L’arroganza di chi può permettersi di dire tutto e il suo contrario, su guerra, modello sociale, salute, imponendo un’ideologia con l’inerzia e la sottomissione delle masse popolari
Nello spassosissimo film Mars Attacks! (1997), sottovalutato capolavoro di Tim Burton, i raggi distruttivi dei dischi volanti degli alieni massacrano i terrestri. Intanto, gli altoparlanti all’interno delle macchine omicide diffondono un tranquillizzante messaggio: “Non scappate, siamo vostri amici, veniamo in pace!” (vedi il nostro Film non politically correct).
Il bispensiero sulla guerra
Emettere un messaggio tranquillizzante e, al contempo, agire in modo opposto, è uno dei meccanismi del Potere totalitario disvelati da George Orwell in quella bibbia della libertà e manuale di autodifesa del cittadino che è il romanzo 1984. Una contraddizione palese può venire superata grazie al bispensiero imposto, mediante il quale si possono accettare due affermazioni palesemente in contrasto l’una con l’altra.
Oggi il Potere (e la connessa cultura) dominante ci dice che per raggiungere la pace occorre proseguire, anzi, incrudelire la guerra, oggi in Ucraina, ieri in varie parti del mondo, domani chissà dove. Blatera di ricostruzione, mentre non si intravvede la fine del conflitto, che, al contrario, viene alimentato dalla inneggiata produzione e consegna di più armi. Afferma che la Russia non va umiliata, eppure, in pratica, deve accettare una resa incondizionata e unilaterale, con ritiro da territori storicamente abitati da russi.
Donne, ecologismo, precarietà
Che occorre migliorare la condizione delle donne in tutto il mondo, ma ci si ritira dall’Afghanistan lasciandole in balia degli estremisti islamici e si assegnano i Mondiali di calcio al retrivo Qatar. Che per fermare il cambiamento climatico bisogna operare delle scelte industriali ed economiche che saranno vettori di ulteriori fattori di riscaldamento globale, oltre che di inquinamento e sfruttamento di territori, risorse ed esseri umani. Che, affinché si stia meglio, è necessario che la classe medio-bassa occidentale s’impoverisca sempre più, ad esempio comprando nuove, costosissime, auto elettriche o spendendo decine di migliaia di euro per rendere “ecologiche” le abitazioni faticosamente acquistate, anche con mutui ancora accesi. Che per lavorare felicemente, si sarà precari a vita, sradicati dal proprio luogo natìo e dislocati nei quattro angoli del globo.
Demografia e (in)cultura
Ancora. Che occorre incrementare le nascite in Europa, mentre si annientano le famiglie che sono costrette dalla necessità a fare sempre meno bimbi. Di conseguenza, che è ragionevole rimpiazzare gli europei coi migranti africani e asiatici, mentre è evidente che il saggio calo demografico verso il quale da decenni si sono avviati gli autoctoni del Vecchio Continente sia l’unica panacea per limitare inquinamento e distruzione del pianeta. Ma il controllo demografico non è funzionale al capitalismo neoliberista che abbisogna di miliardi di consumatori e di lavoratori disperati pronti a tutto.
Che, visto l’analfabetismo riaffiorante, è urgente migliorare l’istruzione e la cultura; e intanto si continua a stimolare selvaggiamente a danno dei libri e della carta stampata l’impiego di strumenti elettronici che sono la prima causa della perdita dell’uso corretto del linguaggio scritto e orale, nonché della capacità di comprendere il messaggio altrui e, quindi, dell’incultura e della devastazione della razionalità e della socialità.
Una solitudine disperata
Non si finirebbe più di elencare le schizofreniche contraddizioni del Potere. Le élite dominanti affermano pure che per una società migliore occorre liberalizzare le droghe, distruggere la famiglia “tradizionale”, aprire le porte a facili cambi di sesso. Che è necessaria una maggiore solidarietà e comunicazione tra gli individui, mentre vediamo giovani e anche meno giovani isolati dagli altri, zombie che camminano con gli occhi incollati allo smartphone: una solitudine spaventosa travestita e coperta da mille futili messaggini. Infatti, tanto sano, psichicamente e psicologicamente, è lo stile di vita individualistico e asociale imposto dall’alto, che ci si è dovuti inventare il “bonus psicologo” (ma non sarebbe migliore una società senza una pletora di persone bisognose di psichiatri?).
Il benessere e la salute se ne sono andati…
Che per essere in salute e mangiare alimenti “sostenibili”, si dovranno evitare vino, olio d’oliva, prosciutto, mozzarelle, pasta, per nutrirsi di insetti e loro derivati. (Tra parentesi, il settore agroalimentare italiano è il primo traino economico per il nostro Paese… Qualche dubbio che lo si voglia colpire sorge spontaneo, no?).
Che occorre prevenire e combattere malattie e patologie, ma il servizio sanitario pubblico è inefficiente e occorre rivolgersi al privato. Che fumare tabacco o bere qualche alcoolico è letale, ma si auspica che tutti i governi liberalizzino le droghe (del resto, senza di esse, come potrebbe l’umanità sopportare un’esistenza precaria e infelice, priva di legami famigliari e umani e cultura comunitaria?).
La vetrina di Sanremo
Un esempio lampante di tali evidenti contraddizioni schizofreniche è dato dal Festival di Sanremo, la cui ultima edizione ha rafforzato il suo ruolo di indottrinamento delle masse da parte delle élite globaliste. La litania sulla violenza delle donne è abbinata alla mercificazione più becera del corpo femminile. La sbandierata tolleranza maschera un’evidente violenza verso chi un tempo veniva definito “normale”. La retorica della “diversità” nasconde il progetto di uniformare tutto e tutti.
Il pacifismo significa dar voce a un guerrafondaio. Il messaggio antirazzista diviene insulto a un intero popolo e a un’intera nazione, che permette non solo l’integrazione, ma l’arricchimento di atlete lesbiche che nel loro Paese d’origine sarebbero trucidate, oltre che con poche possibilità di affermarsi negli sport. Pluralismo e democrazia divengono propaganda a senso unico di una sola ideologia e visione del mondo, per di più in prossimità e durante il silenzio elettorale stabilito per delle importanti votazioni regionali (e l’esito del voto ha dimostrato il disgusto degli elettori per tale fallimentare strategia). E la coppia più celebre d’Italia è tradizionalista o trasgressiva? Tutta finzione.
Nessuna spiritualità e masse acquiescenti
La religione, la spiritualità, il desiderio di un assoluto metafisico, spariscono del tutto o vengono scherniti. L’aspetto peggiore è che tutto ciò avviene con la passività o la complicità delle masse popolari (troppo sarebbe definirle di cittadini). Per i meccanismi perversi alla base di tale sottomissione rimandiamo alla parte finale della nostra recensione del saggio False flag di Enrica Perucchietti, in questo stesso numero di LucidaMente 3000.
Le immagini: a uso gratuito da pexels.com.
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVIII, n. 207, marzo 2023)