Le opinioni di un lettore sulla “rivoluzione” di Bergoglio: un cambiamento epocale
All’indomani dell’elezione di papa Francesco, nonostante le vistose differenze dottrinali e teologiche rispetto a Benedetto XVI, commentatori e vaticanisti hanno reiteratamente smentito la palese discontinuità tra i due pontificati. A negare con maggiore enfasi sono stati i cosiddetti conservatori.
Ogni qualvolta Francesco mandava segni di apertura alla modernità, i conservatori alla Sandro Magister, alla Antonio Socci o alla Francesco Agnoli (solo per citarne alcuni), accusavano i media laici di strumentalizzare le parole del papa. Cosa non vera, il papa si è sempre espresso chiaramente. A dissipare definitivamente il dubbio della “rottura” con il papa tedesco e i suoi predecessori è arrivata l’intervista che Francesco ha rilasciato a Civiltà Cattolica. Nell’informale chiacchierata è saltato fuori quel che già si sapeva. Francesco ha espresso apertura, solidarietà e vicinanza agli omosessuali, ai divorziati e alle donne che hanno abortito.
A fine intervista, in perfetto stile laico illuminista volterriano, ha aggiunto: «Se una persona dice che ha incontrato Dio con certezza totale e non è sfiorata da un margine di incertezza, allora non va bene. Per me questa è una chiave importante. Se uno ha le risposte a tutte le domande, ecco che questa è la prova che Dio non è con lui. Vuol dire che è un falso profeta, che usa la religione per se stesso. Le grandi guide del popolo di Dio, come Mosè, hanno sempre lasciato spazio al dubbio».
Gli struzzi che per ignote ragioni non vogliono ammettere il cambio di guardia e di passo della Chiesa cattolica riusciranno ad ammettere che il papa che ha mandato in pensione l’omofobo san Paolo, “ridimensionato” due millenni di dottrina e encicliche, ripristinato la teologia della liberazione (condannata da tutti i precedenti pontefici), rottamato i valori non negoziabili ed esaltato l’importanza del dubbio, è il papa che ha “cassato” duemila anni di tradizione cattolica?
Gianni Toffali – Verona
(LM EXTRA n. 30, 16 settembre 2013, supplemento a LucidaMente, anno VIII, n. 93, settembre 2013)
Gentile lettore, se “son rose fioriranno”.
Nel frattempo, lei sembra aver mutato opinione rispetto a un suo precedente intervento (https://www.lucidamente.com/21686-non-illudetevi-sul-nuovo-papa/).
Confermo la mutata opinione nei confronti di Francesco. Dopo l’intervista a Civiltà Cattolica, ho definitivamente preso atto che Francesco è il curatore fallimentare della Chiesa Cattolica.
Esagerato!
Una mente lucida e critica dovrebbe quantomeno insospettirsi del clangore infernale col quale i media diffondono qualsiasi esternazione di Bergoglio.
“Francesco I” è il nome d’arte di Jorge Mario Bergoglio, uomo il cui ruolo e mestiere consiste nell’arte di vendere un prodotto consolidato nella storia, che è uno tra i molteplici e affascinanti frutti dell’immaginazione umana.
Il prodotto promosso da Bergoglio è oggi utilizzato – tra gli altri – allo scopo di negare i più elementari diritti dell’uomo. Diritti che, d’altro canto, si cerca di conquistare ad ogni individuo, solo dall’epoca illuministica, combattendo contro pregiudizi e stereotipi discriminanti e forieri delle peggiori ingiustizie e iniquità, attinti e rivendicati – anche dallo stesso Bergoglio – con le “sacre scritture” in mano. Prima dell’illuminismo concetti come ‘popolo eletto’ e pratiche come la schiavitù erano inattacabili, proprio in virtù del “manuale d’uso” di quello stesso prodotto che Bergoglio oggi deve e vuole vendere nel nostro emisfero geopolitico e, con preteso maggior diritto e reiterata e immutata faccia tosta, in Italia.
Non si può d’altronde ignorare che, mentre J. M. Bergoglio concordava con la testata di riferimento dei fratelli gesuiti, suoi camerati e commilitoni, l’effluvio di parole ambigue e volutamente “aperte” a interpretazioni le più disparate, le rimodulava altrove con toni e contenuti sempiterni. Al contempo vescovi e cardinali riaffermavano con chiarezza la natura reazionaria della Chiesa cattolica, e la moltitudine di organizzazioni cattoliche – imperversanti nell’economia, nella politica e nell’universo mediatico – andavano svolgendo il lavoro sporco, continuando giornalmente e con rinvigorita energia ad erodere quel poco di terreno che, almeno in Italia, è stato conquistato in nome della laicità dello Stato e dei diritti universali dell’uomo.
Abbiamo tutti bisogno di sperare. Ma la propensione, tutta italica, a rimettere le proprie speranze nelle mani, nelle parole e nelle azioni di un papa o di un imperatore è davvero dura a morire.
Personalmente tengo a rendere onore a quegli uomini e quelle donne che, nelle terre dove impera al’islam, hanno dato o rischiato la propria vita per una società più libera, più laica e democratica. Quegli uomini e quelle donne sono stati traditi o ridotti al silenzio con le armi. E la responsabilità di ciò che è loro successo è principalmente nostra. Noi, che dovremmo essere il loro esempio, per la conquista e la difesa di quei diritti, ci facciamo turlupinare da una sofisticata si, ma elementare ed evidente offensiva mediatica manipolatoria.
