La raccolta degli interventi del direttore nel terzo trimestre del quattordicesimo anno di pubblicazione di “LucidaMente”
Settembre-Ottobre 2019 (nn. 165-166) – Internazionale
Da Parigi a Praga, da Algeri a Tunisi, dalle migrazioni africane all’ambigua Carola, dai cambiamenti climatici ai costumi e consumi imposti dalla globalizzazione: “LucidaMente” riparte dopo l’estate coi suoi inviati all’estero, con un profilo che si proietta oltre la penisola
Dopo lo stranissimo agosto durante il quale in Italia è caduto un governo e se n’è fatto un altro di segno opposto… ma con lo stesso presidente del Consiglio, la nostra rivista, forse casualmente, ha dedicato quasi tutti i propri maggiori articoli a realtà internazionali. Un grazie particolare agli inviati che hanno redatto i loro contributi direttamente in loco.
Da Praga Edoardo Anziano ci ha fatto conoscere meglio Andrej Babiš: primo ministro dal 2017, è il secondo uomo più ricco del paese dell’Europa orientale. Spregiudicato in politica e negli affari, l’oligarca è sopravvissuto a numerosi guai giudiziari (La Repubblica ceca e il Berlusconi locale: libertà di stampa e conflitto di interessi). Nicola Lamri ci ha raccontato della mobilitazione francese nata quasi un anno fa per contestare le nuove accise sui carburanti, e che si è ormai trasformata in un vero e proprio movimento contro le riforme neoliberiste del governo (I gilet gialli tornano in piazza, una giornata di ordinaria lotta sociale a Parigi). Del resto, già un paio di mesi fa Lamri ci aveva parlato di due “casi esteri” (Il risveglio algerino, fra primavere mancate e lo spettro del terrorismo e Il Sudan e l’accordo militari-opposizione: una speranza per tutta l’Africa subsahariana?).
E, restando in Africa, ci siamo soffermati con Federico Tanaglia sulle Elezioni in Tunisia, la difficile strada della democrazia araba: il primo turno delle elezioni presidenziali del 16 settembre scorso si è svolto all’insegna della confusione istituzionale, con uno dei vincitori attualmente in galera. Con gli occhi puntati al 6 ottobre, giorno del voto finale, un’analisi della paradossale situazione politica che pervade, silenziosa, le vie e gli abitanti della capitale. Il collegamento Tunisia-migrazioni africane è facilissimo. E, spulciando tra varie dichiarazioni ufficiali e interviste, abbiamo scoperto che l’accoglientismo indiscriminato di Francesco I non è accettato da buona parte degli alti prelati del Continente nero: andarsene dai propri paesi d’origine sottrae risorse umane e apre a un destino di schiavitù (Ma i vescovi africani sono contro le migrazioni).
Altro collegamento: migranti-Carola Rackete. A distanza di qualche mese dalla vicenda della Sea Watch 3, sempre Tanaglia ha inteso analizzare il caso a mente fredda, senza paura di scontrarsi con la narrazione patetica dominante che, invece di cercare soluzioni, alimenta il vuoto di responsabilità generale nell’effimera illusione della bontà del salvataggio (Perché Carola è tutto tranne che un’eroina). Migrazioni-globalizzazione-nuove ingiustizie-nuovi falsi modelli… Tra smart working e work life balance, Chiara Ferrari è andata alla ricerca delle nuove frontiere del lavoro, che potrebbero migliorare la nostra vita a 360 gradi (Lavorare meno e meglio: utopia o possibilità?). Nel suo nuovo libro Il nuovo ordine erotico (Rizzoli) il giovane pensatore Diego Fusaro è andato oltre. Ha contestato le attuali tendenze sessuali, a partire dalla teoria gender. Dopo aver distrutto nazioni, cultura e diritti sociali, la cultura dominante, attraverso l’“eroticamente corretto”, intende annientare la famiglia e la figura del padre (Il sesso sporco del neocapitalismo).
Alessia Ruggieri s’è interrogata su un altro fenomeno di costume: Musica trap: cattiva influenza o specchio della società? Le hit che fanno impazzire i ragazzi, schizzando in cima alle classifiche, sono da tempo nell’occhio del ciclone per il messaggio poco educativo che trasmettono. Ma oltre lo scandalo (forse) c’è di più. Globalizzazione-controlli di massa-rischio del Grande Fratello. Ancora la Ferrari si è chiesta se non ci sia da preoccuparsi dei sistemi di videosorveglianza sempre più pervasivi (Telecamere ovunque: più sicurezza o meno libertà?). Globalizzazione-cambiamenti climatici? Elena Giuntoli ha centrato un proprio articolo su come affrontare i temi ambientali, andando oltre gli allarmismi e la disperazione e promuovendo azioni di contrasto (Raccontare il clima: appunti per un giornalismo positivo e coinvolgente). Sonia Giudici ci ha inviato un racconto fotografico de La scelta di Martina: una giovane nata in Lombardia, che da due anni ha deciso di vivere in un furgone, a Tarifa (Andalusia), il punto più meridionale dell’intera Europa continentale, in armonia con la sua lotta ecologista.
