Le opinioni di un nostro lettore sulle violenze contro le donne avvenute nella città tedesca
A Capodanno, nella città tedesca di Colonia, un centinaio di donne tedesche è stato molestato e derubato da un migliaio di fedeli di Allah. A parte le autorità tedesche (notoriamente fedeli ai diktat filo immigrazionisti di papa Francesco I e di Bruxelles) che, con fare patetico e goffo, si sono affrettate a precisare che si è trattato un’azione organizzata per finalità di controllo del territorio (negando quindi la matrice religiosa), la maggioranza dei media e dei commentatori hanno giustamente speso parole di condanna per le gravi aggressioni.
Nell’islam, giova ricordarlo, la sottomissione e le relative pratiche di “addomesticamento” femminile, sono prassi contemplate tanto da fattori antropologici culturali, quanto dalle fonti coraniche. Ma cosa dice il Corano delle donne? Alcuni versetti: Sura IV, v. 34: “Gli uomini sono anteposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre”; Sura IV, v. 11: “Ecco quello che Allah vi ordina a proposito dei vostri figli: al maschio la parte di due femmine”; Sura II, v. 282: “Chiamate ad assistere due testimoni, se non sono due uomini, siano un uomo e due donne, perché se una di esse dimentica, l’altra la faccia ricordare”; Sura II, v. 187: “Vi è reso lecito, durante la notte sul Ramadam, il sollazzarvi con le vostre donne”; Sura IV, v. 25: “Se dopo il matrimonio [le donne] commettono un’infamità, abbiano la metà della pena che spetterebbe alle donne libere”; Sura V, v. 6: “O credenti, quando vi accingete alla preghiera lavatevi la faccia e le mani. Se avete toccato donne, e non trovate acqua, cercate della polvere pulita e passatevela sulla faccia e sulle mani”.
Sura II, v. 221: “Non sposate le donne atee o idolatre finché non avranno creduto, perché certamente una schiava credente è meglio di una donna politeista, anche se questa vi piace”; Sura IV, v. 3: “Sposate allora le donne che vi piacciono, due, tre o quattro…”; Sura II, v. 229: “Un uomo può divorziare da sua moglie per mezzo di una dichiarazione pubblica, mentre la moglie non possiede tale diritto: il ripudio v’è concesso due volte”; Sura IV, v. 34: “Quanto a quelle di cui temete atti di disobbedienza, ammonitele, poi lasciatele sole nei loro letti, poi battetele”; Sura II, v. 223: “Le vostre donne sono come un campo per voi, venite dunque al vostro campo a vostro piacere”.
Se ne evince che, se il Corano prescrive tali “obblighi”, nulla si può imputare ai maschi islamici che maltrattano le donne, in quanto il loro agire discenderebbe direttamente dal testamento spirituale di Maometto. Pertanto, deplorare il “machismo” misantropico islamico equivarrebbe a mettere in dubbio la rispettabilità del profeta e tale affronto, nell’odierno clima culturale politically correct, secondo il quale tutte le religioni sono poste sul medesimo piano dalla nuova chiesa ecumenica di papa Bergoglio, non è ammissibile, anzi, suonerebbe come una bestemmia. Che fare? Continuare a credere alla favola dell’integrazione o cominciare a ragionare alla go to home di Donald Trump? L’alternativa è la sottomissione, e non solo della donna!
Gianni Toffali – Verona
(LucidaMente, anno XI, n. 121, gennaio 2016)