I poteri occulti sono un’idea paranoica di teorici del complotto oppure una realtà che condiziona politica, economia, cultura, informazione, costumi, su tutto il pianeta? Lo scandalo Usaid
Seppur citato in modi diversi, uno dei più celebri aforismi/paradossi del poeta Charles Baudelaire (1821-1867) afferma più o meno che «la più grande astuzia del diavolo è farci credere che non esiste». Soprattutto negli ultimi anni tale strategia sembra essersi diffusa sempre più, quasi che il demonio avesse davvero fatto scuola.
Sicché, se qualcuno denuncia (e dimostra) la concretezza di incontrovertibili realtà sottaciute o negate dai Poteri dominanti, è ritenuto pazzo, sovversivo, “complottista”. Così come chi crede all’esistenza di Satana è oramai ritenuto un retrogrado superstizioso e bigotto, se non folle.
Non esistono, ma sono tra noi e molto (c)attivi
Ad esempio, ci hanno sempre ripetuto che la teoria gender “non esisteva”, mentre è noto che imperversa uno sparuto quanto battagliero movimento, reso ipervisibile dai mass media dominanti, che fonda le proprie rivendicazioni su decine di libri molto ideologici provenienti soprattutto da case editrici e atenei angloamericani. Non esiste nemmeno la lobby delle case farmaceutiche, che specula sulla salute dei cittadini, sempre malati e sempre bisognosi di costosi esami diagnostici e medicamenti (leggi Per una nuova, antica, Arte medica). O quella delle armi, che ha tutto l’interesse affinché le guerre continuino, anzi, ve ne siano sempre di più. O, ancora, quella degli immigrazionisti, che ricevono vantaggi dall’accoglienza degli ingannati migranti o dallo sfruttamento del loro lavoro (vedi A chi i profughi? A noi!).
Anche il Deep State (“Stato profondo”) è considerato inesistente o marginale. Ma che cos’è? Non è facile da spiegare un termine di per sé sfuggente che vorrebbe definire a sua volta poteri ancora più occulti. Wikipedia spiega che per Deep State «si intende a livello politico l’insieme di quegli organismi, legali o no, che, grazie ai loro poteri economici o militari o strategici, condizionano l’agenda degli obiettivi pubblici, di nascosto e a prescindere dalle strategie politiche degli Stati del mondo, lontano dagli occhi dell’opinione pubblica. Detto anche “Stato dentro lo Stato”, è costituito da lobby e reti nascoste, segrete, coperte, di potere, in grado di agire anche contro le pubbliche istituzioni note», a partire, quindi, dai Parlamenti e dai Governi democraticamente eletti con libere elezioni.
Funzionari e burocrati molto più longevi di Governi e presidenti
Che tutto ciò esista lo hanno riconosciuto più volte molti personaggi al di sopra di ogni sospetto di “complottismo”. Ad esempio, nel 1912 il presidente statunitense Theodore Roosevelt affermò che «oltre il governo ufficiale siede sul trono un governo invisibile che non serve gli interessi del popolo e non ne riconosce l’autorità». È celebre la denuncia dell’«apparato militare-industriale» in grado di condizionare la politica estera a stelle e strisce, compiuta da un altro presidente Usa, Dwight D. Eisenhower.
Per di più, mentre presidenti e Governi possono cambiare, se i cittadini ne votano altri, i funzionari e gli impiegati, i diplomatici, gli agenti dei servizi segreti, le forze dell’ordine di uno Stato, non mutano per decenni e decenni. Così come i giornalisti mainstream, i docenti universitari, gli intellettuali di potere, ecc.
Come esperienza personale ricordiamo bene che negli anni Cinquanta-Sessanta, sebbene il regime fascista non esistesse più da circa venti anni, la classe burocratica era ancora permeata di quell’arroganza, prepotenza, alterigia ereditata perché i funzionari erano sempre gli stessi. Oggi poliziotti e carabinieri sono efficienti, professionali, gentili e responsabili: chi si lamenta di loro dovrebbe essere trasportato in quegli anni per capire cosa fosse davvero la repressione…
Un’idra dalle molteplici teste: il caso Usaid
Ma lasciando perdere la continuità dell’apparato burocratico statale, quali sono oggi i poteri sovranazionali “occulti più conosciuti” (un ossimoro: se sono “conosciuti”, non sono più “occulti”; chissà quali saranno quelli davvero “occulti”)? Elencando confusamente a memoria: Oms, Wef, i gruppi Bildeberg e la Trilaterale, Big Tech, Big Pharma, le logge massoniche, le aziende che gestiscono i fondi comuni di investimento, Open Society, Bill & Melinda Gates Foundation, le centinaia di Ong (leggi Il filantrocapitalismo: molti profitti, pochi risultati).
