Il nuovo disco del trio Belfi-Marchi-Baccolini (in uscita agli inizi di novembre) si muove sulle orme di Moondog
Comprare il nuovo album di Hobocombo equivale a timbrare un biglietto per un viaggio ai confini della terra. È questa la prima impressione che si ha ascoltando Moondog Mask, secondo lavoro del trio formato da Andrea Belfi, Rocco Marchi e Francesca Baccolini, in uscita il 4 novembre per Trovarobato Parade e distribuito da Audioglobe/Digitalea.
Il disco è dedicato e ispirato alle composizioni di Moondog, musicista e poeta statunitense (nato Louis Thomas Hardin, 1916-1999) conosciuto soprattutto per l’eccentricità della sua figura. Infatti, proprio come Moondog appariva inverosimile nelle sue vesti di vichingo fra i grattacieli della 6ª Avenue di New York, allo stesso modo le musiche di Hobocombo risultano un miraggio nel bel mezzo della civiltà moderna. L’album si presenta come un incrocio tra l’exotica, l’ambient e il progressive, nel coraggioso tentativo di proporre un’idea di musica multietnica e onnicomprensiva. Farcito di folklore sardo, declamazioni barocche e rumori metropolitani, Moondog Mask è prima di tutto “immaginazione” di mondi lontani, un fantasticare estemporaneo che sonda terre inesistenti ma possibili.
La prima traccia, Theme & Variations, attesta subito la volontà di fondere suoni diversi: una sorta di cornamusa scozzese si appoggia a un basso elettronico che sembra procedere con cautela intorno al bordo di un cratere vulcanico. Un torrente di ritmi tribali, con popolazioni indigene che fanno danze propiziatorie lungo le sue sponde, ci conduce fino ai canti soavi e femminili della terza traccia, East Timor (di Robert Wyatt). Ma la voce dell’album vera e propria arriva solo con il settimo brano, Baltic Dance. La seguente Response ci catapulta in uno scenario di amenità selvaggia, come se ci trovassimo a Delfi tra le alture sacre della Grecia.
Immerso in questo fluire di world music, ogni strumento delinea una certa circolarità nel proprio riff, che tuttavia non appare ripetitivo grazie alla capacità di Hobocombo di variare all’interno della stessa canzone. Forse, proprio per questa caratteristica di saltare da un paesaggio all’altro, Moondog Mask non riesce a trasmettere un vero messaggio di fondo, tanto che si arriva all’ultima traccia leggermente frastornati. Nonostante tutto, però, l’entusiasmante finale merita parecchio.
Martedì 19 novembre, alle ore 18,30, a Bologna, presso la sede di Sfera Cubica e Modernista (piazza di porta Mascarella, 2/3), Secret concert di Hobocombo. Ingresso gratuito su prenotazione (scrivere a eventi@sferacubica.it), con tessera dell’associazione culturale Trovarobato a un solo euro.
Gianluca Armaroli
(LucidaMente, anno VIII, n. 95, novembre 2013)