in Catalogna (Barcellona e Cambrils), e persino in Finlandia (Turku). Ancora retorica, demenziali dibattiti televisivi nei quali non c’è segno di vita, di indignazione, di reazione. Abbiamo già accettato che questo sarà il futuro dell’Europa e dell’Occidente.
Massacri, disoccupazione, precarietà, sfruttamento, miseria, immigrazione selvaggia, perdita di identità spirituale e culturale, ignoranza, dipendenza da Internet… Bene. Sottomessi ai poteri della globalizzazione e alla tecnoburocrazia dell’Unione europea, ai petroldollari e all’avanzata demografica dell’islam, alla sinistra postsessantottina radical chic e al cattocomunismo bergogliano… Questo, chi ha ancora un po’ di cervello, l’ha già capito. Chiediamo un unico favore: basta “Je suis” e concerti rock per la pace, candeline e peluche. E stop agli insulsi applausi ai morti, che non erano eroi che volevano morire, ma povere persone comuni in vacanza che avrebbero volentieri fatto a meno di essere schiacciati da un furgone, sparati o accoltellati. Soprattutto, che stiano zitti i politici europei e i buonisti che ci hanno ridotto così. Urlano “io non ho paura”, un coro ebete di agnelli al macello. Di fronte alla guerra non si ha paura? Pensate se, di fronte alle armate naziste che invadevano il territorio, i russi si fossero radunati nelle piazze delle loro città gridando in coro “Io non ho paura”…
Ma, attenzione. Tra un po’ non si potrà neanche pronunciare la parola islam. Lo stesso segretario generale dell’Onu, l’ex leader socialista portoghese António Manuel de Oliveira Guterres, ha detto che «il razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo o l’islamofobia stanno avvelenando le nostre società ed è assolutamente essenziale stare uniti per combatterli ogni volta che si manifestano». Avete capito? Non sono gli “jihadisti” a rovinarci la vita, ma la cosiddetta islamofobia! E lo sapete a quando risale questa sua dichiarazione? Un giorno prima delle nuove stragi catalane! Se si volesse pensare male…
Il rischio della censura (preventiva) è denunciato nel volumetto L’islam in redazione, edito dal quotidiano La Verità. Gli autori sono lo stesso direttore Maurizio Belpietro e Francesco Borgonovo, che rivendicano il diritto al libero pensiero e alla libera stampa e smascherano le bugie buoniste su una religione intrinsecamente aggressiva. La nostra recensione si intitola Islamofobia, il bavaglio alla libertà. Nell’inquisizione del politicamente corretto sarebbero senz’altro incorsi quell’omofobo del commissario Maigret e quel razzista di Tin Tin. Pertanto, lo scrittore Georges Simenon e il disegnatore Hergé scampano agli strali del “politicamente corretto” solo perché sono da tempo morti. Vi racconto tutto. Notte tra martedì 25 luglio e mercoledì 26. Prima, leggendo Maigret e il corpo senza testa di Georges Simenon, a p. 165 dell’edizione Adelphi Maigret e le donne fatali, ho trovato il brano: «L’uomo che tutti chiamavano il Visconte […] era pederasta, anche se in modo assai discreto».
Poco dopo in tv, sul canale Boing, in un episodio delle avventure di Tin Tin (del disegnatore Hergé), questi indica un accampamento di nomadi (rom?; sinti?; come si devono chiamare?) definendolo «di zingari». Per fortuna, sia Simenon sia Hergé (entrambi belgi) sono morti da anni. Ve l’immaginate, se fossero vissuti oggi, cosa avrebbero dovuto subire per aver usato un linguaggio così “politicamente scorretto”? Spero peraltro che la nostra amata Laura Boldrini non la faccia pagare alla casa editrice Adelphi e ai programmatori Boing per così tanto oltraggio! Già è stato sospeso quel povero poliziotto che ha salvato un immigrato in bicicletta in autostrada, però definendolo ironicamente “una risorsa della Boldrini”! Più intelligente di chi assume tali assurdi provvedimenti, lo stesso straniero, un diciannovenne ivoriano, che ha ringraziato il poliziotto per la sua gentilezza e professionalità.
A proposito di emigrazione, immigrazione e interessi annessi, nell’articolo La Coop finanzia il traghettamento dei migranti in Italia, abbiamo evidenziato come parte degli introiti dell’“Olio per la Pace”, prodotto da un’azienda di Palermo, vengano destinati dal colosso della grande distribuzione, vicino al Pd, a una nota Ong. Quale? Medici senza frontiere (che il 31 luglio scorso non ha voluto firmare il codice di condotta del nostro Ministero dell’Interno e che è indagata dalla Procura di Trapani) per «operazioni di ricerca, soccorso e assistenza medica nel Mediterraneo centrale». E, una volta in Italia, i “richiedenti asilo” saranno attesi da altre cooperative, che… La Verità di mercoledì 2 agosto ha citato LucidaMente in un articolo di Antonio Amorosi sul rapporto Coop-Medici senza Frontiere che prende spunto anche dal “pezzo” appena sopra menzionato. Non solo. Il periodico on line La Vera Cronaca (direttore Pierfrancesco Palattella), interessato dal nostro articolo, ha voluto intervistare chi vi scrive in La Coop e il traghettamento dei migranti in Italia. Due bei successi per la nostra rivista.
