È realmente possibile curarsi mangiando? Preziose testimonianze e ancore di salvezza in un mondo ormai pieno di bugie alimentari
«L′uomo è ciò che mangia» disse il filosofo Ludwig Feuerbach. È ormai risaputo, qual è la novità? Ma quando ci sediamo a tavola – se ci sediamo a tavola e non mangiamo un panino al volo in un bar, o in macchina, o camminando – a cosa pensiamo? Certo, le verdure fanno bene, i dolci fanno male. Lo sanno tutti. Ma fino a che punto lo sappiamo davvero? Forse ponderiamo solo su diete che ci faranno diventare dei figurini (così dicono!) e che invece potrebbero risultare dannose. Non si tratta solo di disinformazione, si tratta di un mercato che fa circolare informazioni sbagliate.
Pensiamo mai che il nostro corpo sia come una macchina che ha bisogno del carburante giusto? Se il nostro modo di mangiare influisce su di noi, viene da pensare che esso ha una bella fetta di responsabilità per quel che concerne le malattie. In realtà sono pochissime le persone malate che decidono di cambiare alimentazione, ancor meno le persone sane che ci credono. Mangiando male ci si può ammalare, ma mangiando bene si può guarire. «Durante il mio primo anno di malattia assumevo cortisone fin troppo spesso – racconta S., donna sui trent′anni affetta da sclerosi multipla – Per caso ho incontrato una signora con la mia stessa patologia, che mi ha indirizzata verso la cucina macrobiotica. Non avrei mai pensato che anche l′alimentazione potesse c′entrare qualcosa».
La dieta macrobiotica elimina latticini, uova, zucchero, carni rosse e riduce drasticamente il consumo di sale e di carni bianche. Prende forma da una filosofia che si basa sul mantenimento dell′equilibrio tra Yin e Yang, le due energie complementari che starebbero alla base dell′armonia universale. «Dopo un anno che mangiavo soltanto in quel modo – continua S. – mi ero quasi dimenticata di essere malata. In seguito ho avuto altre ricadute più lievi. Del resto, i fattori sono tanti. L′alimentazione è importante, ma non più dell′ambiente in cui viviamo, dell′equilibrio psichico e dell′attività fisica».
La nostra dentatura e il nostro apparato digerente sono quelli di un erbivoro. L′essere umano in origine non era fatto per mangiare carne, così come non era fatto per digerire il latte in età adulta. Tutto ciò che riusciamo ad assimilare lo facciamo per assuefazione. Il nostro corpo è abituato a stare male e noi non cogliamo più i suoi segnali. Siamo l′unico animale adulto che beve latte e, per di più, l′unico che beve il latte di un altro animale. Ma il latte contiene calcio! Dicono gli esperti che i nutrienti sono da considerare in relazione alla loro origine biologica. È stato dimostrato che il latte, addirittura, fa sì che venga ridotta la quantità di calcio all′interno del nostro corpo… che paradosso, direte! A quanto pare, le proteine animali in esso contenute comportano un aumento degli acidi nel sangue e l′organismo, per porvi rimedio, sottrae calcio alle ossa. Il latte può dunque aumentare il rischio di osteoporosi? Che dire dei medici che prescrivono latticini a coloro che sono affetti da quella patologia? E la raccomandazione di consumo di carne a quanti sono anemici? Così come il calcio può essere recuperato da semi, cereali, cavolfiori e verza, il ferro lo si trova in legumi e frutta.
La verità è che molti medici non considerano una corretta alimentazione come una reale cura. Al riguardo, sono scettici. «Il cibo sano aiuta il corpo a reagire – spiega S. – Se l′organismo deve impegnarsi a digerire alimenti pesanti, avrà meno energie per combattere la malattia». È mai possibile che all′università, a chi studia medicina, venga proposto solo un esame di nutrizione, e per di più opzionale? E, visto che non siamo tutti destinati a diventare dottori, non sarebbe meglio impartire nozioni alimentari anche a scuola? D′altra parte, fortunatamente esistono corsi, progetti e piani di lavoro. «Io penso che in generale si sia molto poco informati di quanto le sane abitudini aiutino a prevenire la maggior parte delle patologie – ci dice M., giovane laureato in scienze motorie – Faccio parte di un progetto denominato “Rieducatore sportivo” che si occupa di queste tematiche. Respirazione, postura, attività fisica e alimentazione. Organizziamo eventi per sensibilizzare le persone intorno a questi argomenti». Tuttavia, quale tipo di giusto nutrimento bisognerebbe approfondire?
