Nel suo libro sui Servizi britannici, edito da Sovera, la saggista ed esperta di “Intelligence” Antonella Colonna Vilasi rivela storia e attività di spionaggio dell’agenzia MI6 dalle origini ai giorni nostri. “LucidaMente” l’ha intervistata
Quando è nato l’MI6 (ovvero il Military Intelligence, sezione 6), conosciuto anche come SIS (Secret Intelligence Service)? Quali missioni compie all’ombra della Corona britannica? Quali sono le attività nelle quali è impegnato ai giorni nostri? In occasione dell’uscita del libro Storia dell’MI6. A servizio di Sua Maestà (Sovera Edizioni, pp. 96, € 14,00), Antonella Colonna Vilasi, presidente del Centro studi sull’Intelligence, ci illustra dettagliatamente la storia del servizio segreto inglese, noto ai più per aver ispirato il personaggio di James Bond, lo 007 di Ian Fleming.

«Il volume traccia lo sviluppo organizzativo dell’MI6, o SIS, dalla sua fondazione, nel 1909, fino a oggi. L’agenzia è esterna al territorio inglese e nasce, appunto, come sezione esteri del Secret Service Bureau: sia questo prima, sia l’MI6 dopo, non sono stati dichiarati pubblicamente dal governo britannico per oltre ottant’anni. Solo nel 1994, con la promulgazione del Secret Intelligence Act, c’è stato un riconoscimento attraverso una normativa ufficiale».
Com’è strutturato il volume?«La prima sezione parte dalla nascita dell’MI6 per fare fronte a una sempre più minacciosa Germania, passando alla Guerra fredda e analizzando i rapporti con il Kgb sovietico, la sicurezza interna britannica (l’MI5) e la Cia americana; la seconda parte descrive l’Intelligence, le sue cinque agenzie e i problemi odierni legati al terrorismo; il capitolo terzo delinea profili, preferenze e attività dei quindici direttori dell’MI6 che si sono succeduti negli anni. Il primo, George Mansfield Smith-Cumming, era un personaggio molto eccentrico ed era solito firmarsi con una “C” e l’inchiostro verde, tradizione mantenuta da tutti gli altri presidenti».

«Esso costituisce il cuore dell’Intelligence britannica e il suo ruolo principale è raccogliere informazioni da fonti umane su questioni di interesse governativo, oltre che effettuare operazioni coperte, segrete. Le funzioni svolte l’avvicinano molto all’analoga agenzia statunitense Cia, anche se questa è nata molto dopo, nel 1947. L’MI6 deve studiare, capire e carpire i segreti degli altri, ma allo stesso tempo cercare di proteggere i propri. Il concetto di “segreto” è così importante che per molto tempo l’agenzia, ufficialmente, non è mai esistita! Ma la realtà contemporanea richiede maggiore trasparenza, anche per combattere il terrorismo, e l’MI6 è dovuto uscire allo scoperto. Si pensi che il bilancio e il numero dei dipendenti sono tutt’oggi riservati e, sebbene la maggior parte della sua storia sia ancora avvolta nel mistero, alcuni dettagli delle operazioni e delle sue relazioni con l’estero sono apparsi nella stampa inglese solo nel 1990, quando è stato reso pubblico il nome del direttore dell’agenzia di Intelligence: si tratta di John Sawers, ex ambasciatore alle Nazioni Unite».
Quali furono le operazioni e i problemi interni più significativi per l’MI6?«Nella prima metà della Guerra fredda esso collaborava molto con la Cia per decifrare le comunicazioni della Germania orientale; poi, la scoperta di spie sovietiche infiltrate tra le autorità inglesi ha rappresentato un durissimo colpo alla credibilità e alla compattezza dell’agenzia. Nel 1953 l’MI6 ha contribuito al rovesciamento del governo iraniano di Mohammad Mossadegh, al quale ha fatto seguito il ritorno dello scià e la nomina di un nuovo primo ministro. Oggi è aumentato l’impegno nell’attività antiterroristica mentre è diminuita l’attenzione verso la Russia».

«Il testo tratta di alcune missioni speciali quali le cosiddette Cupcake, Giungla, Mass Appeal, Ajax (per defenestrare Mossadegh in Iran), Pakistan e Vittoria. Ricordiamo sempre che l’MI6 (o SIS) è responsabile delle attività di spionaggio all’estero riferibili alla sicurezza britannica. È impossibile riportare tutte le numerose operazioni delle quali è stato protagonista e attualmente molto è ancora coperto dal segreto di Stato. Le operazioni in corso sono sconosciute ma continuano, presumibilmente in stretto contatto con la CIA. In seguito agli attentati di Al Qaeda l’Intelligence si è concentrata nello sviluppo di autonomie sul territorio: anche se non si può eliminare il rischio di terrorismo in Gran Bretagna, è tuttavia verosimile ridurne la gittata».
Dunque, ciò che ora catalizza maggiormente l’attenzione dei Servizi segreti inglesi è il terrorismo di matrice islamica?«Sì. Attualmente l’MI6 è in prima linea nella cooperazione internazionale contro questa minaccia, uno dei principali fattori di rischio per la sicurezza. Nel 2003 è stata elaborata una strategia a lungo termine per ostacolare il terrorismo internazionale e l’estremismo che lo alimenta; l’obiettivo è quello di ridurre i rischi e permettere ai cittadini di condurre una vita libera a tranquilla. Il nome del programma di contrasto si chiama CONTEST ed è suddiviso in quattro aree operative. Prevenire per seguire e controllare gli attacchi terroristici e proteggere la popolazione: se un attacco non può essere fermato, occorre almeno mitigarlo».

«I servizi segreti, in un modo o nell’altro, sono sempre esistiti nei secoli e nella storia del Regno Unito, con un ruolo strettamente collegato alla monarchia che, a sua volta, ha una propria funzione. L’MI6 dipende dal primo ministro, deve tutelare la sicurezza della Nazione e, quindi, anche quella della Corona. Esso fa parte della storia del Paese e dell’identità nazionale e, come tale, rientra nei programmi di protezione. L’MI6 è istituzionalmente delegato a smantellare le minacce di terrorismo, operando all’estero e attuando scambi informativi con i Paesi alleati. Importante è anche dissuadere la diffusione di armi chimiche, biologiche e nucleari. A questo proposito, il Governo monitora il cyber-spazio, le reti di comunicazione e i sistemi informatici e ha incrementato l’aiuto economico per potenziare il lavoro dell’Intelligence».
Docente universitaria, saggista, articolista su numerose riviste scientifiche, analista con frequentazioni in Medio Oriente, Nord Africa ed Est Europa, Antonella Colonna Vilasi è presidente del Centro studi “Intelligence, Scienze strategiche e Sicurezza” di Roma. Inoltre, è la massima esperta e l’unica donna italiana a trattare l’argomento “servizi segreti” a livello mondiale ed è stata la prima autrice europea ad avere curato una trilogia sul tema.
Le immagini: foto di Antonella Colonna Vilasi, la copertina del suo libro, l’attuale direttore del SIS John Sawers e il logo dell’MI6.
Maria Daniela Zavaroni
(LucidaMente, anno IX, n. 100, aprile 2014)
Curioso, non sono menzionate le ‘attività’ svolte in Italia dal servizio segreto inglese, anche di tipo eversivo, ormai ampiamente documentate, da ultimo nel libro di Cereghini e Fasanella, Il golpe inglese.