Il trio bolognese propone il secondo capitolo della loro affascinante trilogia
Stessa copertina. Sempre tre pregevoli, affascinanti brani. Stessa ambientazione sonora dark. Uscito da poche settimane, a inizio settembre, ecco Settings_2, appunto il secondo di tre ep dei Pin Cushion Queen da tre tracce ciascuno (il nostro direttore Rino Tripodi aveva già segnalato il primo ep, dell’aprile di quest’anno, con la recensione Pin Cushion Queen: il canto come melodia).
Suoni non carezzevoli, scaturiti dalle originali abilità tecniche del gruppo, il cui nome prende spunto da una filastrocca di Tim Burton ed è al momento composto da Igor Micciola (chitarra, synth e voce), Marco Calandrino (basso, synth e voce) e Nicola Zanardi (percussioni). Il primo brano del cd autoprodotto, Merry-go-round, ci proietta in un mondo selvaggio di atmosfere quasi psichedeliche. In Under Electric Light il gruppo esprime al massimo il proprio talento sperimentale e d’avanguardia. La terza traccia, Craco, appare più ritmata e si allarga verso sonorità dilatate e più chiare e distese, soprattutto verso la fine. Appaiono all’orizzonte, pur sempre notturno, costellazioni sonore dalle luminescenze palpitanti grazie all’adamantina perizia strumentale dei musicisti.
In tutte e tre i componimenti restano quelle che sono le caratteristiche, quasi un mantra, dei Pin Cushion Queen: dilatazione, ripetizione, eclettismo. Sterminati incroci e reticoli inesplorati. Che l’ascoltatore vi si perda. Non senza qualche perturbante sussulto, in un moto materico costituito da frantumi di graffiti nerastri dalle schegge taglienti.
(g.b.)
(LucidaMente, anno XI, n. 130, ottobre 2016)