“Studenti: 5 anni all’alba”: un cortometraggio poetico, ironico, libertario, che molti anni fa ha visto protagonista una classe dello “Scarabelli” di Imola
Sta per iniziare un nuovo anno scolastico. In consonanza col consueto evento, il video che proponiamo questo mese ai lettori di LucidaMente parla di studenti, di scuola, di speranze. È datato aprile 1992.
I protagonisti sono le ragazze e i ragazzi che all’epoca (anno scolastico 1991-92) frequentavano la II C del “glorioso” (è nato nel lontano 1883) Istituto tecnico agrario “Giuseppe Scarabelli” di Imola, in provincia di Bologna. Il cortometraggio, ironico, libertario, emozionante, poetico, contenente splendidi brani da film e musiche, ricco di creatività e sensibilità, è stato realizzato nell’aprile 1992 dal Centro produzione video La palazzina e dalla Cooperativa culturale Pneuma. S’intitola Studenti: 5 anni all’alba. Scene, pensieri, citazioni di alcuni ragazzi del pianeta Terra alla fine del XX secolo d.C. e ha vinto l’edizione 1992 del concorso La scuola dei miei desideri, in memoria dei dodici studenti dell’Istituto tecnico commerciale “Gaetano Salvemini” di Casalecchio di Reno vittime del disastro aereo del 6 dicembre 1990. Al suo interno vi sono anche alcune sequenze tratte da L’attimo fuggente, il che, oggi, può essere considerato un omaggio al grande Robin Williams. Una seconda curiosità: il professore che compare quasi all’inizio del cortometraggio è il nostro direttore, Rino Tripodi, che all’epoca insegnava Materie letterarie allo “Scarabelli”.
Il video appare molto in anticipo sui tempi… O datato, viste le tante riforme (“controriforme”, le definiscono alcuni) dei vari governi imposte alla scuola italiana (ultima quella in atto, sostanziosa, del Governo Renzi), le quali tendono a delineare studenti-polli d’allevamento (appunto, in classi-pollaio di più di trenta ragazzi/e) e insegnanti-impiegati proni e supini? Spesso anche nelle scuole “laiche” pubbliche e non soltanto in quelle private cattoliche (vedi Sei una prof lesbica? Fuori dalla scuola cattolica!) sono presenti il bigottismo, il moralismo, la discriminazione per il libero pensiero, la mancanza di dialogo docente-allievi…
Si insegnano scrittori e pensatori che hanno fatto della libertà la propria bandiera, che hanno scavato nella verità, che si sono ribellati alle convenzioni e al Potere, ma poi si praticano (e si insegnano) la meschinità, l’ipocrisia, la viltà, il conformismo e la sottomissione a chi comanda… Così non vengono premiati i professori più bravi, ma coloro che meglio adempiono alle pratiche burocratiche; e non gli studenti più brillanti, bensì quelli più “obbedienti”. Con conseguenze nefaste per la scuola, la formazione civile e, quindi, per il futuro del Belpaese.
(n.m.)
(LucidaMente, anno IX, n. 105, settembre 2014)