L’esportazione forzata della democrazia e la tradizione tribale
La tragica fine di Gheddafi – ogni morte è una tragedia, decisamente lo è l’omicidio – ripropone il tema dell’integralismo islamico.
Ne esiste tuttavia un altro, ben più determinante: è l’integralismo (democratico) statunitense. Occidentale, per estensione. L’esportazione forzata della democrazia è in realtà un’ingerenza negli affari di altri paesi. L’intervento accelerato in Iraq fu dovuto a una volontà di ritorsione americana dopo i fatti dell’11 settembre 2011, ma, poiché Saddam Hussein osava alzare continuamente la testa, egli aveva comunque il futuro segnato. Gli americani tolleravano il dittatore perché non avevano alternative sotto mano. Il crollo delle Torri Gemelle e l’attentato al Pentagono fecero decidere Washington per un altro governo in Iraq, un governo a stretto controllo stelle e strisce.
Gente come Saddam e come Gheddafi tenta di superare la realtà tribale, caratteristica da sempre dei paesi arabi e di area islamica, con un potere centralizzato, mutuato da quelli occidentali: ci riescono finché fanno comodo al sistema dominante nel mondo, quello americano. D’altra parte, a fronte di un integralismo formale religioso, esiste una consuetudine sociale che con la religione ha ben poco a che fare. Le tribù non si attengono concretamente al Corano (al quale dicono di ispirarsi): le norme maomettane vengono viste come logica di massima, non sono certo interpretate come possibilità palingenetiche. Infatti, le tribù si fanno costantemente la guerra per il predominio. L’integralismo è un aiuto psicologico, non una convinzione religiosa radicata. La dimostrazione è data dalla scarsa diffusione del fenomeno, dalla mancanza di unitarietà.
I paesi islamici sono in mezzo a due realtà: quella storica, appunto tribale, e quella moderna, soggetta alle potenze occidentali. Dobbiamo alla Fallaci e alle sue invettive la demonizzazione moderna dell’integralismo. Lei aveva come bersaglio principale l’Iran di Khomeini: ma laggiù gli americani sono stati disattenti, avevano interessi più urgenti altrove. Oggi tengono a bada Ahmadinejad, ma sono pronti a balzargli addosso. Comanda, insomma, l’integralismo occidentale, la cosiddetta democrazia. Il resto è rumore.
L’immagine: Il massacro di Scio (1823-24, olio su tela, Parigi, Louvre), di Eugène Delacroix (Saint-Maurice, 26 aprile 1798 – Parigi, 13 agosto 1863).
Dario Lodi
(LucidaMente, anno VI, n. 71, novembre 2011)