Il più diffuso, tra i metodi di indagine psicodinamici, è quello di Rorschach. Ma qual è la sua storia e come si applica?
Nell’analisi della capacità d’intendere e di volere, tanto a livello civilistico quanto nel Diritto penale, il soggetto da esaminare viene di solito sottoposto al test di Hermann Rorschach (Zurigo, 1884 – Herisau, 1922), che consiste nel far interpretare macchie d’inchiostro apparentemente senza senso ma che fanno riemergere le pulsioni inconsce contenute nel profondo della personalità di chi viene analizzato. L’esame delle macchie era un gioco infantile, chiamato kleksografia, molto in voga, tra l’Ottocento e i primi del Novecento, in Germania e in Svizzera. Tuttavia, nei suoi aspetti diagnostici, il test di Rorschach affonda le proprie radici nella psicanalisi.
Precursori, oppositori e favorevoli
Il test di Rorschach ha degli anticipatori in Europa e nel Nord America. La lettura psicanalitica delle macchie d’inchiostro fu utilizzata, per la prima volta, dallo psicologo francese Alfred Binet nel 1895. Interessante fu pure l’utilizzo della kleksografia da parte di Ella Freeman Sharpe e del pedagogista statunitense William Heard Kirkpatrick nel 1900. Sempre negli Usa, nel 1910 George Hoyt Whipple elaborò un test composto da 20 macchie.
Da menzionare, nella Russia del 1910, sono pure le otto immagini dello psicologo moscovita Theodor Rybakoff. Nel 1917, a Zurigo, il laureando Szymon Hens elaborò la prima tesi di laurea sull’interpretazione delle macchie d’inchiostro nella psicopatologia forense. Tuttavia, è innegabile che il “test delle macchie” venne perfezionato e adeguatamente approfondito da Rorschach nel 1921, nella sua opera intitolata Psychodiagnostik.
Hermann Rorschach non venne compreso dai suoi contemporanei e il suo test sarà rivalutato soltanto verso il 1935 con la nascita della Società svizzera di Psicoanalisi. Infatti, coloro che contrastarono la psicanalisi manifestarono censure nette e aggressive anche nei confronti del medico Rorschach, che poté sperimentare il proprio metodo soltanto presso l’ospedale psichiatrico cantonale di Münsterlingen nel Kanton Thurgau.
Viceversa, lo psichiatra e psicanalista Carl Gustav Jung manifestava notevoli simpatie verso l’esame di Rorschach, soprattutto al fine di indagare l’isteria e la psicoastenia reputate, in quell’epoca, le basi, rispettivamente, dell’estroversione e dell’introversione patologiche.
Tutto dipende da come viene interpretato il Rorschach
È pur vero che il test qui in esame e, più in generale, tutti i test psicologici vanno letti nel modo corretto ed è necessaria una notevole esperienza. È vero anche che il giudice non è vincolato tassativamente e necessariamente dalle conclusioni del medico legale. Ma va precisato pure che lo psichiatra è chiamato a gestire tematiche delicate come, in ambito penalistico, l’eventuale collocazione dell’imputato in una Rems [Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, ndr] e, in ambito civilistico, questioni come l’assegnazione di un amministratore di sostegno o l’affidamento dei figli minorenni durante la separazione coniugale.
È in gioco il benessere mentale di intere famiglie e di individui con potenziali problemi psichici. Si pensi pure all’applicazione del Rorschach agli infrattori minorenni, che vanno tutelati in modo particolarmente attento.
Altri aspetti famigliari, ambientali e sociali da valutare
Molti autori contemporanei non sono contrari ai test psicoattitudinali ma sottolineano che esistono molti altri ambiti degni di un’analisi altrettanto accurata. Per esempio, il giovane delinquente potrebbe essere giunto a violare le regole sociali a causa di una famiglia patologica oppure molto dipende da circostanze ambientali e dalla precarietà abitativa. Ancora, l’infrattore può aver subito l’influsso negativo di un sistema scolastico malfunzionante (leggi pure La violenza minorile tra giustificazionismi e allarmismi).
Di tutto ciò che fa da cornice a un delitto è consapevole il legislatore italiano che, nell’articolo 133 comma 2 del Codice penale, invita il magistrato a contestualizzare il reato alla luce di variabili come il carattere, la personalità, la famiglia, l’indole e le condizioni di vita della persona giudicanda (vedi anche La criminalità minorile nel Diritto penale italiano).
Il comma 2 dell’art. 220 del Codice di Procedura penale è ormai superato
In Italia, ove le modificazioni legislative hanno tempi da era glaciale, il comma 2 dell’articolo 220 del Codice di Procedura penale vieta di inserire, nell’esame peritale, accenni al «carattere» e a «qualità psichiche indipendenti da cause patologiche».
Si tratta del divieto di quelle che vengono chiamate “perizie psicologiche”, ossia sistematiche e non concentrate solamente sulle eventuali malattie mentali invalidanti. Ma il comma in questione oggi non è più seguito poiché è lo stesso giudice a chiedere al consulente tecnico d’ufficio, quindi allo psichiatra che allestisce la perizia, una visione d’insieme che tenga conto anche di circostanze “non patologiche”, specialmente quando l’esaminando è un infra-diciottenne.
Anzi, nella giurisprudenza della Corte di Cassazione i “disturbi del carattere” hanno ormai piena cittadinanza nel Diritto penale perché potrebbero causare una seminfermità invalidante. Ecco perché, in epoca contemporanea, si reputa tacitamente abrogato anche l’articolo 90 del Codice penale in tema di stati emotivi e passionali, i quali possono certamente incidere sulla capacità d’intendere e di volere di cui agli articoli 85, 88 e 89 del medesimo Codice.
Esistono, dunque, patologie non pienamente conclamate, o, comunque, caratteriali, che si nascondono a un esame restrittivamente psico-patologico-forense.
Il Rorschach è utile ma non infallibile
In conclusione, è importante non idolatrare il Rorschach e gli altri test psicodinamici come se si trattasse di oro colato. Ciò che resta indispensabile, del reso, è il colloquio (anzi: i colloqui) con il paziente, la cui personalità non è limitata all’inconscio psicanaliticamente inteso.
Ciononostante, è fuor di dubbio che Rorschach abbia avuto il merito di iniziare quel cammino lento e faticoso che ha recato all’analisi scientifica dei disturbi mentali; il che non autorizza, tuttavia, la nascita di un psichiatria superba e spavalda che nell’analisi della devianza eterolesiva pretende di sostituire il magistrato e il criminologo.
Le immagini: a titolo gratuito da Pixabay (una foto di Jorge Franganillo e due di kalhh).
Andrea Baiguera Altieri
(Pensieri divergenti. Libero blog indipendente e non allineato)