Un generoso parroco calabrese, generoso e solidale, con un grande sogno. Suicida forse perché rimasto troppo solo col peso del proprio impegno pastorale, civile, sociale e culturale
Esattamente quarantasei anni fa, il 22 agosto 1965, don Domenico Bellissimo, parroco di Giffone, paesino della piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, si toglieva la vita. Aveva solo 41 anni, essendo nato a San Nicola da Crissa, presso Vibo Valentia, nel 1924.
Definito come una sorta di “don Bosco del Sud”, s’impegnò a Giffone per fondare una tipografia, in cui veniva stampata una rivista dal titolo speranzoso, Alziamo le vele, caratterizzata da un notevole impegno nel discutere tematiche di ogni tipo, dunque un periodico quasi d’avanguardia per una regione allora ancora arretrata sotto tutti i punti di vista come la Calabria. Il suo progetto maggiore era quello di fondare anche una solida casa editrice, che potesse dare occupazione alle generazioni future del paesino.
Generoso, impegnato, entusiasta, vivace, per raggiungere i propri scopi, religiosi, civili e sociali, pare non badasse né alle forme, né ai gruppi di appartenenza degli interlocutori, questo in tempi in cui gli steccati tra cattolici e no erano, specie nel Sud, molto alti. Questo suo anticonformismo non fu probabilmente visto di buon occhio né dagli uni, né dagli altri e le delusioni e l’isolamento che gliene derivarono forse potrebbero essere la causa o due delle cause del suo tragico gesto. Comunque, di fronte a scelte estreme come il suicidio, è di buon gusto la prudenza, il rispetto, il pudore, se non proprio il silenzio.
L’Associazione Amici Casa della Cultura “Leonida Répaci” di Palmi si è resa benemerita promotrice di almeno due iniziative in ricordo del religioso. La bella rivista da essa edita, Itaca, nel n. 13 (giugno-luglio 2011) ha dedicato due paginoni (8-9) alla figura di don Bellissimo, con un articolo del proprio direttore Antonio Minasi e la ristampa del ricordo dello scrittore Sharo Gambino scritto subito dopo la tragica scomparsa del prete, ai quali rimandiamo il lettore per ulteriori approfondimenti. Inoltre, l’associazione sta completando un film-documentario su don Domenico. La regia sarà dello stesso Minasi, mentre a interpretare il parroco di Giffone sarà il noto attore teatrale Saverio La Ruina.
Don Bellissimo è volato sulla terra velocissimo, come una luccicante, splendida stellina d’agosto. A una rivista esplicitamente laica come LucidaMente (ma, proprio perché laica – quindi tollerante e rispettosa verso tutti –, con redattori e collaboratori cristiani e “non credenti” che dialogano e convivono senza problemi, e comunque aperta a ogni suggestione positiva), piace ricordarlo con alcune sue parole, scritte per un editoriale (Il coraggio di vivere) della sua creatura, Alziamo le vele: «In ogni uomo ci sono abissi e altezze: ogni vita, una e irresistibile, nei suoi molteplici aspetti, è fatta d’ideali che s’infrangono, spesso, contro la realtà. Ma nell’intimo sospiro del cuore c’è sempre la nostalgia di una vita calma, innocente e grande».
Rino Tripodi
(LM MAGAZINE n. 18, 22 agosto 2011, supplemento a LucidaMente, anno VI, n. 68, agosto 2011)