Al Museo Palazzo de’ Mayo un’ampia campionatura di codici miniati risalenti al Medioevo. Un’occasione per ammirare questa forma d’arte e scoprire i segreti dei preziosi manoscritti, custoditi tra l’Europa e l’America
Chi è affascinato dalla produzione libraria medievale non può perdersi il corpus di manoscritti, radunati in un’unica esposizione, di Illuminare l’Abruzzo. Codici miniati tra Medioevo e Rinascimento. Dal 10 maggio al 31 agosto il Museo Palazzo de’ Mayo di Chieti (largo Martiri della Libertà) presenterà, in esclusiva, il patrimonio manoscritto abruzzese in tutte le sue sfaccettature, indagando le sottili collaborazioni e i differenti scambi artistici che fanno di questa realtà un tesoro tutto da scoprire. La mostra, curata da Gaetano Curzi e Francesco Tomei dell’Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti, da Francesca Manzari dell’Università “La Sapienza” di Roma e da Francesco Tentarelli, soprintendente per i Beni Librari dell’Abruzzo, è finanziata dalla Regione e convenzionata con il Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze sociali dell’Università “D’Annunzio” di Chieti.
L’esposizione delinea, grazie a prestigiose acquisizioni, un profilo nuovo della produzione abruzzese tra XI e XV secolo, attraverso la catalogazione di oltre settanta opere, tra codici e fogli sparsi, conservate in Italia, in Europa e negli Stati Uniti. Molte di esse, compresi materiali finora sconosciuti o recentemente ritrovati, sono di proprietà delle biblioteche pubbliche ed ecclesiastiche regionali. Tra gli altri, saranno esposti i due fogli dei corali rubati da Guardiagrele e rintracciati dalla Manzari sul mercato antiquario, il Messale per Offida, conservato alla Biblioteca Palatina di Parma, i fogli miniati oggi custoditi alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, l’Exultet di Avezzano – raro esempio di rotolo di pergamena della lunghezza di quasi sei metri, eseguito a Montecassino – e raffinate riproduzioni di codici abruzzesi ubicati in vari istituti esteri quali il Metropolitan Museum di New York e la Bibliothèque nationale di Parigi.
L’Abruzzo vanta una ricca produzione miniata, grazie alle botteghe dei professionisti che, situate soprattutto nei centri di Chieti, L’Aquila e Teramo, tra i secoli XI e XV realizzavano svariate tipologie di opere. Le ricerche degli ultimi anni hanno permesso di scoprire nuovi documenti, facendo emergere una rete di rapporti differente rispetto a quanto era stato fissato nella storiografia precedente. Molti codici risultano nati dalla collaborazione di più artisti, dettaglio rilevabile anche all’interno di immagini piccolissime. Nel Messale di Offida, ad esempio, è presente l’impegno di almeno due professionisti; ciò testimonia come, nelle botteghe attive nel tardo Medioevo, mani diverse coniugassero i propri interventi, creando un prodotto stilisticamente uniforme, seppure mantenendo caratteri autonomi. Una curiosità: i miniatori abruzzesi firmavano le loro opere utilizzando lettere d’oro. Tale peculiarità denota un alto grado di autoconsapevolezza e un mercato librario di appartenenza di pregio elevato.
La mostra si può visitare, nei mesi di maggio e giugno, da martedì a venerdì, dalle 10,00 alle 13,00, il sabato e la domenica, dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 20,00; nei mesi di luglio e agosto sarà invece possibile entrare, da martedì a domenica, dalle 19,00 alle 23,00, compreso il giorno di Ferragosto. L’ingresso è gratuito. Visite guidate su appuntamento. Per informazioni: tel.0871-359801; fax 0871-347606; e-mail info@fondazionecarichieti.it; www.fondazionecarichieti.it.
Le immagini: in apertura, Antifonario di San Benedetto a Gabiano, Martirio di San Sebastiano (foglio miniato, Fondazione Cini di Venezia); all’interno del testo: Messale per Offida, Crocifissione (Biblioteca Palatina di Parma); la locandina dell’evento.
Maria Daniela Zavaroni
(LucidaMente, anno VIII, n. 89, maggio 2013)