Gli scopi di tali organizzazioni possono non essere univoci, ma hanno molti comuni denominatori: il terrorismo ecologista, le guerre, la dittatura sanitaria, l’impoverimento delle classi medie, l’immigrazione selvaggia, l’indifferenziazione etnica e sessuale, ecc. Il tutto sostenuto da un impressionante apparato ideologico-mediatico: la cancel culture, l’imposizione dell’ideologia del politically correct nella sua forma più estrema e violenta, cioè il wokeismo, e così via.
Una delle prove che non si tratta di fanfaluche “complottiste” è data dal recente scandalo Usaid. Fin dalla sua nascita (1961), tale «Agenzia degli Stati uniti per lo sviluppo internazionale» fu considerata, più che tesa a fornire sostegno economico e aiuto umanitario, uno strumento Usa in funzione antisovietica e in appoggio a interventi geopolitici destabilizzanti in vari Stati. Tra l’altro, tra le sue funzioni vi è quella, apparentemente “nobile”, di fornire supporto ai media che favoriscono la trasparenza e la democrazia, con conseguente generoso finanziamento verso testate giornalistiche o altri centri di informazione in tutto il mondo.
Non farina, ma «cambiamento di sesso»…
Oltre ai vecchi “sospetti”, proprio in tale campo di sovvenzionamento dei media, a inizio anno è scoppiato un vero e proprio scandalo (leggi anche Riccardo Antoniucci, Usaid, il “soft power” americano: denaro a media e associazioni, in il Fatto Quotidiano, 8 febbraio 2025). Si è scoperto che nel 2023 Usaid aveva finanziato 279 Ong nel settore dei media, 707 organi di informazione non governativi e aveva formato ben 6.200 giornalisti in oltre 30 Paesi del mondo (soprattutto Africa, Bielorussia, Georgia, Sud-est asiatico, Ucraina).
Il fine? Tutt’altro che nobile. Spingere gli apparati informativi in direzione filostatunitense, secondo una “narrazione” univoca consona a catalogare in “buoni” e “cattivi” Stati (in primis Cina e Russia), leader (Nigel Farage, Călin Georgescu, Marine Le Pen, Lukashenko, Victor Orbán, Vladimir Putin, Xi Jinping), partiti (Afd, Vox), ecc. E, siccome abbiamo già detto che lo scopo del Deep State è anche quello di imporre un’ideologia e dei costumi “progressisti”, tra i progetti finanziati da Usaid risultano (fonte: scheda informativa ufficiale della Casa Bianca dello scorso 3 febbraio): «1,5 milioni di dollari per promuovere l’equità e l’inclusione nella diversità» in Serbia; «2 milioni di dollari per i cambiamenti di sesso e l’attivismo Lgbt in Guatemala»; «47 mila dollari per un’opera transgender in Colombia»; «70 mila dollari per la produzione di un musical su diversità, equità e inclusione in Irlanda», e così via, alla faccia degli aiuti umanitari e, magari, della donazione di cibo per gli affamati del mondo.
L’Europa al centro dell’attuale Deep State
Nel 2025 Usaid è stata sospesa dalla nuova amministrazione statunitense. Se, come si vede, qualche branca del Deep State, con l’elezione di Donald J. Trump e James D. Vance e la nomina di personaggi controcorrente come quella di Robert F. Kennedy alla Sanità, ha avuto una battuta d’arresto oltreoceano (vedi anche l’uscita degli Usa dall’Oms), esso si è rafforzato in Europa.
Le prove principali di tale affermazione sono costituite dalla politica dell’Unione europea: una Commissione non eletta di cui fanno parte figure ambigue o inconsistenti o sotto inchiesta giudiziaria; il sabotaggio della fine del conflitto Russia-Ucraina; il programma di riarmo a tutto vantaggio delle industrie militari e della Germania; l’annullamento o la messa al bando di partiti o personaggi politici “antipatici”.
Insomma un’idra dalle molteplici teste; seppure se ne taglia una, ne ricresce subito dopo un’altra. Poveri cittadini e popoli, povere democrazie e sovranità nazionali!
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Rino Tripodi
(Pensieri divergenti. Libero blog indipendente e non allineato)