Il ricordo del grande centravanti portoghese di origine mozambicana, morto il 5 gennaio 2014 per un attacco cardiaco
Il 5 gennaio 2014, all’età di 71 anni, in seguito a un attacco cardiaco, è morto Eusébio da Silva Ferreira, attaccante portoghese degli anni Sessanta e Settanta. Eusébio è stato uno tra i più grandi centravanti della storia del calcio: veloce, abile nel gioco aereo, dotato di un tiro potentissimo e di buona tecnica individuale. Inoltre era molto corretto in campo. Aveva grandi capacità realizzative e rapidità nei movimenti (non a caso è stato soprannominato “Pantera nera”): un altro asso portoghese odierno che in parte può essere paragonato a lui è Cristiano Ronaldo.
Una statua in suo onore è stata posta il 25 gennaio 1992 all’ingresso dello stadio Da Luz di Lisbona, dove adesso i tifosi portoghesi vanno a depositare fiori in suo ricordo. Eusébio fu il primo grande calciatore a nascere nel Continente nero, essendo originario di Lourenço Marques (oggi Maputo), capitale della colonia portoghese del Mozambico, dove era nato il 25 gennaio 1942. Cresciuto in una famiglia povera e rimasto orfano del padre (ex calciatore) a otto anni, iniziò a tirare i suoi primi calci nelle giovanili dello Sporting Clube di Lourenço Marques e a quindici anni esordì nella squadra maggiore. Dal 1958 al 1960 lo Sporting fu allenato da Ugo Amoretti (ex portiere italiano), il quale segnalò inutilmente il giovane centravanti mozambicano a vari club del Belpaese.
Fu Béla Gutman, allenatore ungherese del Benfica, a prelevare Eusébio nel 1960, facendolo esordire quasi subito in prima squadra. Diventato centravanti titolare del club lisbonese, vinse la Coppa dei campioni nel 1962 – rifilando in finale una doppietta al Real Madrid di Ferenc Puskás e Alfredo Di Stefano – e il Pallone d’oro quale miglior giocatore europeo nel 1965. La sua consacrazione avvenne al Campionato mondiale di calcio del 1966, nel quale si laureò capocannoniere con 9 reti, consentendo con i suoi gol al Portogallo di arrivare al terzo posto. Memorabile rimane la sua prestazione nella gara Portogallo-Corea del Nord, valida per i quarti di finale: la compagine nordcoreana – che aveva già eliminato l’Italia – si trovò inopinatamente in vantaggio per 3 a 0 dopo soli 25 minuti, ma tra il 27’ e il 59’ la “Pantera nera” mise a segno ben 4 reti, trascinando i lusitani alla vittoria per 5 a 3.
Dopo aver militato per 15 anni nel Benfica, Eusébio ha poi giocato in vari club canadesi, messicani, portoghesi e statunitensi, ritirandosi dall’attività calcistica alla “venerabile” età di 37 anni, dopo aver realizzato 612 gol in 637 partite ufficiali, tra club e nazionale, con un’incredibile media di 0,96 gol a partita (considerando, però, anche gli incontri amichevoli, si arriva a 733 gol in 745 gare). Eusébio ha vinto in carriera, oltre a una Coppa dei campioni, anche un campionato provinciale del Mozambico, 11 campionati e 5 coppe del Portogallo, un torneo Nasl, mentre 2 volte è stato insignito della Scarpa d’oro quale miglior realizzatore europeo, 3 volte si è laureato capocannoniere in Coppa Campioni e 7 volte ha vinto la classifica dei goleador del campionato portoghese.
Per rivedere le gesta del fuoriclasse lusitano cfr.: Eusébio, i gol e le coppe: videotributo, in www.repubblica.it.
Le immagini: statua in onore di Eusébio di fronte allo stadio Da Luz di Lisbona (autore: P. Fernandes Trebaruna; fonte: http://en.wikipedia.org); Eusébio raffigurato su una stampa dell’emirato di Ajman (Emirati arabi uniti) del 1968.
Giuseppe Licandro
(LucidaMente, anno IX, n. 97, gennaio 2014)
Stando alle cronache, la Pantera Nera era legato da un rapporto di amicizia con Lev Yashin, insuperabile numero uno sovietico di quel tempo. Gli opposti si attraggono, è il caso di dirlo..