Continua la strage degli immigrati sulle coste meridionali del Vecchio Continente, mentre la “civile” Europa sta a guardare con le mani in mano
In Europa non si riesce a cogliere fino in fondo la tragedia che spesso si presenta sulle coste dell’Italia insulare, altrimenti ben altre misure verrebbero prese per dare una mano agli immigrati, a questi poveri esseri umani lasciati in balia di delinquenti (i fin troppo famosi “scafisti”). Un intero continente − il più evoluto civilmente e culturalmente, secondo certi benpensanti − lascia campo libero a una sorta di “tratta degli schiavi” di vecchio conio. Non dimentichiamo, infatti, che, una volta passatele notizie sui giornali, gli immigrati rimasti vengono assorbiti dal sistema occidentale come lavoratori di “serie C”.
Manca un serio piano europeo per affrontare il problema dell’immigrazione da territori impoveriti da vecchie storie coloniali e immiseriti da aizzamenti tribali, foraggiati dal mondo evoluto, grazie ai quali il despota di turno fa ciò che vuole, comprese vere e proprie stragi della popolazione, quasi essa fosse formata da bestie riottose e turbolente. L’Occidente si lava la coscienza, ogni tanto, effettuando bombardamenti “pacificatori” sul tiranno troppo indipendente, o palesemente fuori di testa, invece di agire prima affinché vengano tenuti sotto controllo i principi inalienabili sanciti a suo tempo dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Evidentemente le cose non vanno come si vorrebbe che andassero, pontificando sulla solidarietà da una sorta di “mondo iperuranio”, ma nella sostanza attenendosi al motto di Metastasio: «Che vi sia ciascun lo dice, / dove sia nessun lo sa».
Il cinismo degli occidentali arriva a sfociare in misure che ricordano quelle naziste: nella Germania hitleriana chi aiutava gli ebrei veniva punito, così come oggi chi aiuta gli immigrati in mare (vedi la vergognosa legge Bossi-Fini). Misure del genere fanno cadere letteralmente le braccia: tra coloro che ci governano c’è chi sostiene che esistano più tipi di umanità, senza tuttavia produrre argomentazioni efficaci. L’immigrazione, del resto, sembra una giusta nemesi storica, se pensiamo a cosa hanno commesso gli europei in Africa e in Medio Oriente nei secoli passati e anche più di recente. Certo, una regolamentazione dei flussi migratori va fatta, però non può comportare la condanna a morte o lo sfruttamento a vita degli immigrati. Intanto che in Italia si discute di cambiare la legge Bossi-Fini, continuano ad arrivare gli scafisti, che buttano donne e bambini in fondo al mare, costringendo i soccorritori – ecco dove stanno il buonsenso e la dignità umana – a muoversi fra gemiti e lacrime, comprese le proprie.
L’immagine: foto di un barcone al largo dell’isola di Lampedusa.
Dario Lodi
(LucidaMente, anno VIII, n. 94, ottobre 2013)