Presso la sala Casa dell’Angelo, a cura del Psi bolognese, incontro per ricordare il “Sindaco del pane”
In occasione del sessantesimo anniversario della morte di Francesco Zanardi (Poggio Rusco, 1873 – Bologna, 1954), primo cittadino di Bologna dal 1914 al 1920, passato alla storia della città come il “sindaco del pane”, i socialisti bolognesi organizzano nel capoluogo emiliano per sabato 18 ottobre una giornata in onore dell’insigne figura politica (per l’evento facebook clicca qui).
Al mattino, appuntamento alle ore 10 presso l’ingresso del cimitero della Certosa (via della Certosa 18) per rendere omaggio alle ore 10,30 alla tomba della famiglia Zanardi. Dalle ore 17, presso la Casa dell’Angelo (via San Mamolo 24), incontro dal titolo Francesco Zanardi “Sindaco del pane”. A presidere sarà Nicola Marzo, segretario della Sezione Psi “Filippo Turati”. Dopo il saluto di Giuseppe Rossi, presidente del Cevts, interverranno Marco Strada (segretario provinciale del Psi), Franco Ecchia (Circolo Libero Zanardi) e il direttore della nostra rivista telematica LucidaMente, Rino Tripodi, che parlerà de Il contesto storico di Zanardi e la nobiltà della politica. Concluderà Marco Poli con un proprio ampio affresco storico, politico e sociale.
L’immagine: il re Vittorio Emanuele III e il sindaco di Bologna Zanardi, in visita alle “Scuole all’aperto”; alle loro spalle, l’assessore alla Cultura Mario Longhena.
(a.c.)
(LucidaMente, anno IX, n. 106, ottobre 2014)
Francesco Zanardi (Poggio Rusco, 1873 – Bologna, 1954), sindaco di Bologna dal 1914 al 1920, è passato alla storia della città come il “sindaco del pane”. Di lui Enzo Biagi scrisse: «Il dott. Francesco Zanardi pensava che erano più utili alla causa della povera gente le biblioteche dei comizi, credeva più nelle colonie elioterapiche che nei manifesti, aveva una fede illimitata nei fatti e un’enorme diffidenza per le parole. I suoi ideali erano la Scienza, la Redenzione del Proletariato, il trionfo della Giustizia».
Il 28 giugno 1914 il Partito socialista si presentò agli elettori con la lista “Pane e Alfabeto”. Il pane quotidiano, come dichiarò il candidato sindaco Zanardi, «è uno fra i prodotti che devono essere sottratti ad ogni speculazione: è necessario che questo alimento possa essere distribuito a tutti, sano, igienico e abbondante». La lista socialista vinse le elezioni e, il 15 luglio 1914, Zanardi fu eletto sindaco di Bologna e assunse la carica «in nome del popolo» e non in «in nome del Re», secondo la formula di rito. Fu il primo rappresentante della classe operaia a sedere sulla poltrona da sempre occupata dai rappresentanti della nobiltà e della grande borghesia bolognese.
Zanardi creò l’Ente autonomo dei consumi, nei cui negozi si vendevano i generi alimentari al prezzo di costo, appena maggiorati. Per rifornire i negozi dell’Ente, il Comune acquistò due navi: una per il trasporto del grano dall’Argentina e l’altra per i rifornimenti di carbone dalla Gran Bretagna. Per produrre a basso costo il pane venduto nei negozi, fu costruito un forno comunale. l forno che rimase attivo diciassette ore al giorno, per produrre una media giornaliera di 244 quintali di pane, poco meno della metà del fabbisogno cittadino. La catena degli spacci comunali ebbe grande successo popolare. Nel 1920 i punti vendita di generi alimentari erano già 21, più alcuni negozi di abbigliamento. L’Ente autonomo dei consumi gestì persino un ristorante popolare e un caffè in Sala Borsa.
Dopo avere emanato il primo Regolamento d’Igiene, il Comune concesse tre anni di tempo ai proprietari di case per dotare gli appartamenti che ne erano sprovvisti – ed erano la maggioranza – di un rubinetto e di una latrina a «cacciata d’acqua». L’Amministrazione comunale diede importanza allo studio, agli asili e alle scuole elementari. Fu sperimentato il nuovo metodo didattico di Maria Montessori e negli anni 1914-1919 furono triplicate le scuole per l’infanzia, le biblioteche popolari, s’inaugurarono le “scuole all’aperto” per i bambini gracili e le colonie estive. Nella colonia di Casaglia, alla fine della guerra, furono ospitati per quattro mesi anche seicento bambini austriaci. In piena guerra mondiale, le parole “Pane e Alfabeto” furono realtà per migliaia di bolognesi, che non lo dimenticarono. Durante il Ventennio fascista anche Zanardi, come molti antifascisti bolognesi, fu ripetutamente aggredito dagli squadristi, diffidato dalla polizia politica, arrestato e mandato al confino.
L’ex “sindaco del pane” rientrò finalmente nella sua Bologna e, tra il 1945 e il 1952, fu rieletto presidente della Cooperativa Risanamento, adoperandosi per dare un tetto a centinaia di famiglie rimaste, dopo i bombardamenti, senza casa. La sua popolarità tra i bolognesi era intatta, e lo dimostrarono i 21.342 voti di preferenza – la cifra più alta raccolta fra i candidati di tutti i partiti – nelle elezioni amministrative del 24 marzo 1946. Fu eletto ancora all’Assemblea costituente nelle file del Partito socialista dei lavoratori italiani. Morì il 18 ottobre 1954 e la città gli tributò un omaggio quale non si era visto in passato. A migliaia resero omaggio all’uomo che, più di ogni altro, aveva contribuito a fare di Bologna una città giusta, civile e moderna. E, soprattutto, libera.