Anche tu vuoi diventare un campione del vivere a scrocco? La regola è una sola: non farsi beccare
Il free-riding è lo sport nazionale dell’Italia. I suoi ambiti di applicazione sono tra i più disparati: ospedali, autobus, treni, metropolitane, e chi più ne ha più ne metta. Le regole sono poche e facili da seguire: utilizzate i servizi pubblici senza pagare e, soprattutto, non fatevi cogliere con le mani nel sacco.
Una volta imparate le strategie, giocare è semplice. Per essere un free-rider di fama nazionale, ci si deve esercitare molto, in modo da elaborare tattiche personali e stratagemmi per sgattaiolare in caso di controlli imprevisti. Facciamo un esempio: è domenica e dovete prendere il bus per recarvi alla partita di calcio. È chiaro che non volete pagare il biglietto. Come fare, dunque? Salite sul mezzo e appostatevi vicino all’uscita. Nel caso in cui salga il controllore, attendete l’apertura delle porte e tagliate la corda. Vivere a sbafo è un modus vivendi. Per eccellere in questo sport sono necessarie ore e ore di allenamento: occorre addestrarsi attraverso prove pratiche e complicate elaborazioni strategiche. Ma non appena avrete imparato le tecniche giuste, nessuno potrà più fermarvi. Questa disciplina non è solo fisica, è un atteggiamento mentale: non bisogna soltanto essere persone atletiche e reattive per poter fuggire via all’occorrenza, è necessario altresì essere in grado di reggere la tensione psicologica dell’imprevisto.
Gli italiani sono persone scaltre e furbe, che preferiscono lavorare d’ingegno. Ecco perché, se dal punto di vista fisico pensate di non potercela fare, non vi dovete preoccupare: c’è un campo di applicazione fatto apposta per voi, cioè l’evasione fiscale. Si stima che, in media, ogni 100 euro di imposta versata, 38,19 vengano fatti magicamente scomparire (fonte: Unità di informazione finanziaria). Sul podio salgono Molise, Basilicata e Puglia, che superano di ben tre volte il risultato ottenuto dal Trentino-Alto Adige, ultimo in classifica. Le regioni più allenate ci permettono di schizzare in cima alla classifica della percentuale di frodi fiscali rispetto al Pilcalcolate nei Paesi dell’Europa occidentale.
Gli effetti collaterali di questa disciplina mondiale, oltre a qualche tendinite per una fuga mal orchestrata, sono: prendere una multa, finire in galera, subire la disapprovazione del pubblico. Ma si sa che nella vita è preferibile rischiare, per poter sperimentare quel brividino che corre lungo la schiena quando si sta compiendo un atto penalmente perseguibile. Il free-riding, da sport qual è, si può però trasformare in malattia, può diventare una dipendenza che vi impedisce di accollarvi parte dei costi della collettività. E, come un’epidemia contagiosa, si può diffondere a tutta la comunità, senza lasciar scampo ad alcuno. A questo punto, chi finanzierà i servizi e i beni pubblici di cui tutti usufruiamo? Chi pagherà per i mezzi di trasporto, per l’acqua potabile, per la trasmissione dei servizi Rai? O dovremo forse abituarci a camminare in strade buie e non sorvegliate? «Ai posteri l’ardua sentenza».
Le immagini: copertina del Manuale dello scroccone. Come vivere bene senza pagare (edito da Castelvecchi) di Giuseppe Laganà e copertina del settimanale Panorama.
Chiara Toneguzzo
(LucidaMente, anno VIII, n. 91, luglio 2013)