Dati allarmanti su un problema sempre più diffuso e di difficile soluzione, cui si cerca di far fronte con iniziative mirate alla sensibilizzazione, soprattutto dei più giovani
Oggi più che mai il fenomeno del cyberbullismo è in crescita. I dati non sono confortanti se si pensa che, come emerge dai risultati di un’indagine del portale Skuola.net e dell’Osservatorio nazionale adolescenza, su circa ottomila giovanissimi di 18 regioni italiane, il 59% delle vittime di prevaricazioni digitali ha pensato almeno una volta al suicidio.
Quando, nella seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso, si diffusero i personal computer e iniziò la rivoluzione microinformatica, i giovani imprenditori del settore temevano il decentramento e l’isolamento dei singoli, con la formazione di un insieme di individui incapaci di dialogare tra loro, intenti a conversare con la propria macchina. Mai avrebbero pensato all’avvento dei social network. Nel 1952 venne inaugurato dal Ministero della Difesa americano il primo sistema di prenotazione elettronica a distanza degli aerei. Nei primi anni Novanta crebbe la vendita dei modem e oggi milioni di persone sono collegate in rete con i loro computer ad altri apparecchi e servizi a pagamento. Steve Jobs aveva immaginato tutto ciòma, se attraverso il pc attualmente si può comunicare con l’intero pianeta, esiste anche un rovescio della medaglia, ossia la diffusione di un uso scorretto della rete e del cyberspazio. Già nel 1966 Primo Levi, in un racconto dal titolo Trattamento di quiescenza, pubblicato con lo pseudonimo di Damiano Malabaila, definiva la realtà virtuale “strumento di sovversione”.
Oggi più che mai diventa prioritario fare attenzione a un corretto uso dei social da parte dei giovani, anche perché sono in aumento situazioni di stalking, cyberbullismo, incitamento all’odio, all’omofobia e alla xenofobia e sembra che un impiego distorto di internet sia proprio una delle cause dell’aumento di tali fenomeni. Lo scorso martedì 7 febbraio è stato celebrato il Sid (Safer internet day) 2017, ossia la giornata mondiale per la sicurezza in rete, istituita e promossa dalla Commissione europea in oltre un centinaio di nazioni, con lo scopo di sensibilizzare i giovani sull’utilizzo consapevole del web e sulla responsabilità di ciascuno in modo da renderlo un luogo positivo e sicuro.
La scelta di far coincidere questa con la Prima giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo è stata del Ministero della pubblica istruzione che, con la campagna Un nodo blu, le scuole unite contro il bullismo, ha offerto agli istituti la possibilità di presentare le migliori proposte didattiche sul tema del contrasto al bullismo. Tutte le iniziative del Sid 2017 si sono svolte sotto l’egida di Generazioni connesse, il Safer internet centre italiano, cofinanziato dalla Commissione europea e coordinato dal Miur (Ministero dell’istruzione, università e ricerca), in partenariato con la Polizia postale e delle comunicazioni, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, l’Università degli studi di Firenze, l’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Save the children Italia onlus, Sos Telefono azzurro onlus, cooperativa Edi (Educazione ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza), Movimento difesa del cittadino, Skuola.net e l’agenzia di stampa Dire. Dato il dilagare di episodi piuttosto gravi che si verificano a causa di un utilizzo errato dei social, anche il Ministero della pubblica istruzione ha aderito all’iniziativa affinché i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo siano all’attenzione di docenti e dirigenti.
Alcuni dati: da un’indagine statistica fatta dall’Università degli studi di Firenze, con Generazioni connesse e Skuola.net, su giovani di età compresa tra i 14 e i 18 anni, è emerso che essi sono molto attivi su internet e che il 40% vi trascorre più di cinque ore al giorno. L’80,7% degli intervistati utilizza l’applicazione Whatsapp, il 76,8% Facebook, il 62,1% Instagram. Tuttavia, il 14% non controlla la veridicità delle notizie, per cui quelle artefatte potrebbero circolare in rete distorcendo la realtà e incitando all’odio, alla xenofobia e così via. Secondo i dati del Moige (Movimento italiano genitori) e della Polizia postale, l’82% degli adolescenti non considera grave insultare, ridicolizzare o rivolgere frasi aggressive in rete. La Poliziarileva che, solonel 2016, sono stati 235 i casi di minori vittime di cyberbullismo.
Il 7 febbraio a Roma, sul palco dell’ex caserma “Guido Reni”, insieme al ministro Valeria Fedeli, le studentesse e gli studenti dell’Istituto di istruzione superiore “Sandro Pertini” di Alatri (in provincia di Frosinone) sono stati protagonisti di uno spot contro il bullismo, che è andato in onda sulle reti Rai, Sky, Mediaset, Mtv, Discovery e La7, ed è visibile anche su Youtube all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=IAZWc543V40. Il Miur ha deciso di contribuire, a suo modo, alla lotta contro un fenomeno di non facile contrasto con finanziamenti alle scuole per progetti che prevedano la sensibilizzazione, la promozione di un uso consapevole del web e la costituzione di una rete nazionale di istituzioni per contrastare il bullismo. Per lo svolgimento delle attività di formazione in ambito didattico e territoriale, finalizzate alla sicurezza dell’utilizzo di internet, alla prevenzione e alla lotta al cyberbullismo, sono stati stanziati 203.000 euro per ciascuno degli anni 2017, 2018 e 2019. Prevenire tali fenomeni sarà una delle linee prioritarie previste dal Piano nazionale di formazione dei docenti del Miur.
Un disegno di legge contro il cyberbullismo perpetrato su minori, approvato al Senato il 31 gennaio scorso e che dovrà essere discusso alla Camera, prevede l’oscuramento del sito o la rimozione della cyberaggressione anche all’insaputa della famiglia della vittima e, qualora il gestore ignori l’allarme, con il genitore informato, potrà rivolgersi al Garante per la privacy che entro 48 ore dovrà intervenire. Inoltre, si costituirà un tavolo tecnico interministeriale presso la Presidenza del Consiglio, che dovrà coordinare gli interventi e mettere a punto un piano integrato contro il bullismo via web. Sarà poi attivata unaprocedura di ammonimento, come nella legge antistalking: il bullo over 14 sarà convocato dal questore insieme ai genitori e gli effetti dell’ammonimento cesseranno una volta maggiorenne. In ogni scuola dovrà inoltre essere individuato un professore che si occuperà di contrasto e prevenzione del cyberbullismo e che potrà avvalersi della collaborazione delle forze di polizia.
Le immagini: il logo del Safer internet day 2017 e il ministro Valeria Fedeli a Roma, sul palco dell’ex caserma “Guido Reni”, lo scorso 7 febbraio.
Dora Anna Rocca
(LucidaMente, anno XII, n. 135, marzo 2017)