Globalizzazione-affanno delle democrazie? Paolo Romoli ha approfondito la tematica de La grave crisi delle leadership: oggi i leader basano tutto il loro potere sul consenso immediato del popolo. Ma per quanto tempo ancora si potrà continuare in questa direzione? Più leggeri i contributi “internazionali” di Emanuela Susmel su Emergency Poet, la particolare missione di Deborah Alma, la “scrittrice-dottoressa” inglese che prescrive pillole di poesia per curare solitudine e depressione (Pronto soccorso poetico? Nel Regno unito funziona per duemila persone all’anno). Sempre la Ferrari ci ha parlato della trovata pubblicitaria di una sperduta isoletta del nord della Scandinavia, che avrebbe eliminato lo stress del tempo: Sommarøy (Norvegia), aboliti gli orologi… o no? Tornando in Italia, Silvia Franzone ha posto l’accento sui cronisti del Belpaese sottoposti a minacce o querele che intendono limitare la loro libertà di espressione (e talvolta è persino necessaria la protezione di una scorta; Giornalisti d’inchiesta in Italia: i rischi del mestiere) e sempre la Ruggieri su Caro affitti e speculazione: se l’università diventa un lusso (Roma, Milano, Bologna, Torino: nelle principali città italiane trovare un alloggio a prezzi accessibili è ormai impossibile, tanto che molti studenti fuorisede sono costretti a tornare a casa).
Concludiamo con la cultura. Oltre a vari libri, la nostra rivista ha recensito i più interessanti film del momento con Arianna Mazzanti (C’era una volta a Hollywood: Tarantino e la cinefilia di una volta) e con un doppio Michele Piatti all’esordio (il nuovo film di Mario Martone: Il sindaco del rione Sanità: De Filippo in chiave pulp? e Martin Eden e l’attualità delle ideologie). Infine, vi invitiamo a iscrivervi al nostro Seminario di scrittura giornalistica (valido per CFU), con lezioni per lo sviluppo Seo e note di comunicazione, audiovisiva e per i social media (Bologna, novembre 2019-gennaio 2020): 14ª edizione, che si terrà, come al solito, presso Unci Formazione, in via Cincinnato Baruzzi 1/2. A presto.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XIV, n. 166, ottobre 2019)
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Luglio-Agosto 2019 (nn. 163-164) – Angeli e demoni, pochissimi i primi, quasi tutti i secondi
Nell’orrore di Bibbiano e delle altre migliaia di casi sparsi lungo l’Italia, gli unici a uscirne puliti sono i bambini
Pensiamo sia inutile riepilogare al lettore la vicenda-Bibbiano. Sia perché il caso giudiziario è ancora aperto, sia perché, nonostante l’ampia censura della stampa e delle tv mainstream, i cittadini italiani, anche attraverso i social, hanno potuto avere informazioni ed esprimere il proprio sdegno. Forse in altre nazioni ci sarebbe scappata qualche reazione violenta nei confronti dei tanti orchi (soprattutto orchesse) della vicenda.
Ma noi italiani siamo poco inclini a ribellarci: viltà, rassegnazione, scarse doti civiche o saggezza? Al contrario dei francesi, che coi gilet gialli hanno messo a ferro a fuoco il Paese transalpino, noi preferiamo esprimerci nell’urna (come dimostrato il 4 marzo 2018); almeno finché ci sarà concesso, ovvero fino a quando le élite decideranno particolari requisiti per esercitare il diritto di voto… Che democrazia è quella nella quale il popolo può esprimersi liberamente, non dando mai ragione al potere neoliberista, cattocomunista e radical chic, dal referendum Boschi-Renzi ai consigli di quartiere? Torniamo a Bibbiano. Se un merito ha avuto l’infame vicenda, è stato quello di aver fatto emergere una realtà che riguarda tutta la penisola e che in pochi – soprattutto avvocati – ben conoscevano: il business degli affidi. Un affare simile a quello che riguarda la gestione dei cosiddetti migranti: guadagnare soldi facili (e pubblici) su esseri bisognosi, fornendo per di più all’esterno un’immagine umanitaria e solidarista. Però, in questa sede, vorremmo soffermarci pure su un altro aspetto della vicenda.
Come si sa, l’inchiesta penale ha assunto la denominazione di “Angeli e demoni”. Noi crediamo che, escludendo le uniche, totali vittime, i bimbini, tutti gli altri protagonisti siano per lo più demoni. In primis, gli assistenti sociali e gli psicologi corrotti, nonché le case-famiglia, le associazioni, le cooperative e i singoli che intascavano soldi. Ma quasi sullo stesso piano si collocano certi sgangherati gruppi lgbt, con le loro teorie balzane; diciamolo con estrema durezza: l’ideologia, lo psicologismo e il sociologismo dell’attuale sinistra globalista sono il substrato culturale della tragedia che si è consumata. E, poi: i magistrati che sentenziavano il distacco dei bimbi dalle rispettive famiglie… possibile non abbiano avuto la sensibilità, un’empatia minima per “nasare” lo schifo che passava per le loro aule giudiziarie?