Qui, come li, si combatte (o dovrebbe combattersi) la stessa guerra, contro l’affermazione di un ordine confessionale e fondamentalista, in nome delle libertà e dei diritti dell’uomo.
Gentilissimo dot. Falcolini, grazie per averci scritto. Le sue sono affermazioni certamente condivisibili.
Due osservazioni:
1) Il testo che lei commenta è la lettera inviataci da un lettore cattolico integralista, che ritiene Bergoglio una sorta di pericoloso “eretico”.
2) Purtroppo, nel mondo i fini intellettuali laici sono un’estrema minoranza (e, come dice lei, drammatica è la loro realtà nell’islam) e la tendenza popolare mi pare vada più verso l’integralismo di tipo talebano che verso la libertà di pensiero, quindi meglio un papa un po’ aperto che del tutto fondamentalista. Sul perché le religioni rivestono e rivestiranno sempre tanta importanza nella civiltà umana, può leggere le mie riflessioni in https://www.lucidamente.com/23612-le-logiche-delle-religioni-tripodi/)
E’ incredibile come, nel terzo millennio, si dia credito ad un uomo che afferma di essere Dio in terra, e, in quanto tale, padrone di tutto e di tutti, ad un soggetto che aspira, mediante la c.d. nuova evangelizzazione, al dominio sull’umanità.
E’, poi, impossibile che un Papa si ponga in una posizione di rottura con la tradizione. Egli può solo cambiare il modo di riproporla.
L’Europa moderna, la stessa Italia, si sono realizzate tramite la lotta armata contro il cattolicesimo che, infatti, è stato, e continuerà sempre ad essere, dalla parte dell’ingiustizia. Chiunque pensi che il Dio sofferente induca l’emancipazione dalla sofferenza, si muove nella più completa ignoranza del cristianesimo cattolico.
Gentilissimo prof. Donati, grazie per averci scritto.
Posso condividere le sue affermazioni, tuttavia nel terzo millennio non solo “si dà credito ad un uomo che afferma di essere Dio in terra”, ma si uccide più che mai in nome di dio (o allah, ecc.). Non solo: nel nostro pianeta sfruttamento, ingiustizia e fame riguardano i 4/5 della popolazione e il futuro demografico e ambientale si presenta pessimo.
Guardi l'”umanità media”: è costituita per lo più da ignoranti, fanatici, gente che si fa abbindolare da falsi bisogni consumistici (e non solo nel mondo occidentale).
Il sogno illuminista di un’umanità liberata e razionale è più lontano che mai. Ragionare senza tener conto degli impulsi irragionevoli, irrazionali, “superstiziosi”, dell’essere umano è limitativo e fuorviante.
Purtroppo, come scriveva il narratore ceco Bohumil Hrabal, “l’uomo tende a Icaro, ma la merda non vola”…
Se vuole deprimersi di più, legga Albert Caraco:
https://www.lucidamente.com/1733-gli-uomini-sono-come-una-lebbra/
Prerg.mo Sig. Tripodi,
Dal fatto che nella società umana siano riscontrabili, accanto a manifestazioni elevatissime di eticità, anche la presenza di vistosi profili di immoralità, non segue affatto che si debba accedere al primato dell’ingiustizia. Esiste il bene, esiste il male, esiste lo Stato in funzione del cittadino, esiste la società (come quella italiana e cattolica) in cui è il cittadino ad essere in funzione dello Stato. Sono scelte di fondo cui nessuno di noi può sottrarsi. Non capisco come si possa esaltare una istituzione, quella cattolica, ontologicamente avversa alla cultura dei “diritti umani” (human Rights), pertanto, “fascista”.
L’ideale illuministico è in crisi perché sta prendendo il sopravvento l’antiumanesimo di cui il cristianesimo cattolico è, storicamente, una delle massime espressioni.
Le cause di questa progressiva svolta verso un secondo Medio Evo, incomparabilmente più terribile del primo in virtù degli strumenti di controllo della persona umana messi a disposizione dalla scienza, risiede nel transito dell’economia di mercato nel sistema capitalistico della produzione (nell’oligopolio capitalistico), nella conseguente formazione del loose individual, tale, al pari di Lei stando a quello che scrive, in quanto sciolto “dal matrimonio e dalla famiglia, dalla scuola, dalla chiesa [calvinista], dalla nazione, dal lavoro e dalla responsabilità morale” (R. Nisbet). Il loose individual è strumentale rispetto allo sfruttamento della persona umana e delle risorse naturali, rispetto alla massimizzazione del profitto. La chiesa cattolica è parte integrante di questo sistema o Lei pensa che, economicamente, essa si sostenti con una “manna” quotidiana?
Distinti saluti
Circa 2 anni dopo l’incoronazione di Benedetto XVI, durante un corso professionale ho incontrato un ragazzo friulano, che, secondo lui, faceva parte dei Cavalieri della Croce di Malta. Era molto deluso da Giovanni Paolo II, specialmente per la sua apertura ai islamici, e quindi contentissimo e favorevole al nuovo papa, a suo dire un papa tradizionalista. I gusti dei cattolici per il proprio leader sono infiniti e imperscrutabili!