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Jane Austen e l’ambizione di scrivere

Il 16 dicembre 1775 nasceva la famosa scrittrice inglese. Se contestualizzata, si potrebbe oggi considerare un’innovatrice?

Arianna Mazzanti by Arianna Mazzanti
3 Dicembre 2019
in CINEMA-MUSICA, DEDICHE, FILM-DISCHI, IL PIACERE DELLA CULTURA, LIBRI
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Jane Austen e l’ambizione di scrivere
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Il 16 dicembre 1775 nasceva la famosa scrittrice inglese. Se contestualizzata, si potrebbe oggi considerare un’innovatrice?

II 16 dicembre ricorre il genetliaco di Jane Austen. Nel 1775, 244 anni fa, nasceva a Steventon la nota narratrice britannica, madre di ben sei romanzi famosi: L’abbazia di Northanger, Emma, Mansfield Park, Orgoglio e pregiudizio, Persuasione e Ragione e sentimento. Per parlare, però, di questa artista e di come ancora oggi, dopo due secoli dalla sua scomparsa (avvenuta nel 1817), riesca a essere un serbatoio d’ispirazione per rivisitazioni e riadattamenti letterari o cinematografici, occorre contestualizzarla.

14-Orgoglio e pregiudizio filmFiglia di un pastore anglicano, Jane cresce in una famiglia numerosa nella campagna inglese di fine Settecento. A quell’epoca, alle porte dell’età vittoriana, risiedere nella lontana e sperduta provincia comportava qualche implicazione. Infatti, come sottolinea la puntata numero sei de Il caffè letterario, il capitalismo industriale si andava affermando con la conseguente crescita delle città, a discapito delle realtà rurali che via via si spopolavano. I circoli delle società di periferia si restringevano progressivamente e proprio all’interno di essi s’inserisce lo sguardo prospettico delle figure femminili “figlie” di Austen. Senza dubbio, la protagonista più riuscita è Elizabeth Bennet di Orgoglio e Pregiudizio. La stessa creatrice del personaggio la descrive così: «Penso a lei come alla creatura più deliziosa mai apparsa sulla pagina». A proposito del racconto di cui Lizzy è la figura centrale, diverse antologie lo inseriscono nel genere romanzo di formazione.

14-Jane AustenIn effetti, chi lo colloca nella categoria “rosa” o “romantica” si è probabilmente soffermato fugacemente sull’opera. Seppure il libro possa o meno riscontrare il favore del lettore, etichettarlo come frivolo svaluta l’abilità dell’autrice e soprattutto contraddice il giudizio di altri grandi letterati come Virginia Woolf, che la definì come «l’artista più perfetta tra tutte le donne», o sir Walter Scott, il quale affermò: «Quella giovane donna aveva, secondo me, il miglior talento che io abbia mai incontrato […] mi è negato lo squisito tocco che rende interessanti cose e personaggi comuni attraverso la verità della descrizione e del sentimento». Una verità trasmessa con brillante umorismo e tagliente sarcasmo, armi che la fanciulla di Steventon ha fatto sue in modo da poter vivere della sua penna.

14-famiglia AustenPer riuscire nell’intento, Austen ha scrutato meticolosamente la realtà di cui faceva parte insieme alla natura dei comportamenti umani, con lo scopo di comprenderli a fondo. Uno studio quasi empiristico che vede riflessi nei contenuti romantici «tratti tipici dell’Illuminismo inglese, come la lotta ai pregiudizi e la cauta analisi degli eventi per evitare di cadere in errore». Forse, volerla inserire nell’Illuminismo inglese risulta un po’ eccessivo, ma l’osservazione di Ginevra Bompiani è utile per capire come ci sia molto di più sotto quella patina scintillante di feste, balli, carrozze e matrimoni. Si tratta, infatti, di una potenziale duplice ispirazione. La prima è raffigurata dalle eroine fittizie, le young ladies che, attraverso la loro intelligente impertinenza, spezzano le barriere sociali. Esempio lampante è la già precedentemente nominata Elizabeth, quasi sicuramente ammirata dalla stessa autrice perché, malgrado tratti del carattere allora considerati sconvenienti per una signorina (perspicacia, acume, schiettezza), convola a nozze. Un matrimonio che si rivela vantaggioso e al di sopra delle possibili aspettative della giovane, ma dettato, comunque, da sentimenti sinceri.

14-Orgoglio e pregiudizioLa seconda è rappresentata dalla medesima Jane: una donna di media estrazione che ha scritto romanzi (genere non proprio nobilitato all’epoca) sulle peripezie di ragazze in età da marito nell’Inghilterra di fine Settecento. Ella, però, non si è mai conformata a quello stesso destino descritto nelle opere: infatti, non si sposò mai, preferendo perseguire le proprie ambizioni. Dunque, fermo restando che la trama o lo stile frizzante non risultano graditi da tutti i lettori, possiamo comunque spingerci ad affermare che, sotto un certo punto di vista, Austen fu rivoluzionaria, soprattutto tenendo bene a mente il contesto storico, sociale, autobiografico in cui è vissuta e il successo riscosso nei secoli seguenti.

Le immagini: un fotogramma dal film Orgoglio e Pregiudizio, con Keira Knightley nei panni della protagonista Elizabeth Bennet; un noto ritratto di Jane Austen; l’albero genealogico della famiglia della scrittrice; il frontespizio datato 1813 del romanzo Pride and Prejudice.

Arianna Mazzanti

(LucidaMente, anno XIV, n. 168, dicembre 2019)

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Tags: artebiografiadonnefocusilluminismoinghilterraJane AustenlibrimatrimonioOrgoglio e Pregiudiziopregiudizirivoluzione industrialeromanziromanzo di formazionescritturasettecentosocietàsognistoriaVirginia Woolfwalter scott
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