Infine, vogliamo andare controcorrente. Affermiamo con forza in via preliminare che nessuna famiglia è perfetta e che sia meglio una famiglia malmessa da aiutare, soprattutto se il problema è solo socioeconomico, piuttosto che l’affido. Inoltre, in tutto il Paese saranno molte migliaia gli ingiusti e inopportuni, se non crudeli, allontanamenti di bimbi dal loro originario nucleo familiare. Tuttavia, molti dei genitori dai quali sono stati separati i figli e che sono apparsi in tv hanno offerto uno spaccato molto negativo quanto reale delle attuali famiglie italiane. Mancanza di maturità, equilibrio, autorevolezza (certificati dal look, tatuaggi e piercing compresi…). È come quando andiamo al mare e “ammiriamo” le signore tatuate dappertutto o siamo al ristorante e vediamo che mamma e papà usano compulsivamente lo smartphone, almeno quanto i loro figli. E, dopo, magari, lasciano i bimbi alle babysitter per scatenarsi in discoteca… Da figure genitoriali così, che fanciulli e adolescenti possono venir fuori? Se madre e padre non rispettano i propri ruoli, ciascuno per la propria parte, senza confusione, e se, invece, rimangono eterni giovanilisti, quale potrà essere il futuro della società italiana? Ah, scusate, ci stavamo dimenticando che l’Italia è demograficamente in via d’estinzione. A tutti gli effetti.
Dello scandalo che ha coinvolto i servizi sociali della Val d’Enza si è occupato su LucidaMente Nicola Lamri (Bibbiano, terzo settore e privato sociale: cosa c’è sotto davvero), indagando l’argomento oltre l’orrore e le polemiche politiche in una prospettiva diversa: un intelligente approfondimento sull’intrusione delle logiche di mercato nell’ambito dell’assistenza e sul sistema piramidale alla cui base c’è lo sfruttamento degli operatori precarizzati. Poiché nella deriva-Bibbiano sono sul banco degli accusati amministratori appartenenti al Partito democratico, è opportuno leggere quanto ha scritto Federico Rampini nel suo La notte della sinistra (Mondadori): Il sonno della sinistra genera mostruosità… economiche, sociali e culturali.
La nostra rivista ha avuto sempre a cuore gli sfruttati e ha puntualmente denunciato gli orrori che infestano il nostro pianeta. Ecco, dunque, al riguardo, la segnalazione di alcuni dei nostri articoli più caldi pubblicati in queste ultime settimane. Edoardo Anziano si è occupato dei Riders, fra tutela dei lavoratori e crisi del settore: mentre segnali incoraggianti arrivano dal primo contratto collettivo per fattorini, il mondo delle consegne a domicilio non sembra vivere la sua stagione migliore. Chiara Ferrari e Arianna Mazzanti, rispettivamente con Il prezzo della moda: salari da fame e povertà e con «Vestiti fatti col sangue dei lavoratori», hanno scritto dello scandalo della gara al ribasso tra i grandi marchi, che, delocalizzando la produzione, risparmiano sugli stipendi dei lavoratori. In un’ottica ambientalista globale, sempre Ferrari (Zero Waste: vivere senza sprechi è possibile?) e Mazzanti (Come ci nutriamo importa, eccome!) hanno trattato i problemi dei rifiuti e della connessione tra allevamento industriale, inquinamento globale e cambiamenti climatici. Alessia Ruggieri, partendo dai gilets jaunes e dagli attivisti di Climate strike, si è chiesta se Fine del mese e fine del mondo: lotte sociali e ambientaliste sono conciliabili? e l’inesauribile Mazzanti, a 27 anni dalla ipotizzabile data della morte di Christopher Johnson McCandless, ne ha celebrato la figura (Chris Supertramp, il super vagabondo).
Federico Tanaglia ha analizzato il fenomeno de Gli hikikomori in Italia? La risposta: Internet, gli studiosi e tanta sofferenza e la questione della crisi dei sistemi politici in Occidente (Democrazia, Pericle è ancora il nostro tiranno). Ancora Lamri ha scritto per LucidaMente puntando l’obiettivo sulla situazione incandescente di due paesi africani molto vicini: Il risveglio algerino, fra primavere mancate e lo spettro del terrorismo e Il Sudan e l’accordo militari-opposizione: una speranza per tutta l’Africa subsahariana? Infine, per concludere con argomenti più leggeri, Emanuela Susmel ci ha fornito un reportage da “Pausinacci”, curiosità dal concerto bolognese e Isabella Parutto ci ha segnalato il Parco naturale delle Dolomiti friulane: un luogo «straordinariamente emozionante». Insomma, un consiglio per le vacanze estive…
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XIV, n. 164, agosto 2019)