I dettagli di una meta turistica da visitare almeno una volta nella vita: architettura, scultura, giardini, acque, musei e… piacevoli inganni
Nei secoli, in molti hanno ceduto al fascino di Napoli, da Marie-Henry Beyle, meglio noto come Stendhal, a Johann Wolfgang von Goethe e anche noi di LucidaMente abbiamo dedicato alle attrazioni culturali e culinarie del capoluogo campano diversi articoli. Perché non soffermarsi, allora, su una gemma che rende la città partenopea ancora più irresistibile? Stiamo parlando della Reggia di Caserta, distante da Napoli poco più di una trentina di chilometri.
Il palazzo è la residenza reale più grande al mondo per volume ed è un concentrato di magnificenza tale che non stupisce sia stato inserito dall’Unesco (United nations educational, scientific and cultural organization) nella lista dei patrimoni dell’umanità. Voluto dal re Carlo III di Borbone, il progetto fu commissionato all’architetto Luigi Vanvitelli che, presentando 14 tavole, illustrò la struttura con i giardini annessi. La costruzione avvenne in un arco temporale di più di novant’anni. Infatti, sebbene la prima pietra fu posta il 20 gennaio 1752, i lavori terminarono nel 1845. Naturalmente, Vanvitelli non riuscì a vedere compiuto il complesso da lui ideato, ma se ne occupò il figlio con altri architetti della scuola paterna. Così, seppure ridimensionando i progetti iniziali, la realizzazione fu portata a termine fedelmente. Se decidete di recarvi a vedere questa meraviglia è bene conoscere qualche informazione in più, oltre alle dovute nozioni storiche. Innanzitutto, è sempre utile controllare sul sito ufficiale orari di apertura e chiusura che variano a seconda del periodo stagionale.
La visita, poi, prevede l’accesso sia al palazzo sia al parco. Quest’ultimo è molto vasto: occupa ben centoventi ettari di superficie e si snoda per tre km attraverso due viali paralleli, fra i quali sono interposte imponenti fontane, una più suggestiva dell’altra. In ordine, si incontrano: la fontana Margherita, quella dei delfini, di Eolo, di Cerere, di Venere e Adone. Infine, presso la grande cascata finale, si trovano due complessi marmorei: da una parte Diana e al suo opposto Atteone. Il susseguirsi, lungo un percorso in salita, di tali opere scultoree funge da collegamento tra il giardino all’italiana e l’altro all’inglese. A entrambi il figlio di Carlo III, Ferdinando I di Borbone, insieme alla consorte Marina Carolina d’Asburgo-Lorena, apportò un personale contributo.
Nel primo fece costruire la Pescheria, un grandissimo bacino con un isolotto al centro, probabilmente destinato alle esercitazioni delle battaglie navali. Il secondo, invece, fu voluto direttamente dalla regina e realizzato da John Andrea Graefer (figura di spicco tra i botanici anglosassoni). Si tratta del primo esempio di giardino informale in Italia e, forse, è il luogo più romantico della Reggia. Indubbiamente a catturare l’attenzione dei turisti vi è il Bagno di Venere, con la statua in marmo della dea e il criptoportico, un finto rudere dalla volta sfondata appositamente ad arte in due punti. Perdersi in questo angolo di paradiso artificiale, che sembra però del tutto naturale, è un piacere per i sensi. Un misto di visioni tra l’Isola che non c’è e gli anfratti in cui Indiana Jones ci conduceva da ragazzi. E, a proposito di set cinematografici, come dimenticarsi che una parte all’interno dell’edificio stesso è stata oggetto di riprese per film come Guerre stellari (La minaccia fantasma, L’attacco dei cloni) o Angeli e demoni. Stiamo parlando dello Scalone d’onore che collega egregiamente il piano terra agli appartamenti reali. Un’invenzione settecentesca, a doppia rampa composta in marmo, arricchita da statue e archi che lascia senza fiato.
È ovvio che la residenza non si esaurisce qui. Nonostante da visitatori non sia possibile vederla per intero, essa occupa una superficie di 47.000 metri quadrati, con un’altezza di cinque piani. Ha una struttura rettangolare articolata attorno a quattro grandi cortili interni. Le stanze sono circa 1.200 e, accessibili al pubblico, vi sono, al primo piano, gli appartamenti del Settecento e dell’Ottocento, la biblioteca, la mostra permanente Terrae motus, la cappella e, nel fine settimana, il teatro, che è una riproduzione in scala del San Carlo di Napoli. Insomma, un concentrato di eterna bellezza rende la Reggia una perla non solo partenopea ma dell’Italia intera. Un incanto che ha messo d’accordo reali, architetti e letterati del passato con turisti e produzioni hollywoodiane di oggi.
Le immagini: la Reggia di Caserta vista da fuori; i suoi viali; la fontana dei delfini; il Bagno di Venere (foto scattate dall’autrice dell’articolo).
Arianna Mazzanti
(LucidaMente, anno XIV, n. 165, settembre 2019)