Esistono varie diete e diverse scuole di alimentazione. Forse nessuna è del tutto corretta, così come nessuna è del tutto sbagliata, ma il messaggio che vogliono trasmettere è lo stesso: dobbiamo stare attenti a ciò che mangiamo, perché, dal momento in cui deglutiamo, farà parte di noi. I sani ribattono che loro stanno bene lo stesso. Ma essere sani cosa significa? Non è che siamo tutti intossicati? Possibile che siamo talmente abituati a stare male che il male è diventato normalità e neanche ce ne accorgiamo? Forse lo scopriremo: stare bene non è necessariamente – e purtroppo – per sempre.
Silvia Lodini
(LucidaMente, anno VIII, n. 90, giugno 2013)
Mi sono sempre chiesto perché mai dicono che siamo l’unico animale che bevono latte da adulto?! Questo è vero solo in parte; primo perché ci sono tanti animali adulti che berrebbero volentieri latte (gatti, cani, orsi ect, ect) secondo siamo gli unici che possiamo procurare latte a nostro piacimento perché siamo i soli in grado di allevare altri animali.
Per quando riguarda la carne, ci sono intere popolazioni del mondo che hanno come base della loro dieta quest’ alimento, tutta la nord asia, fino ad arrivare agli inuit che si nutrono esclusivamente di carne. il tasso di malattie genetiche, cancro ect, ect in quelle popolazioni non mi pare che sia fuori dalla norma.
La ringrazio molto per il commento. Io non sono un’esperta (mi sono limitata ad esporre, pur condividendo, ciò che dicono molte diete alimentari) quindi la mia risposta sarà da intendere come un’opinione personale, come del resto lo è la sua. Ha pienamente ragione sulla questione del latte. Alcuni animali forse lo berrebbero, se potessero procurarselo, ma non ne hanno comunque bisogno, così come non ne abbiamo bisogno noi. Per il resto, non credo sia giusto associare a un’intera popolazione un solo alimento. Queste popolazioni mangeranno molta carne, ma se mangiano anche molta verdure? O se, più in generale, hanno altre sane abitudini? I fattori sono troppi, e non solo alimentari. Bisognerebbe studiare meglio queste popolazioni e sarebbe una cosa assai interessante. D’altronde, non è che chi mangia carne è automaticamente condannato! Ciò che qui si suggerisce è solo di non esagerare; non negherà che mangiarne troppa – di carne – fa male (per esempio, colesterolo alto).
La ringrazio ancora per il confronto; se desidera, si senta libero di esprimere altre opinioni.
Ringraziamo il lettore per il suo intervento, che, tuttavia, contiene almeno una grave imprecisione: l’alimentazione degli Inuit (insieme agli Yupik, uno dei due gruppi principali nei quali sono divisi gli Eschimesi) è costituita quasi esclusivamente da pesce (circa 146 chili l’anno a testa) e non di carne. Ciò li ha sempre protetti dai disturbi cardiovascolari, provocati in buona parte dai depositi di colesterolo nelle arterie. Solo il 5,3% della popolazione nella fascia d’età tra i 45 e i 65 anni soffre di disturbi cardiovascolari, contro il 30-40 per cento delle altre popolazioni europee, tra cui quella italiana.
Purtroppo il gravissimo inquinamento dell’Artico sta facendo sì che i pesci risultino contaminati di tutto, per cui la salute degli Inuit è a repentaglio.
