“La Costituzione è l’atto fondante della nostra comunità nazionale. La Carta ha assicurato agli italiani decenni di sviluppo e di democrazia, ha costituito presidio della comunità nazionale, tratto distintivo della nostra identità moderna. La Costituzione ha reso cittadini gli italiani, lavorando per l’interesse collettivo, e ha dimostrato, ancora, una straordinaria validità che non può essere rovesciata come un pedalino. Dopo più di mezzo secolo, la Carta può “anche” essere aggiornata con aggiustamenti, ritocchi, cambiamenti piccoli piccoli, ma niente stravolgimenti, nessuna trasformazione radicale, perché bisogna rispettarne i principi fondamentali. Certo può pure essere modificata, ma avendo ben presente che nel suo impianto generale ha dimostrato una straordinaria validità e che suscita rispetto e ammirazione”.
Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica Italiana
LA RILETTURA
Quanti avvenimenti dolorosi hanno attraversato – come lame – la vita degli italiani nella prima metà del secolo scorso: guerra, povertà, ignoranza e una dittatura che ha cancellato per un ventennio ogni espressione di libera volontà.
Dopo la guerra di liberazione dal nazifascismo, che ha ulteriormente insanguinato e lacerato il nostro paese, si è riacceso nei sopravvissuti il desiderio di ricostruire, di rinascere come popolo, riunito finalmente in uno stato democratico.
E’ stata proprio la “volontà generale” che ha dato forma e vigore alla Costituzione, introdotta il 1° gennaio del 1948, permettendo a tutti gli italiani, per la prima volta nella storia, di non essere trattati più come meri “oggetti” subalterni al potere, ma di sentirsi soggetti attivi, protagonisti della propria esistenza.
I rischi della “devolution” e del “premierato forte” – In pochi decenni, pur tra difficoltà e sacrifici, si è ricostruito un paese semidistrutto e ognuno ha visto riconosciuto il diritto alla libertà personale, al progresso morale e materiale, alla partecipazione democratica: valori che rendono uno stato veramente civile e avanzato. Per questo motivo ci domandiamo, con amarezza, perché alcune forze politiche, senza tener conto della “volontà generale”, hanno stravolto le parti essenziali di ciò che Carlo Azeglio Ciampi ha giustamente definito “l’atto fondante della nostra comunità nazionale”. Con l’introduzione della “devolution”, che rischia di lacerare l’identità nazionale, e con l’adozione del “premierato forte”, che fornisce più poteri al presidente del Consiglio, si indebolisce di fatto la democrazia.
In attesa del voto referendario: una scelta fondamentale – Pertanto, facciamo nostra la dichiarazione del presidente della Repubblica, che lascia trasparire la preoccupazione per i pericoli cui l’Italia andrà incontro, se si lascerà stravolgere la Costituzione e se si metteranno a repentaglio l’uguaglianza dei diritti e l’equilibrio fra i tre poteri dello stato. Su questa delicata materia l’ultima parola spetterà ancora una volta al popolo, che sarà chiamato presto al voto referendario per confermare o respingere le riforme costituzionali approvate dall’attuale parlamento. Nei prossimi mesi, dunque, si deciderà il futuro assetto del nostro Paese, forse la sua stessa coesione nazionale.
L’immagine: senza parole….
Mariella Arcudi
(LucidaMente, anno I, n. 1, febbraio 2006)