Il movimento Noi Siamo Chiesa prende posizione sull’attuale, paradossale situazione che si è venuta a creare a causa dell’ostruzionismo dei cattolici più retrivi
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
I quattro senatori vita (Elena Cattaneo, Mario Monti, Renzo Piano, Carlo Rubbia) hanno diffuso un testo in cui con determinazione chiedono che la legge sul fine vita sia approvata al più presto per impedire che essa decada con la fine della legislatura. Questa insolita presa di posizione, anche se ha avuto poca eco sulla stampa, ha rilanciato una questione che era ferma da luglio.
Altre notizie informano che per bloccare i 3.500 emendamenti ostruzionistici non ci sia altra possibilità che quella di cercare di andare alla discussione in aula (ammesso che ci si riesca) in una situazione del tutto incerta per manovre parlamentari di ogni tipo e per calcoli elettorali soprattutto della destra. L’opposizione alla legge, che è passata alla Camera a stragrande maggioranza, è costituita da una rumorosa e aggressiva area di centrodestra che viene supportata da alcuni movimenti cattolici prolife, che hanno ottenuto fino a oggi appoggio nelle posizioni della Conferenza episcopale e dell’Avvenire. Ma l’opinione della maggioranza dell’opinione cattolica, a quanto si sa dai sondaggi, è favorevole al testo. Esso viene anche supportato da prese di posizione esplicite, come quella recente dei gesuiti di Aggiornamenti sociali.
In questa difficile situazione ci sembra che possa essere determinante un nuovo atteggiamento dei vescovi, che hanno ora una nuova guida nel cardinale Gualtiero Bassetti. Auspichiamo che esso si fondi su ascolto e rispetto piuttosto che su diffidenza e paure di “derive eutanasiche” che non trovano alcun fondamento reale nel dettato della legge e neanche nelle intenzioni della gran parte di quelli che la appoggiano. Anche il quotidiano cattolico potrebbe avere, di conseguenza, una linea diversa, assecondando in tal modo la linea più aperta che ci sembra stia assumendo negli ultimi tempi.
Il nuovo corso di papa Francesco può essere alle spalle di questa auspicabile modifica di posizione. Noi Siamo Chiesa ha da tempo espresso una argomentata posizione che alleghiamo in una nuova edizione aggiornata. Essa si conclude con queste parole: «Accompagnamento del malato, senza accanimento e senza abbandono, con una vera comprensione della sua sofferenza, educazione degli operatori sanitari a una relazione non solo terapeutica, qualità dei servizi e loro diffusione sul territorio, diritti del malato e rispetto prioritario della sua coscienza, sempre. Perché non deve essere possibile una concordia che comprenda ed accetti?».
(LucidaMente, anno XII, n. 142, ottobre 2017)