Le popolazioni carnivore sono meno sane e, a quanto pare (secondo Storia), più aggressive di quelle vegetariane. I costi economici e ambientali degli allevamenti sono noti a tutti. Infine, da gastronomo, la carne è meno gustosa della miriade di piatti costituiti da verdure, cotte e crude. Nel 2010 l’Unesco ha riconosciuto la dieta mediterranea patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Si tratta della prima pratica alimentare al mondo ad essere iscritta nella prestigiosa lista. Componenti della dieta mediterranea (da non confondere con quella dell’Italia settentrionale, simile a i Paesi del Nord Europa): pasta, pane, frutta, verdura, formaggi…
Per quel che so, le popolazioni che vivono in tutto l’arco polare, cioè Canada e Russia, si nutrono, oltre che di pesce, di: orsi polari, foche, balene e altri mammiferi marini, per loro l’unica fonte di vitamina C’è la carne dei narvali: mediamente un inuit consuma fino a 2kg di grasso animale al gg. In mancanza di zuccheri l’unica fonte di energia sono i grassi saturi, non soffrono di malattie cardiache ma di aterosclerosi sì.
Se poi ci allontaniamo dalla costa la dieta diventa esclusivamente a base di carne; basta pensare ai abitanti della tundra e taiga russa e la maggioranza dei mongoli che sono allevatori e cacciatori.
Alcuni commenti sugli argomenti trattati.
1) Gli esseri umani hanno lasciato l’Africa e si sono distribuiti in quasi tutte le regioni dei cinque continenti attravero più di 60.000 anni. Nel processo hanno adattato il proprio corpo (piccoli cambiamenti genetici pur restando la stessa specie) alle condizioni locali, anche riguardo l’alimentazione; per questo non si puo generalizzare circa la dieta degli Inuit, quella degli Aborigeni del deserto e quella di un abitante di Roma. Tanto meno valgono i confronti con gli animali, specialmente quelli addomesticati (cani, gatti, ecc) che hanno perso le loro cartteristiche naturali.
2) L’anatomia di base degli esseri umani (dentatura e apparato digerente) è tipica di un mammifero onnivoro, ma con un consumo ridotto di carne.
3) Tradizionalmente la medicina non fa ricerca sull’alimentazione, al di fuori dell’apporto vitaminico e le forme di allergia alimentare. Hippocrate dava al malato solo consigli sullo stile di vita (alimentazione inclusa) dichiarando che il corpo sa curarsi da solo e va solo aiutato in quel modo. Da Galeno in avanti (I secolo AD) si sono adottate delle “cure”. Praticamente manca la prevenzione.
4) Parlando di alimentazione, per essere precisi, bisogna considerare l’apporto di carboidrati, lipidi e proteine, non di carne o verdure, o frutta o pesce ecc., i quali contengono tutti quei componenti ma in proporzioni diverse.
5) Il processo di digestione ed assimilazione riduce gli alimenti ai loro componenti costitutivi (zuccheri semplici, acidi grassi e amino acidi) i quali vengono ulteriormente cambiati all’interno delle cellule a seconda dei bisogni metabolici (per esempio, uno zucchero può essere cambiato in un acido grasso o un amino acido può essere cambiato in uno zucchero). Poi le cellule si fabbrivano le proprie molecole complesse, carboidrati, lipidi e proteine, tipiche della loro specie e funzione. Questo sdrammatizza il tipo di alimenti che assumiamo, salvo le vitamine che non possiamo produrre.
6) Non si legge quasi mai questo consiglio importante per la salute: mangiare molto poco (e in modo irregolare), bere molta acqua e usare il proprio corpo. La modernità è purtroppo basata sul non usare il proprio corpo e il nostro attuale stile di vita è fortemente condizionato da interessi commerciali-mediatici generalmente orientati verso renderci malati (ma non troppo per poter lavorare).
Auguri a tutti. Piero P. Giorgi, biologo (0365.71104) (pieropgiorgi@gmail.com)
Ringrazio il dott. Giorgi per l’ampio intervento.