A corollario delle polemiche sull’infelice affermazione dell’assessore al Bilancio della città romagnola: basta esternalizzare i servizi a cooperative o associazioni “amiche”
Riceviamo e pubblichiamo l’opinione pervenutaci dall’Associazione “Il Socialista della Città metropolitana di Bologna”.
Non intendiamo commentare i contenuti della dichiarazione dell’assessore al Bilancio di Imola Antonio De Marco («I cani in esubero si abbattono») in merito all’opportunità o necessità di abbattere, dopo un certo periodo, le bestiole ospitate nel locale canile.
Né intendiamo suggerire all’assessore di andarsi a leggere la legge regionale n. 27 del 7 aprile 2000 (Nuove norme per la tutela e il controllo della popolazione canina e felina) o di approfondire per quali prestazioni di servizio è spesa la somma di oltre 300 mila euro destinata a canile e gattile. Non intendiamo neanche invocare dimissioni o parlare di competenza e meritocrazia nelle nomine politiche. La nostra riflessione è sugli effetti del progressivo smantellamento del lavoro pubblico a favore di esternalizzazioni e appalti con forti, particolari, connotazioni. Supponiamo che l’assessore in questione, convinto dell’utilità di abbattere i poveri cani in questione, decida di attuare il suo progetto; sicuramente ora deve confrontarsi con uffici comunali competenti (e quindi con dei dipendenti pubblici). I quali, avendo studiato la citata legge regionale, sono ben consapevoli degli obblighi dei comuni in materia e di cosa è possibile e lecito fare e cosa non è possibile e illecito fare.
Immaginate solo se l’assessore avesse avuto la possibilità di contattare il canile e disporre quanto deciso senza doversi confrontare con gli uffici… Una semplice telefonata al gestore del canile e probabilmente i costi del canile sarebbero potuti diminuire… come anche i cani ospitati da troppo tempo.
A questo punto, ogni esempio è calzante. Se prima l’educatrice della scuola materna (dipendente pubblica) poteva lamentarsi del troppo freddo per i bambini negli asili, di forniture di pannolini inadeguati, chiedere nuovi arredi per sostituire quelli pericolosi, chiedere maggior materiale didattico, ora, secondo voi, l’educatrice della cooperativa avrà le tutele necessarie per chiedere, oppure eviterà di chiedere per non aumentare i costi? Ribadiamo la centralità del lavoro pubblico quale presidio di legalità verso la politica e quale strumento necessario per fornire ai cittadini servizi di qualità.
Per la “risposta” (si fa per dire) alla polemica da parte di Daniele Manca (Partito democratico), sindaco di Imola, intervistato dallo “zoo” di 105, vedi: https://www.youtube.com/watch?v=jjjFgcxknJ4.
Andrea Pancaldi – Associazione “Il Socialista della Città metropolitana di Bologna”
(LucidaMente, anno X, n. 115, luglio 2015)