Misure straordinarie in Francia per far fronte alla grande paura terrorismo
13 novembre 2015. Per due volte nel giro di cinque minuti, durante l’amichevole tra Francia e Germania, allo Stade de France, si percepisce, inconfondibile, il rumore di un’esplosione al di fuori dell’impianto parigino. Il preludio di una notte di terrore che avrebbe portato via con sé 130 vite, sconvolgendo Parigi e tutto il continente europeo.
Sette mesi dopo, la Francia si appresta a ospitare – per la terza volta nella sua storia – la fase finale degli Europei di calcio. La partita di apertura, Francia-Romania, è fissata per venerdì 10 giugno, alle ore 21, sempre allo Stade de France di Parigi. Nei primi attimi di paura, seguenti agli attentati dello scorso novembre, si era anche ipotizzato che si potesse arrivare a un’edizione a porte chiuse della rassegna continentale. Non sarà così, anche perché i sondaggi hanno da subito evidenziato la volontà della popolazione di non abbassare la testa e far sì che gli Europei e il prossimo Tour de France avessero regolarmente luogo. Il problema della sicurezza, però, è di stretta urgenza.
Qualche settimana fa, il 22 maggio, è andata in scena, proprio allo Stade de France, la finale della coppa nazionale tra Paris Saint-Germain e Olympique Marsiglia, le Classico del calcio francese. Sul piano della sicurezza, un vero e proprio disastro. Le immagini di bombe carta e fumogeni all’interno dello stadio di Saint-Denis hanno fatto il giro del mondo, rivelando in maniera inequivocabile le difficoltà della polizia della capitale transalpina nel controllare gli afflussi all’impianto, malgrado l’introduzione di misure draconiane quali un triplo filtro all’ingresso e l’erezione di un muro metallico alto due metri.
Il presidente della Repubblica François Hollande, il premier Manuel Valls, il ministro dello Sport Patrick Kanner e il capo della Sicurezza per Euro 2016 Ziad Khoury, però, sono decisi a evitare ulteriori pessime figure al cospetto del globo. Già a novembre erano arrivati i primi annunci di misure straordinarie, in quanto a sicurezza e controlli, e il piano predisposto dall’intelligence francese è senza precedenti: oltre 100 mila tra poliziotti, gendarmes di vario genere, artificieri, vigili del fuoco, semplici volontari. Anche il budget predisposto per blindare le zone degli stadi e dei ritiri delle varie nazionali ha subito un’impennata del 15%: le 24 squadre si sposteranno da una località all’altra rigorosamente scortate.
Negli ultimi mesi, i dieci stadi in cui si disputerà la manifestazione, dalla provincia di Lille e Lens fino a Nizza e alla Costa Azzurra, hanno visto esercitazioni per far fronte a ogni genere di situazioni d’emergenza. Al Guichard di Saint-Etienne, ad esempio, è stato fatto esplodere un drone in volo, dopo che lo stesso aveva disperso dall’alto sostanze chimiche sugli spalti. Ma a preoccupare maggiormente l’intelligence sono le aree cittadine destinate ai punti di ritrovo per tifosi. Se pensiamo, infatti, che nelle aree, dove verranno installati i maxischermi per la visione delle partite, si raccoglierà la maggior parte degli appassionati sprovvisti di biglietto, sarà essenziale far sì che le fan zones siano soggette a controlli minuziosi, tanto all’ingresso quanto durante la proiezione, attraverso la videosorveglianza.
E, dato che prevenire è meglio che curare, a Bordeaux la polizia e i servizi di emergenza hanno testato l’eventualità di dover far fronte al verificarsi di vittime in un’area che raccoglierà 62 mila aficionados a partita. Dalla teoria, però, è il momento di passare alla pratica. Come per le 24 nazionali partecipanti, anche per la gestione della sicurezza a parlare sarà il campo. E, allora, bon jeu…
Francesco Nardi
(LucidaMente, anno XI, n. 126, giugno 2016)