Il rischio del nulla come sentimento dominante dopo la fine delle ideologie storiche profeticamente denunciato dal filosofo è una delle tematiche presenti nel saggio “Attraversare la modernità” (Edizioni Cantagalli) di Luciano Lanna
C’è una frase di Simone Weil che Augusto Del Noce amava e che lo ritrae meglio di tanti discorsi filosofici: «Noi dobbiamo essere sempre disposti a cambiare di parte come la giustizia, questa eterna fuggiasca dal campo dei vincitori».
È una delle citazioni riportate nel bel saggio di Luciano Lanna a lui dedicato (Attraversare la modernità. Il pensiero inattuale di Augusto Del Noce, Prefazione di Giacomo Marramao, Edizioni Cantagalli, Siena 2024, pp. 498, € 26,60).
Le pseudoverità delle ideologie dominanti
Da giovane, il filosofo italiano era stato contrario al fascismo, ma altrettanto al comunismo. Difatti, già nel 1945 aveva ben chiaro che fosse necessario andare «al di là del fascismo e dell’antifascismo». Sì alla Resistenza, ma senza farne un mito, perché non era dalla guerra che potesse scaturire una rifondazione morale degli italiani. Cattolico convinto, sostenitore che il laicismo fosse l’eresia secolare per eccellenza, perché finiva per corrodere e confinare l’eterno, Del Noce frequentava però un ambiente compiutamente laico col quale interloquiva continuamente.
Coltivava una “filosofia cristiana” che recuperasse quell’ampio segmento storico compreso tra la cultura ellenistica e Cartesio, senza per questo rinunciare al moderno concetto di libertà come riferimento. Si sentiva un isolato, ma era alla costante ricerca di interlocutori per tessere un dialogo volto a costruire una interpretazione del presente storico. Vogliamo dire che quando le contraddizioni dell’esistenza sono profonde nell’anima, si giunge a toccare le ragioni ultime del vivere e, spesso, ne scaturiscono poesia e profezia.
La “Casa Del Noce” fu una vera e propria scuola di pensiero per gli irregolari, dove il cerimonioso professore indicava percorsi di ricerca a chi non si ritrovava nella frammentazione delle pseudoverità proposte dalle ideologie dominanti. Per esempio, a suo dire, l’azionismo moderno è attrezzato solo alla polemica antifascista, al fine di mantenere vivo lo spettro del passato.
Un Occidente decristianizzato
Nel 1965 aderisce all’Unione italiana per il progresso della cultura, associazione volta a liberare il pensiero dai moderni idoli della società e resuscitare una intelligenza non imbavagliata dal pensiero unico, che esclude la trascendenza e la contemplazione. Tutto questo non senza criticare un cristianesimo troppo spesso ridotto a perbenismo borghese o a sentimentale ricordo di un mondo del passato.
In tale critica Del Noce vede un Occidente ormai decristianizzato, che cede sotto i colpi minacciosi del nuovo totalitarismo rappresentato, ad esempio, dall’ideologia del quotidiano-partito la Repubblica di Eugenio Scalfari. Egli riscontra una pericolosa saldatura tra tecnocrazia, residui di comunismo e laicismo libertino (leggi anche Rino Tripodi, L’inganno dell’idea di progresso, in LucidaMente 3000, anno XVII, n. 203, novembre 2022). Come baluardo di questa deriva, Del Noce vede Comunione e Liberazione, che non a caso prende vita proprio in quel simbolico 1969. Un movimento cattolico che non contesta superficialmente l’esistenza, bensì contesta, in nome dell’essenziale, proprio ciò che nell’esistenza è superficiale.
Le tragiche profezie di Del Noce
In data 3 novembre 1988 commenta preoccupato la minaccia di un nuovo totalitarismo incombente: «Dietro questo congedo dall’ideologia, dietro questa critica apparente al totalitarismo, si nasconde un totalitarismo di nuova natura, assai più aggiornato, assai più capace di dominio assoluto di quello che i modelli passati, Stalin e Hitler inclusi, non fossero. Dico si nasconde, ma sarebbe meglio dire che oggi si dichiara abbastanza apertamente: è il superpartito tecnocratico che attraversa i partiti, che ha in possesso le sorgenti di informazione, che cura la propria apologia attraverso la casta degli intellettuali, che è equamente ripartito secondo le varie posizioni culturali e politiche dai cattolici ai comunisti. […] Se ben si guarda l’avversario che abbiamo oggi da affrontare, è questo: e si vedano quanto siano inadeguate tutte le presenti posizioni culturali e politiche perché si sono formate contro avversari che erano diversi e sono lontani».
Parole profetiche di sconcertante lucidità che meglio non potrebbero descrivere il nostro tempo e il nostro compito di interpretare il mondo. Parole volte a trovare la luce che ci consenta di rintracciare la fonte del nostro nutrimento terrestre e celeste.
Le immagini: la copertina del libro di Lanna e una foto del filosofo Del Noce (di pubblico dominio, da Wikipedia.
Lucilio Santoni
(Pensieri divergenti. Libero blog indipendente e non allineato)