Passiamo agli altri articoli usciti in agosto sul nostro periodico, allontanandoci non troppo dalle tematiche finora trattate. Ludovica Merletti ha intervistato un giovane ingegnere del più grande popolo senza stato, che racconta la propria esperienza sotto il regime di Recep Tayyip Erdoğan (Curdi in Turchia: discriminati e non solo). La guerra? Non ci sarà. Starete pensando alla Corea del Nord? Ma no! In 1913. L’anno prima della tempesta (Marsilio) lo storico dell’arte Florian Illies offre, in una sorta di agenda-diario, l’affresco storico, sociale, culturale di un’epoca e le vite incrociate di famosi personaggi, soprattutto scrittori e artisti mitteleuropei. Ma nessuno pensava a un conflitto. Un’«inutile strage» che proprio cento anni fa, il 1° agosto 1917, al terzo anno dall’inizio della Prima guerra mondiale, ormai già sanguinosissima, papa Benedetto XV tentò di fermare inviando una Lettera ai capi dei popoli belligeranti. Come tutti i messaggi dei papi del XX secolo, bella, ragionevole, astratta. E, come sempre, inascoltata.
Concludiamo con qualcosa di meno tragico. In Il film e il suo spettatore Sarah Corsi ha analizzato come il pubblico interagisce con il cinema e come sceglie di farlo tra le ipnosi e gli inganni della settima arte. Alessia Giorgi ci ha parlato di un strana trovata pubblicitaria di un comune svizzero (A Bergün, vietato fotografare. L’idea del sindaco per attirare turisti). Il decreto è stato revocato dopo pochi giorni: si trattava di una trovata pubblicitaria. Emanuela Susmel ci ha spiegato il metodo “Easyway” applicato all’aerofobia e illustrato dall’inglese Allen Carr (Paura di volare? Come superarla senza tranquillanti). Viva le donne, la bellezza, il fascino femminile; su quali saranno le Tendenze moda Autunno-Inverno 2017/2018, dalle felpe ai jeans, dalle pellicce agli abiti lunghi, ci ha riferito tutto (o quasi) Aurora Sturli. Buon finale di vacanze.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XII, n. 140, agosto 2017)
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Luglio 2017 (n. 139) – Social, realtà virtuale e mostruosità del postumano
Un numero monografico dedicato agli orrori che attraversano il web e… quando non si sta vendendo una merce, la merce in vendita siamo noi
Abbiamo già più volte in passato espresso le nostre perplessità sull’invadenza della telematica nelle nostre vite, con annessi telelavoro, pratiche burocratiche e pagamenti on line, acquisti in Rete, perdita di posti di lavoro, fake news, realtà virtuale, social, chat idiote, violenze verbali, mobbing, cyber bullismo, pornografia, solitudine… Un atroce rumore di nulla, l’abbiamo definito.
Eh, sì; ci dirigiamo incoscienti e istupiditi verso quella mostruosità che ormai molti (come Paolo Becchi e Diego Fusaro) definiscono come l’Era del postumano. Tutto un mondo in Rete apparentemente amichevole, libero, gratuito. Sennonché, navigando in Internet “gratis”, badate bene: quando non si sta vendendo una merce, la merce in vendita siamo noi. I nostri dati, le nostre persone, i nostri profili. Le nostre vite. E i guru della Silicon Valley ricavano miliardi da tutto questo. Così, come era solito nei primi anni di vita di LucidaMente, abbiamo elaborato un numero quasi monografico sull’argomento, proseguendo altresì con la pubblicazione degli articoli scritti come prova finale dai partecipanti al nostro 9° Seminario di scrittura giornalistica. Ecco i loro preziosi contributi. Valentina Paganelli si è chiesta: Il selfie: ritratto autentico o maschera della nostra identità? Intanto, in Catalogna apre e fa scalpore la prima casa d’appuntamenti erotici con cyborg; tutto raccontato da Massimiliano Dal Fiume in Sesso e robot a Barcellona.
La morte corre sulla Rete. Così potrebbe intitolarsi la tematica trattata da Domenico Francesco Cirillo in Morire all’epoca dei social network e da Orazio Francesco Lella in Blue whale, che cos’è e come parlarne. Laura Faccenda, invece, ci ha introdotto al fenomeno degli Hit makers, l’industria dei fenomeni. Inoltre, Criptovalute: cosa sono e come funzionano. Apparentemente di diverso argomento, e invece pur sempre legate alla nuova realtà del pensiero unico globalista, sono due recensioni di recenti pamphlet (di Francesco Boezi e Alessandro Catto), rispettivamente dedicati a Benedetto XVI, il papa che difendeva l’Europa e ai Radical chic, un antidoto alla loro arroganza.
Due interviste in esclusiva: Carolina Cutolo ha sentito Angelo Gaccione, un importante testimone de Le preziose lettere inedite di Carlo Cassola e l’utopia del disarmo; Dora Anna Rocca ha dato spazio a un dirigente scolastico nonché attore (Pierluigi Bartolomei, teatro e impegno sociale). Infine, come i lettori più avveduti avranno notato, da qualche tempo diamo molto spazio a utili “consigli al volo”, così non ci accuserete di essere troppo intellettualistici. Eccone alcuni, tra i tanti. Viaggi: Ora et labora: visitare le abbazie delle città d’arte; Viaggio estivo in macchina: idee per itinerari in Italia; Cesena-Cervia-Cesenatico, tutti al mare… Sì, ma in taxi!; Vacanze subacquee a Malta. Salute e bellezza: I rimedi per il benessere: le potenzialità della curcuma; Capelli lunghi, cinque regole per curarli. Casa: Mobili per la casa, la parola chiave è versatilità; Cinque idee per arredare il bagno in maniera originale. Anziani: Videogiochi, cura contro la vecchiaia; Montascale, uno strumento prezioso per le persone con mobilità ridotta. Buone vacanze.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XII, n. 139, luglio 2017)