L’analisi delle cause del “gender gap” spiegate dalla giornalista Sabrina Scampini nel saggio “Perché le donne valgono anche se guadagnano meno degli uomini” (Edizioni Cairo)
L’Italia non è un Paese per donne: responsabilità innanzitutto di una cultura ancora troppo maschilista, che crea inevitabili differenze di genere. Statisticamente risulta che il gentil sesso lavora gratuitamente in casa 315 minuti al giorno, contro i 104 degli uomini. Questa un’anteprima del saggio Perché le donne valgono anche se guadagnano meno degli uomini (Edizioni Cairo, pp. 180, € 14,00), di Sabrina Scampini, giornalista che, nelle trasmissioni televisive Matrix e Quarto Grado, ha seguito spesso il tema dei femminicidi.
A fare da incipit all’opera, tre frasi celebri: la prima di Christine Lagarde, presidente del Fondo monetario internazionale, la seconda di papa Francesco e la terza firmata Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). L’autrice parte dal Global gender gap report (quadro mondiale della disparità di genere), dal quale emerge un dato inquietante: in tema di parità di genere, su un totale di 128 Stati, l’Italia ricopre il posto numero 84, risultando il Paese peggiore tra quelli avanzati. L’analisi prosegue mediante paragoni con altre realtà europee: per esempio, dopo la gravidanza – talvolta la prima – il 30% delle donne italiane abbandona il lavoro; in Svezia, per contro, lavora il 76% delle madri con tre figli. Un paradosso, questo, considerando che si tratta di due nazioni del medesimo continente.
Il libro fotografa fedelmente – fornendo cifre chiare e allarmanti – la situazione nella nostra società: fra tutti, il prevalere dell’uomo nei ruoli dirigenziali e le conseguenti differenze stipendiali. Ma anche gli sconvolgenti dati sul femminicidio, sulla violenza maschile e sul fatto che le lavoratrici spesso siano lasciate sole e senza supporto. La Scampini trae queste conclusioni dalla propria esperienza di madre e da quella indiretta di conoscenti e amiche.
Non manca poi la testimonianza di personaggi celebri intervistati dalla giornalista riguardo al cosiddetto “soffitto di cristallo”. Vi anticipiamo la sintesi della loro personale esperienza. Bianca Berlinguer, direttore del Tg3, si domanda come mai, nella famiglia, si dia per scontato che a sacrificare la carriera sia sempre la donna. Samantha Cristoforetti, capitano dell’Aeronautica militare, astronauta dell’European space agency (Esa) e protagonista della seconda missione di lunga durata dell’Agenzia spaziale italiana Futura, è certa che i componenti del suo gruppo di lavoro ritengano “normale” che lei sia una femmina, senza stupirsene in continuazione. Gina Nieri, amministratore e componente del Comitato esecutivo di Mediaset, nonché vicepresidente di Rti (Reti televisive italiane), è convinta che la disponibilità offerta a entrambi i sessi per la loro carriera sia di pari livello. Roberta Pinotti, attuale ministro della Difesa, afferma che il limite culturale più grande sia proprio credere che le donne non possano affrontare determinate questioni.
Il tema della parità di genere è in continua evoluzione, dal punto di vista sociale, antropologico e non solo. Alla luce delle ultime elezioni politiche, il saggio della Scampini andrebbe quindi integrato; se non altro, con un capitolo che ci rassicuri sul fatto che, nel Belpaese, qualcosa si stia muovendo a favore delle quote rosa. Roma e Torino hanno scelto una signora come primo cittadino: motivazione legata al movimento politico che le ha presentate, oppure indice che il cambio di rotta è già iniziato? Virginia Raggi, di fatto, è la prima donna nella storia a governare la capitale italiana: basterà questa vittoria per convincersi che, forse, il maschilismo appartiene al passato? Gli italiani lo scopriranno soltanto con il tempo.
Le immagini: la copertina del saggio Perché le donne valgono anche se guadagnano meno degli uomini e una foto dell’autrice Sabrina Scampini.
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno XI, n. 127, luglio 2016)
A nessuno viene in mente che le donne potrebbero avere altri obiettivi e progetti di vita diversi da quelli messi in evidenza da queste statistiche?
Gentilissimo lettore, grazie per averci scritto. Ogni donna, ogni persona, può avere obiettivi diversi dalle altre. L’importante è che abbia la possibilità concreta e reale di conseguirli senza discriminazioni.