Il museo di arte contemporanea della città basca ha invitato alcuni blogger e giornalisti per una visita, nel cui ambito è stato possibile ammirare anche le due esposizioni temporanee interne. Tra loro c’era pure un inviato di “LucidaMente”…
Ricorda un po’ una enorme nave, capitata lì non si sa come. L’occhio si perde in quel profilo scandito da angoli e curve inconsueti, in quelle lamine di titanio che, prepotenti, riflettono la luce.
Così diverso e così vicino a tutto il resto, con il fiume e le strade cittadine che gli scorrono accanto: è questo, forse, il segreto del Guggenheim Museum di Bilbao, dal 1997 simbolo della capitale basca nel mondo. Lo scorso 29 giugno l’edificio realizzato da Frank Gehry ha aperto le porte a dieci redattori di blog e testate on line d’Europa, tra cui la nostra rivista (vedi Visita top bloggers internacional al Museo Guggenheim Bilbao). Un’occasione per celebrare il successo di una realtà turistica ormai consolidata e per visitare le esposizioni allestite all’interno. In questo periodo meritano particolare attenzione Riotous Baroque. From Cattelan to Zurbaràn. Tributes to precarious vitality (fino al 6 ottobre 2013) e L’Art en guerre. France 1938-1947: from Picasso to Dubuffet (fino all’8 settembre 2013).
Il tema della fragilità della vita si insinua al di sotto dei secoli e delle mode; ecco che allora in Riotous Baroque le tele seicentesche raffiguranti una bellezza che sfiorisce o il teatrale disordine del mondo si accostano alle creazioni contemporanee. Tra queste è Paradis, di Juergen Teller: una serie di foto in cui due donne svestite fissano immobili alcuni marmi del Louvre, come se la carne mortale andasse a prendersi gioco della pietra. Da segnalare anche le opere senza titolo di Cindy Sherman, che nei soggetti ritratti indugia sull’eleganza degli abiti e del portamento e, insieme, sui particolari del volto che tradiscono lo scorrere del tempo.
L’Art en guerre riunisce invece la produzione pittorica di maestri che hanno vissuto nella Francia occupata dai nazisti senza aver avuto modo o intenzione di fuggire. A Matisse, Bonnard, Picasso e a molti altri fu proibito di allestire mostre o vendere; qualcuno, come André Derain, scelse di avvicinarsi al regime. Lungo le sale dedicate scorrono opere di protesta simbolica o esplicita, sperimentazioni surrealiste, autoritratti. Doveva avere molto coraggio l’alsaziano Joseph Steib, da Mulhouse, che realizzò una caricatura di Hitler. Colpisce anche una foto dello studio di Picasso a Parigi, in rue des Grands-Augustins, con un cane sdraiato sul pavimento e la finestra aperta: quasi sembrerebbe un’immagine di quarant’anni prima, quando il maestro iniziava a frequentare gli amici di Montmartre. E, invece, fuori dalla finestra, c’è la guerra.
Queste due retrospettive, senz’altro distanti tra loro, sono tenute insieme dalla suggestione fisica del luogo. Perché il Guggenheim, camaleontico mix di pietra calcarea, pannelli metallici e cristallo, è un’opera d’arte compiuta già di per sé. Così, almeno, crede il visitatore, stregato dalle pareti luccicanti e mai diritte. Quanto ai residenti baschi, si dice che preferiscano la città vecchia o altri posti. Ma è probabile che molti, passando sulle larghe strade che affiancano il museo, abbiano pensato almeno un istante a quando a Bilbao c’erano i pescherecci, le industrie del ferro e poco altro. Allora, magari, avranno guardato con un certo lampo d’orgoglio il turista fermo all’entrata che scattava foto.
Il museo si può visitare durante tutto l’anno, da martedì a domenica, dalle 10 alle 20; nei mesi di luglio e agosto l’apertura è estesa anche al lunedì, sempre dalle 10 alle 20. Il biglietto d’ingresso intero costa 13 euro, con possibilità di riduzioni per over 65 e gruppi. Per informazioni: tel. 34-944359080; www.guggenheim-bilbao.es. Per le due mostre citate: L’Art en Guerre: http://arteenguerra.guggenheim-bilbao.es/en/;Riotous Baroque: http://barroco.guggenheim-bilbao.es/en/.
Le immagini (di proprietà dell’autore dell’articolo): in apertura, veduta parziale del Guggenheim Museum; una foto del ciclo Paradis (2009) di Juergen Teller; El conquérant (1941, olio su tela), caricatura di Hitler realizzata da Joseph Steib; foto dello studio di Picasso a Parigi durante il secondo conflitto mondiale.
Giulio Azzoguidi
(LucidaMente, anno VIII, n. 91, luglio 2013)