È giunto l’autunno, con le sue piogge e i suoi misteri. Le lunghe tenebre, ispiratrici di fantasmi e terrori letterari, si allungano sul giorno. Quale suggestione migliore, per inaugurare tale periodo dell’anno, dell’oscura, apocalittica, visionaria poesia “Darkness” di George Gordon Byron (1788-1824)? Per di più, con l’ammaliante recitazione di Ennio Coltorti e lo splendido “montaggio” delle immagini da parte di Mario Calamita
Ebbi un sogno che non era completamente un sogno. Il sole radioso si era spento, e le stelle vagavano oscurandosi nello spazio eterno, disperse e prive di raggi, e la terra coperta di ghiacci intenebrandosi ruotava cieca nell’aria senza luce; il mattino venne e svanì, ritornò senza portare il giorno, e nel terrore di questa desolazione gli uomini obliarono le loro passioni; e ogni cuore gelò in un’egoista preghiera di luce: e vissero presso fuochi di campo e i troni, i palazzi di re incoronati; i tuguri, le abitazioni di tutti gli abitanti furono arsi come fuoco di segnalazione; si consumarono le città e gli uomini si radunarono attorno alle loro case divampantiper guardarsi ancora una volta in volto; felici coloro che dimoravano nello sguardo dei vulcani, e nei pressi della loro torcia montana: il mondo conteneva una sola timorosa speranza; le foreste furono incendiate, ma in poche ore crollarono distrutte, e i crepitanti tronchi
si spegnevano in uno scroscio – e tutto tornava oscuro.

e, terrorizzati svolazzavano a terra,
dibattendo le ali invano; i più selvaggi bruti divennero domi e tremanti; vipere strisciando s’attorcigliavano tra la moltitudine,
innocue sibilando – furono trucidate per servire come nutrimento!

finché la fame non li essiccava o i caduti morti
richiamavano le loro mascelle scarne; per sé non cercò cibo,
ma con pietoso lamento perenne, e un guaito desolato improvviso, lambendo la mano
che non rispose con una carezza, morì.
![0-COP.Apocalisse-Fine-del-Mondo-causata-da-mega-flare-solare-di-centinaia-di-micro-tesla[1]](https://www.lucidamente.com/wordpress/wp-content/uploads/2013/11/0-COP.Apocalisse-Fine-del-Mondo-causata-da-mega-flare-solare-di-centinaia-di-micro-tesla1-300x168.jpg)
le braci morenti di un altare dove un gran numero di oggetti sacri per un sacrilego uso
fu ammassato; attizzarono il fuoco, rabbrividendo; con le loro fredde mani ischeletrite, sfregarono le ceneri estenuate, e il loro respiro fievole soffiò per un po’ di vita, e ottennero una fiamma ch’era una beffa; e alzarono gli occhi mentre l’ansia si rischiarava, e scorsero
il reciproco aspetto: si videro, e strillarono, e morirono. A ucciderli fu il reciproco aspetto orrendo, senza che sapessero chi fosse colui sul cui volto la carestia l’aspetto del Demonio aveva dipinto. Deserto
era il mondo, il popoloso e il potente era una zolla
senza stagioni, senza erbe, senza alberi, senza uomo, senza vita,
una zolla di morte: un caos di dura argilla.
![0-pianeta-terra-apocalisse-2012[1]](https://www.lucidamente.com/wordpress/wp-content/uploads/2013/11/0-pianeta-terra-apocalisse-20121-300x200.jpg)
prive di equipaggio le navi galleggiavano sul mare imputridendo,
gli alberi cadevano a pezzi: una volta caduti, dormivano nell’abisso privo di flutti. Morte erano le onde; le maree erano sepolte, la loro signora, la luna, era spirata prima; i venti nell’aria stagnante s’erano inariditi, e perirono le nubi; l’Oscurità non aveva bisogno
del loro aiuto: Ella era l’Universo.
Per un’altra suggestiva interpretazione visiva di Darkness, a opera di Luigi Maiello (produzione Tweedle): http://www.youtube.com/watch?v=C54TCTZx1us.
Le immagini d’apertura del poeta inglese sono un suo ritratto (1802 circa) attribuito a Élisabeth-Louise Vigée Le Brun (Parigi, 16 aprile 1755 – Louveciennes, 30 marzo 1842) e Lord Byron in Albanian dress (1813, olio su tela, 76,5 × 63,9) di Thomas Phillips (Dudley, 1770 – Londra, 1845).
(n.m.)
(LM MAGAZINE n. 27, 18 novembre 2013, supplemento a LucidaMente, anno VIII, n. 95, novembre 2013)