Partita da Londra nel 2013 a opera del Victoria & Albert Museum, “David Bowie Is” è la mostra-racconto multisensoriale più esaustiva della sua vita e delle sue opere. Nel capoluogo emiliano è di scena al Mambo
David Bowie è stato ed è tuttora tante realtà. Un artista a tutto tondo che non ha mai fatto mancare ai suoi fan non solo della buona musica, ma un vero e proprio spettacolo. A questo si ispira sia il titolo sia l’organizzazione e il significato che il Victoria & Albert Museum di Londra ha dato alla mostra David Bowie Is. Il 14 luglio l’esposizione è finalmente giunta in Italia e fino al 13 novembre sarà possibile visitarla – unica tappa nel nostro Paese – presso il Mambo, Museo d’Arte moderna di Bologna (via don Giovanni Minzoni 14).
Il percorso può essere diviso in tre parti. La prima parte è un viaggio multimediale nella vita nella Londra degli anni Sessanta dell’adolescente David Robert Jones, che vi era nato nel 1947. Le sue passioni, i locali da lui frequentati, i modelli di ispirazione, le sue prime band, fino ad arrivare al suo primo e forse più grande successo, Space Oddity del 1969. Il ragazzo aveva un sogno nel cassetto, scrivere, e la musica si è rivelata il miglior veicolo per esprimersi. La seconda parte delinea chiaramente lo stile, la musica e la presenza artistica di Bowie in tutti gli ambiti: dal design dei dischi alla moda, dallo spettacolo teatrale al cinema. La terza e più preponderante parte è legata allo show che la star era in grado di mettere in piedi. Una passeggiata multimediale e multisensoriale che coinvolge lo spettatore dentro il mondo dell’artista. Le cuffie accompagnano il visitatore tra le sale alla scoperta delle sue canzoni più famose. Le citazioni consentono di comprendere meglio il personaggio e la sua identità.
Non mancano poi i video di concerti, frammenti di film e spettacoli teatrali, affiancati dai bozzetti delle copertine dei dischi e degli abiti e dalle bozze di testi e spartiti. David Bowie Is: i possibili modi e significati per completare questa frase sono tantissimi. È proprio su questo gioco che si costruisce la mostra: ogni sala rappresenta qualcosa che l’artista è stato ed è ancora. È il racconto della vita e delle opere di un cantante, musicista, attore e compositore passato alla storia come un’icona non solo della musica rock e pop, ma dell’intero campo artistico-culturale.
«David Bowie is looking ahead»: sempre sull’orlo dell’innovazione, i suoi testi sono una continua ricerca di novità con l’obiettivo di non ripetersi mai. Per farlo ha utilizzato anche delle moderne tecniche come quella del cut-up o il programma per la creazione di testi. Chiunque li ascoltasse doveva scoprire ogni volta significati diversi. «David Bowie is moving from time to time», perché nella sua carriera non manca mai l’introduzione di mode, stili, tendenze. Il suo era un lavoro di osservazione e reinterpretazione della realtà e della società tradotto in note. Ma, soprattutto, «David Bowie is putting on a show»: i suoi non erano semplici concerti, ma veri e propri spettacoli studiati nei minimi particolari. Tutto passava sotto il suo controllo: nulla era lasciato al caso. «David Bowie is wearing what he wants»: gli abiti, che definiscono in buona parte lo stile di questo artista, sono forse uno degli aspetti più interessanti dell’esposizione.
Dalla tuta di Ziggy Sturdust (disegnata da Freddie Buretti) agli abiti di Kansai Yamamoto, dal Pierrot di Natasha Korniloff al cappotto con l’Union Jack di Alexander McQueen. Ogni canzone un personaggio, ogni personaggio un abito. Così erano costruite le sue storie e così il Duca Bianco amava raccontarle. Ogni volta in modo diverso, questo grande musicista ha cantato il mondo e la società odierna. Venuto a mancare nel gennaio scorso, egli non è comunque scomparso: «David Bowie is forever now». La sua grandezza e influenza si possono rintracciare ovunque, in qualsiasi ambito artistico. Egli vive nella cultura contemporanea e di certo vivrà anche in quella futura.
Orari di apertura dell’evento: martedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica e festivi dalle ore 10 alle ore 19; giovedì dalle ore 10 alle ore 23; chiuso il lunedì.
Le immagini: locandina della mostra e copertina dell’album Earthling (1997).
Alessandra Darchini
(LucidaMente, anno XI, n. 128, agosto 2016)