Diciannovesima monografia della collana “Calabresi nel tempo” delle edizioni Parallelo 38: è la volta di “San Nilo di Rossano” di Tomasino Pinna
Corrado Alvaro. Umberto Boccioni. Vincenzo Padula. Galeazzo di Tarsia. Pitagora di Reggio. Francesco Acri. Nosside. Francesco Rognetta. Silvestro Bendici. Lorenzo Calogero. Costantino Mortati. Antonino Anile. Umile da Bisignano. Giuseppe Casalinuovo. Gian Vincenzo Gravina. Bernardino Telesio. Francesco Cilea. Michele Bianchi.
Sono i calabresi celebri – scrittori, filosofi, artisti, pensatori, musicisti, politici – trattati nelle monografie della collana Calabresi nel tempo, edita dalla rivista Parallelo 38 di Reggio Calabria. Eleganti volumetti dalle copertine caratterizzate dalla semplice grafica dominata dal giallo. Da pochi giorni, si è aggiunta la diciannovesima uscita, San Nilo di Rossano, di Tomasino Pinna (pp. 144, acquistabile per vendita diretta). Si tratta di una pubblicazione che assume un valore particolare, essendo la prima della collana dopo la morte di Giuseppe Reale, ideatore e animatore della storica rivista e della serie di libri dedicati ai grandi calabresi. Ora, a dirigere la collana è Aldo Maria Ierace.
Il periodo bizantino è spiritualmente il più luminoso della storia della Calabria. Almeno secondo alcuni studiosi. Dopo l’invasione dei Longobardi (568) l’Italia si trova territorialmente divisa per la prima volta dopo l’unificazione romana e lo sarà fino all’Unità risorgimentale. Gli ultimi barbari invasori non avranno però la forza militare di scacciare i bizantini da tutta la penisola. Grosso modo Romagna, Lazio, Corsica, Sardegna, Puglia, Calabria e Sicilia resteranno sotto il vecchio Impero d’Oriente. La Calabria, in particolare, diventa ricetto del monachesimo orientale, soprattutto dopo che l’espansione araba – che si estenderà anche alla Sicilia – spingerà verso di essa molteplici profughi. Il territorio si popola di comunità guidate dalla regola di san Basilio.
Nicola Malena (poi Nilo, una volta divenuto monaco) nasce a Rossano, nell’attuale provincia di Cosenza, nel 910. Pinna ne affronta la figura dividendo il proprio libro in due parti. Nella prima narra la vita del santo, dalla fase calabrese (940-980), a quella capuana, col Monastero di Vallelucio (980-994), da «A Gaeta: il Monastero di Serperi (994-1004)» fino a «Verso Grottaferrata. La morte di Nilo (1004)», avvenuta a Tuscolo, presso Roma, proprio dopo la fondazione del Monastero di Grottaferrata. La fonte principale è la biografia del santo scritta in greco da un anonimo, che la tradizione identifica con san Bartolomeo (proclamato da Giovanni XXIII, assieme appunto a san Nilo, copatrono della Calabria). Molti gli episodi e gli aneddoti affascinanti. Nella seconda parte del libro («Il contemptus mundi e l’azione nel mondo») Pinna evidenzia la visione religiosa del santo e la sua interazione con la realtà, tra eremitaggio, ascesi, comunità. Compare la classica condanna dei peccati – molto gustosa è la riprovazione della lussuria e della donna – entro una rigidità e una severità (anche nei metodi educativi) che oggi appaiono lontanissime dalla nostra civiltà. Viene altresì esaminato il rapporto di san Nilo col potere e i potenti, con la cultura, verso ebrei e musulmani.
Il fascino del volumetto di Pinna risiede nello stesso fascino del personaggio descritto. Proprio perché apparentemente distante da noi, dalla nostra epoca materialista e tutta tesa al contingente e al pragmatismo, il mondo del santo può insegnarci tanto, facendoci riavvicinare alle nostre radici umane e alle nostre problematiche spirituali più profonde, fornendo sottili risposte e soluzioni tanto più valide quanto più “folli” secondo l’ottica della prosaicità quotidiana. In filigrana, la maestosa durezza e severità della Calabria, i cui aspri paesaggi e odori sembrano ricordarci ancora l’ambiente che certamente costituì il sostrato più adatto al misticismo di san Nilo e degli altri meravigliosi monaci, sospesi tra Oriente e Occidente.
Per avere informazioni sulla collana Calabresi nel tempo ed eventualmente acquistarne i volumi, scrivere a: Parallelo 38, casella postale 184, 89100 Reggio Calabria; o inviare una e-mail a rivistaparallelo38@tiscali.it.
Le immagini, dall’alto: monumento al 38º parallelo presso Bocale, frazione di Pellaro-Reggio Calabria, nel punto esatto in cui tale parallelo incrocia la strada statale 196 Jonica; un’icona del santo; un francobollo commemorativo di san Nilo (2004, per il millenario della sua morte); la Chiesa di Sant’Adriano in San Demetrio Corone (iniziata a costruire intorno al 955, straordinari i dipinti e i mosaici interni), dove san Nilo si trasferì in solitudine per qualche tempo.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno VII, n. 73, gennaio 2012)