La raccolta Le borsette delle donne (pp. 140, € 12,00, tredicesimo volumetto della collana di poesia Le costellazioni sonore della inEdition editrice/Collane di LucidaMente) di Luciana Siti è suddivisa in più parti, entro le quali si collocano rappresentazioni della specificità femminile, affetti quotidiani, sentimenti, riflessioni sull’esistenza, sguardi sulle persone e sul mondo.
Il tono prevalente è quello satirico – ironico e autoironico -, che, tra vorticose scintille espressive, straripanti ondate verbali e dilatazioni pervase da un senso umanissimo della vita, rende scoppiettante la successione dei versi e piacevolissima la loro lettura.
Ecco, di seguito, quattro esempi – tra cui la poesia che dà il titolo alla raccolta – della briosa vena poetica dell’autrice.
Le feste
Le feste, il gossip, le cene,
non sono il mio spazio preferito.
È più forte di me! È come una sfida!
Accetto, mi butto tra il frastuono, le risate,
le battute ironiche, la confusione.
Nel mio animo sono timida, introversa e preferisco
i miei spazi nei quali accarezzare il dolce silenzio
che mi avvolge come una calda coperta.
Con me stessa, il tempo sembra dilatarsi
e rallentare e mi trovo a contemplare le mie
fantasie facendomi trasparente a ogni corrente.
Nelle feste mi distraggo, mi isolo,
seguo il labiale della gente
e per me la realtà diventa forzata
e mi lascia estremamente stremata.
Le borsette delle donne
Piccole, grandi, rotonde, quadrate, alte, basse,
decorate, a sbuffo, a cuore,
nere, bianche, colorate,
a bauletto, a valigetta,
da sera, con le paillettes, con gli strass,
di pelle, di stoffa, di raso, di pizzo, di rettile,
con le frange, con la tracolla,
con i manici corti, di pelliccia vera, di pelliccia ecologica
con inserti, con cerniere, con tasche laterali,
con tasche sul davanti e sul dietro,
con le borchie, con il porta cellulare
e chi più ne più ne metta.
È un accessorio basilare,
per noi donne, la borsetta,
senza la quale non possiamo stare,
non possiamo camminare,
non possiamo fare niente
perché dentro ci ficchiamo tutto l’occorrente.
“Reggimi, per favore, la borsetta!”
chiediamo al nostro uomo con gentilezza.
Egli premurosamente la prende in fretta
e subito dopo, rosso in volto, quasi balbetta:
“Ma cosa hai messo dentro alla borsetta?”.
Il peso del contenuto è allucinante
e ti abbassa la spalla all’istante.
Ma non possiamo fare certo a meno
del fazzoletto, del rossetto, dello specchietto,
della trousse, della biro, del blocchetto, del cellulare,
del portafoglio, dei chewing gum, delle caramelle,
degli occhiali da vista, degli occhiali da sole,
del portamonete, del portafoto,
del bel rosario regalato dalla nonna,
del santino della Madonna,
delle ricevute pagate in banca,
delle chiavi di casa, e quelle dell’auto,
delle carte di credito, della patente, della carta di identità,
del bancomat, dei campioncini di creme e profumi,
del tampax, di un minuscolo ombrello se vengono due gocce,
del ventaglio se fa caldo e del giochino del bambino.
Ebbene sì! Dobbiamo ammetterlo,
siamo un po’ complicate,
siamo abituate a portare
tutto il nostro fabbisogno,
che potrebbe essere dimezzato,
ma viceversa viene sempre aumentato.
Alla fine stupite sempre ci chiediamo:
“Ma gli uomini come fanno
a non avere mai niente in mano?”.
La bacchetta magica
La nostra bacchetta magica personale
che ci fa stare bene, che ci rende belle,
buone, soddisfatte, in quale luogo sarà mai?
La bacchetta magica delle favole,
la troverò sotto un cavolo?
La troverò in un tesoro nascosto?
La troverò in una caccia al tesoro?
Non penso proprio!
La bacchetta magica, che trasforma
tutto il brutto in bello, sta dentro di noi,
nella nostra umanità, sensibilità, amore.
Ne sono più che sicura, e domani, lo prometto,
sarà un giorno migliore, anzi il migliore,
perché metterò in gioco me stessa,
con la mia bacchetta magica personale,
che trasforma tutto quanto in speciale.
Essere secondi
Essere prima,
mi piacerebbe tanto,
ma, lo riconosco,
non sono portata
per il comando.
Essere prima
sarebbe molto gratificante,
ma si può perdere, all’istante,
il calore delle parole, dell’autenticità,
dell’amicizia, della simpatia.
Il ruolo di vice mi si addice!
Non posso contrastare la mia natura,
io desidero piacere agli altri,
voglio contornarmi di amore,
di complicità, di fraternità.
Pazienza!
Sarò sempre seconda di qualcuno,
ma in cuor mio lo so
che sarò prima nella vita:
che è la mia soluzione preferita.
(da Luciana Siti, Le borsette delle donne, Prefazione di Rino Tripodi, inEdition editrice/Collane di LucidaMente)
L’immagine: autoritratto della stessa poetessa Siti.
Francesca Gavio
(LucidaMente, anno IV, n. 44, agosto 2009)