Un rapporto conflittuale con il padre, la mal sopportata apatia della madre e infine una decisione che cambia l’esistenza del protagonista. Il libro, edito da Feltrinelli, ha vinto l’edizione 2025 del Premio Strega
Un viaggio introspettivo del protagonista/io narrante compiuto narrando la storia della propria madre, dalla tenera alla mezza età, passando per la costruzione di una famiglia che, fin da subito, vive rapporti conflittuali. Questa, in sintesi, la storia narrata ne L’anniversario (Feltrinelli Editore, pp. 128, € 15,20 versione cartacea e € 10,99 versione eBook) dello scrittore romano Andrea Bajani. Vincitore della 79ª edizione del Premio Strega 2025 (e pure del Premio Strega Giovani), il romanzo offre svariati spunti di riflessione: primo fra tutti, quello della deliberata separazione dai genitori da parte di un figlio, con lo scopo di poter nascere una seconda volta.
Un’esistenza non pienamente vissuta
La madre del protagonista vive, fin dalla propria adolescenza, un’esistenza oscurata dall’ombra ingombrante dell’uomo che sposerà. Nata in una famiglia della piccola borghesia romana, dopo il liceo si iscrive alla Facoltà di Lettere, che però abbandona dopo la scoperta di una gravidanza inaspettata. Almeno per lei.
Trasferitasi contro la propria volontà in un paese in provincia di Torino, insieme al marito e ai figli piccoli, soffre una grande solitudine: quella di una madre lontana dai parenti e la cui ogni nuova conoscenza viene sottoposta all’esigente approvazione del marito.
Ciò che colpisce i figli – ma anche chi legge il testo – è la sua assoluta mancanza di personalità, o il suo carattere mai davvero espresso soprattutto davanti al coniuge. L’unico suo tentativo di contrariare la volontà dell’uomo che le vive accanto è un viaggio solitario verso la propria casa natìa, luogo per lei protettivo. Fuga che durerà solo una manciata di giorni.
Il dominio di un padre-padrone e non soltanto
Nel corso della storia appare via via più evidente la singolare personalità del padre dell’io narrante. Ogni suo gesto viene ricondotto a una diversa, lucida motivazione, che oggi definiremmo “di interesse psichiatrico”. Leggendo il testo si ha l’impressione che tutto il suo mondo graviti intorno alla figura della moglie; la stessa donna che egli, attraverso l’attuazione di comportamenti inaspettatamente violenti verso di lei, pare voler annientare.
Proveniente da una famiglia scivolata dalla borghesia al proletariato, conosce la futura moglie al liceo, convincendola a iscriversi all’università per assicurarsi la lettura gratuita di un buon numero di libri. In tempo utile per evitarle di umiliarlo conseguendo un titolo che l’avrebbe resa indipendente da lui, la mette incinta. Lei abbandona così gli studi per dedicarsi alla neonata famiglia. In séguito lui le riserverà soltanto La Settimana Enigmistica, ritenendola pubblicamente persona incapace di comprendere qualsiasi testo letterario.
Il rapporto conflittuale fratello-sorella
La manifesta violenza, non soltanto psicologica, del padre da un lato e la rassegnazione al suo volere da parte della moglie, indiscussa coprotagonista della storia, negli anni provoca una crepa irreparabile fra i figli. La sorella incolpa il fratello minore di non reagire; di non contrastare, per vigliaccheria, il padre nei suoi momenti di delirio di onnipotenza verso tutti i componenti della famiglia. Non sopporta che lui, uscito di casa a vent’anni con il pretesto di frequentare l’università a Torino, resti passivo negli incontri bisettimanali con loro e che assista alle problematiche dinamiche familiari senza contrastare il padre per i comportamenti da despota e la madre per la sua mancata reazione.
Nella realtà dei fatti, verso fine lettura si coglie il significato della decisione che, a quarantuno anni suonati, l’io narrante assumerà senza mai più guardarsi indietro. Il lettore la comprende senza fraintendimenti, dopo aver condiviso con lui le sue inquietudini più profonde.
Una figura determinante nella scelta del protagonista
A questa decisione concorre senz’altro una donna che, nel testo, appare quasi timidamente ma il cui impatto sul protagonista è imponente. Si tratta di un’anziana psicoterapeuta, dai modi sbrigativi ma efficaci; presente per i propri clienti ogni giorno dell’anno, compreso quello di Natale.
E proprio dall’apparecchio del suo studio, davanti a lei, l’io narrante fa una telefonata ai propri genitori che anticipa il suo (apparentemente) improvviso cambio di vita.
L’anniversario che dà il titolo all’opera non è assolutamente quello che il lettore si aspetta leggendo lungamente della vita coniugale dei genitori del protagonista. È invece quello di un decisivo traguardo: la conquista di una inaspettata e sconosciuta serenità, raggiunta per se stesso e per chi gli vive accanto nella sua nuova decennale esistenza.
Le immagini: la copertina del libro L’anniversario e foto a uso libero e gratuito da Pixabay secondo la Licenza per i contenuti (autore: Engin_Akyurt).
Emanuela Susmel
(Pensieri divergenti. Libero blog indipendente e non allineato)















